L’innalzamento di 7 millimetri l’anno del livello medio dei mari, di cui abbiamo scritto recentemente, non preoccupa chi vive in regioni collinari come l’Umbria, ma non in tutti i posti è così.
I cambiamenti climatici, con il conseguente innalzamento del mare, hanno cominciato a mostrare i loro effetti in un piccolo arcipelago del Pacifico del Sud, una cinquantina di miglia dall’isola di Bougainville, quello delle Cartered.
Le Carteret sono un insieme di piccoli atolli corallini su cui vivono circa 2600 persone, ma si pensa non vi potranno restare ancora a lungo.
L’esodo è cominciato, le prime cinque famiglie hanno lasciato l’arcipelago dirette alla vicina Bougainville, per preparare la strada a una completa evacuazione.
Questa è resa necessaria per una serie di fattori concomitanti, come il depauperamento delle foreste di mangrovie che proteggono gli atolli e il ripetuto verificarsi di attività vulcaniche locali, ma il maggiore problema sembra essere comunque il progressivo e inarrestabile innalzamento del livello del mare.
Il punto più alto dell’arcipelago è solo 170 centimetri sul livello del mare.
Negli ultimi anni le maree primaverili hanno fatto sì che le isole fossero ripetutamente inondate. Con gli orti e le limitate coltivazioni degli abitanti ‘lavati via’ dal mare, con le loro provviste perdute o rovinate, la terra avvelenata dal sale marino, la vita sulle Carteret per chi vi abita è diventata impossibile.
La stazione di monitoraggio sull’Isola di Manus, a Papua Nuova Guinea, ha misurato negli ultimi sette anni un aumento medio annuale del livello delle acque di 8,2 millimetri. È stato stimato che entro il 2015 le Carteret saranno quasi totalmente sommerse e comunque del tutto inabitabili.
- Redazione
- 25 Giugno 2009
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