Mentre si avvicina ad esaurirsi la stagione estiva e vanno scemando quanti hanno cercato di esporsi volontariamente alla nuova influenza, prima che rischi di diventare più virulenta in autunno, sembra che l’influenza A, alias suina, alias messicana, alias nuova influenza stia per mettere le ali.
Gli organizzatori delle ‘feste influenza suina’ in Usa e Gran Bretagna si richiamano, fra l’altro, al libro del 2004 ‘The great influenza’ di John M. Barry, secondo il quale le persone che avevano contratto la Spagnola nel 1918, al momento di una prima ondata relativamente moderata in primavera, erano stati protetti in occasione dei due episodi molto più gravi che si verificarono in inverno.
Ma medici e specialisti, contattati da Le Monde, mettono in guardia dagli ‘swine flu parties’: «Sarebbe un grosso errore – osserva il direttore del Centro di controllo e di prevenzione della malattie americane, Richard Besser – far prendere dei rischi a delle persone e a dei bambini. Si tratta di una malattia nuova, emergente, sulla quale ogni giorno che passa impariamo di piu».
Sulla stessa lunghezza d’onda il francese Jean-Marie Cohen, coordinatore nazionale dei Gruppi regionali di osservazione dell’influenza: «Contrarre deliberatamente il virus? Francamente non lo farei per me nè per la mia famiglia».
Intanto però il virus, dopo essersi preso una vendetta con quelli che subito lo chiamarono suino, ha contagiato, trasmesso dall’uomo, proprio i maiali in Australia e non si è fermato qui, perché tacchini con l’influenza A sono stati rintracciati in Cile.
La presenza del virus H1N1 è stata riscontrata in due allevamenti di Valparaiso, città a 120 chilometri dalla capitale Santiago. Le autorità sanitarie cilene assicurano che non vi è alcun rischio di contrarre la malattia mangiando la carne di questi animali.
Sottolineano inoltre di avere avviato un’attività di sorveglianza epidemiologica nell’area del contagio, per capire se il virus H1N1 (dello stesso ceppo oppure mutato) si diffonderà fra altri uccelli.
Per l’Oms si tratterebbe di episodi isolati che tuttavia confermerebbero che il virus non fa troppe distinzioni e le fonti del contagio diventano sempre più incontrollabili.
E anche tra gli esperti c’è confusione.
C’è chi pensa che la situazione non peggiorerà e chi è preoccupato che il virus possa mutare o combinarsi con quello della influenza aviaria.
Il virus della nuova influenza avanza e oltre alla paura per la possibile mutazione dell’infezione ora si aggiungono i primi casi di resistenza al Tamiflu, il principale antivirale utilizzato contro l’influenza A/H1N1. Sono stati registrati vicino alla frontiera tra gli Stati Uniti e il Messico su persone che traversavano frequentemente la frontiera tra Stati Uniti e Messico e che assumevano l’antivirale come forma di automedicazione.
Altri sporadici casi di resistenza al Tamiflu erano stati finora osservati in Canada, Danimarca, Giappone e a Hong Kong.
Ma per i virologi dell’Istituto Superiore di Sanità ciò conferma solo che « È importante ribadire che gli antivirali vanno presi solo ed esclusivamente dopo consiglio medico e mai in via preventiva perchè rischiano in questo caso di diventare addirittura nocivi».
Per i malati in cui l’infezione è grave gli esperti raccomandano di somministrare gli antivirali (in particolare il Tamiflu) entro le 48 ore dall’inizio dei sintomi.
Il discorso vale soprattutto per le donne in gravidanza, per i bambini al di sotto dei cinque anni e per i pazienti già affetti da altre patologie.