Il Kyoto club, l’associazione delle industrie che si prefigge di operare fattivamente per il contrasto delle emissioni di Co2 nell’atmosfera, ha recentemente assunto una connotazione fortemente umbra, eleggendo alla sua Presidenza la folignate Catia Bastioli della Novamont ed alla vice presidenza quel Gianluigi Angelantoni delle omonimie industrie massetane, che hanno l’esclusiva da parte del Cnr del brevetto per le centrali solari termodinamiche a concentrazione e pertanto hanno attirato l’attenzione della Siemens, entrata nel capitale e massima produttrice europea di turbine per centrali elettriche.
Non stupisce quindi che sia proprio il Kyoto Club a cercare di “smuovere” l’industria italiana ed a cercare di farle prendere coscienza che nel campo dell’energia “verde” ci siano opportunità immense.
E quella al momento più concreta è il progetto “Desertc” che sarà ufficialmente presentato alla conferenza di Monaca di Baviera del 13 luglio.
Desertec mira a soddisfare, entro la metà del secolo, il 15% della domanda elettrica europea con centrali solari localizzate nei paesi del sud del Mediterraneo e con colossali investimenti che sfioreranno i 400 miliardi di euro.
Quindi il Kyoto Club organizza a Roma, il prossimo 16 luglio, un convegno che farà il punto sulle prospettive del solare termodinamico per il nostro sistema di imprese.
A fronte delle enormi potenzialità di sviluppo delle tecnologie solari in Europa e nei paesi africani della sponda sud del Mediterraneo, la nostra industria sta preparandosi a giocare un ruolo importante.
L’iniziativa del Kyoto Club si propone, quindi, di mettere a fuoco le condizioni necessarie per favorire il coinvolgimento dell’industria italiana nell’ambito di progetti che prevedono nei prossimi anni installazioni per migliaia di megawatt.
Saranno presenti al convegno rappresentanti del Governo, della ricerca e delle industrie impegnate nel settore.
Tra gli approfondimenti che saranno presentati al convegno:
• Situazione attuale a livello di impegno industriale (ricerca e produzione)
• Attività delle Regioni (iniziative esistenti e previsioni nei Pear)
• Potenzialità in Italia al 2020
• Possibilità di inserirsi nel mercato internazionale
- Redazione
- 8 Luglio 2009
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