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Secondo il Consiglio d'europa le politiche a sostegno della famiglia vedono l'Italia in fondo alla classifica; negli altri paesi le donne lavorano di più eppure fanno più figli
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Non fosse per il fatto che molte delle somme che vengono contabilizzate dalle statistiche come spesa pensionistica finiscono poi per aiutare i figli quando mettono su famiglia, l’Italia sarebbe messa propria male.
Ma già è tra i Paesi europei che spendono di meno per le politiche di sostegno alle famiglie  ed è anche un Paese in cui attualmente non sussistono gli elementi necessari a garantire un incremento della natalità.
Lo ha rilevato uno studio condotto dal Consiglio d’Europa, che raccoglie i dati relativi a 40 Paesi.
L’Italia, se si escludono Spagna, Turchia, Polonia e Malta, é il Paese che destina meno risorse alle famiglie, solo l’1,1% del Pil contro l’1,7% del Regno Unito, il 2%, della Germania e il 2,4 della Francia.
Paesi che comunque non raggiungono le cifre assicurate da Austria, Finlandia, Olanda, Svezia, Norvegia, Islanda, Lussemburgo e Danimarca che dedicano alle famiglie tra il 3% e il 3,9% del loro Pil.

Tutto ciò, tuttavia, non basta a spiegare il basso tasso di natalità italiano (1,32), uno dei più bassi in Europa.
Il fatto che molte donne italiane siano casalinghe non aiuta, come ritengono i più tradizionalisti, la natalità. Probabilmente ciò significa che lo stipendio del coniuge non è ritenuto sufficiente ad affrontare le spese di una nascita in famiglia.
I dati in tal senso sono illuminanti. Mentre in Italia le donne che lavorano sono il 46,6%, in Islanda, dove lavora il 78,6% delle donne, il tasso di natalità é 2,08. La stessa correlazione si riscontra anche in Paesi come Norvegia, Svezia, Danimarca, Gran Bretagna, Olanda, Francia.
Invece i Paesi con più figli sono anche quelli dove lo Stato assicura servizi adeguati alle famiglie con bambini sotto i tre anni e in cui sempre lo Stato incentiva entrambe i genitori a prendersi cura della propria prole attraverso congedi ben pagati che arrivano anche al 100% dello stipendio.
In Italia i servizi dedicati ai bambini al di sotto dei 3 anni, secondo lo studio del Consiglio d’Europa, sono pochi e per i congedi, oltre quello per gravidanza e puerperio, che sono anche visti male da certi “padroni”, le somme erogate in Italia sono nettamente inferiori.

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