Dopo la doccia fredda parlamentare, il Presidente dell’Enel sembra voler dare una mano ai fautori della produzione di energia col sistema solare a concentrazione, scommessa nella quale è parte importante il gruppo Angelantoni di Massa Martana.
Nella sponda sud del Mediterraneo ci sono tutte le condizioni per sviluppare le energie rinnovabili in misura significativa: zone ventose, sole e grandi spazi».
Lo ha detto il presidente di Enel, Piero Gnudi, in qualità di presidente dell’Ome (Osservatorio mediterraneo dell’energia), nel della conferenza di presentazione del Piano Solare per il Mediterraneo dove ha tuttavia sottolineato la necessità di puntare su miglioramenti tecnologici per limitare i costi «attualmente molto alti.
«Un pieno sviluppo delle risorse rinnovabili – ha ricordato Gnudi – potrebbe arrivare a coprire una parte rilevante del deficit energetico dell’area mediterranea: bisogna però partire subito trasferendo alle energie rinnovabili prodotte nella sponda sud i benefici dei sistemi di incentivo europeo e implementando schemi già oggi previsti». I
n particolare, Gnudi ha citato la direttiva europea che prevede «la possibilità di computare l’elettricità importata, prodotta da fonti energetiche rinnovabili al di fuori della Comunità europea, ai fini del conseguimento degli obiettivi degli Stati membri».
Occorre però, ha ricordato il presidente dell’Enel e dell’Ome, «che ci sia il trasferimento fisico dell’energia prodotta», e quindi c’è bisogno di un «maggior sviluppo delle interconnessioni: oggi esistono quattro sistemi elettrici nel Mediterraneo, fra loro non connessi.
È necessario realizzare un anello di interconnessione nel bacino del Mediterraneo per arrivare a un mercato unico dell’energia elettrica».
L’Italia «ha già firmato un accordo di massima – ha detto Gnudi – per costruire l’interconnessione sottomarina fra la Sicilia e la Tunisia, accordo che oggi è in fase di studio; diversi altri progetti si stanno esaminando».
(
- Redazione
- 5 Ottobre 2009
Condividi su facebook
Condividi su twitter