Condividi su facebook
Condividi su twitter
Scoperta casuale di una ricercatrice brasiliana apre un nuovo filone di ricerca
zecca

Molti si chiedono perchè al mondo ci siano tante creature dannose o moleste e difficilmente riescono a darsi una risposta che renda plausibile queste presenze.
Ma forse è venuto il tempo, prima di schiacciare una zanzare o calpestare una formica di porsi il problema se così facendo non si sta minacciando la stessa sopravvivenza dell’uomo e la possibilità di curarlo e guarirlo quando la sua salute è in pericolo.
Sembra proprio che il principio per cui sulla  Terra c’è sempre tutto ed il contrario di tutto possa valere anche per le malattie: ad un morbo che si manifesta c’è  sempre in natura qualcosa che lo contrasta, basta scoprirlo ed allora la salvaguardia della bio-diversità cessa dall’essere una “fissazione” di pochi scienziati e diventa una preoccupazione di massa.
L’ultimo esempio sono le zecche: il  terrore di molti, di molti madri che scrutano preoccupate tra le pieghe del cane che si avvicina al loro bimbo, che evitano di farlo giocare sui prati per  paura di questo immondo insetto che succhia sangue.
Una fama peggiore le zecche non potrebbero avere eppure, proprio loro, secondo una studiosa brasiliana, potrebbero aiutare a sconfiggere i tumori.
Le ricerche condotte sulla zecca sudamericana amblylomma cajennese mostrano che una proteina contenuta nella sua saliva distrugge le cellule cancerogene e lascia integre quelle sane. Lo ha sperimentato sui topi la biologa molecolare Ana Marisa Chudzinski-Tavassi dell’Istituto Butantan di Sao Paulo, che ha fatto la scoperta piuttosto casualmente ed e’ stata aiutata da altri ricercatori.
Ovviamente prima che la proteina, cui è stato dato il nome di "fattore X attivo" possa trasformarsi in opportuni farmaci,  ci vogliono, ancora test, approfondimenti e soldi. Ma, in tale attesa, prima di spargere fiumi di disinfestanti anti-zecca pensiamoci un attimo.
 

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter