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Il partito di Di Pietro attacca maggioranza ed opposizione per l'affossamento in Parlamento di una sua proposta di legge; in Umbria riprende fiato il Comitato per la terza provincia Foligno- Spoleto -Valnerina
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La Lega di Bossi, che come le altre forze politiche non disdegna affatto le poltrone, l’ha spuntata sull’abolizione delle Province.
Quasi furibonda l’Italia dei valori che spara a zero su tutti col suo “picconatore” principe ”.
Antonio Di Pietro, commentando il voto favorevole della sospensiva sulla proposta di legge per abolire le province, che ha di fatto bocciato la proposta stessa,
ha detto che: ”Quale che possa essere la giustificazione formale della maggioranza, risulta chiaro che il ritorno in Commissione votato dal Popolo delle Liberta’ e dalla Lega della discussione sui progetti di abolizione delle province, rappresenta la fine di ogni possibilita’ che la legge vada avanti”. “La cosa curiosa e’ che la Provincia – ha aggiunto il collega parlamentare Pino Pisicchio – divenuta una ridondanza costosa e inutile nella considerazione di tutti i partiti nei programmi elettorali politici, per poi sparire alla vigilia delle amministrative, veniva sostenuta solo dalla Lega.
Oggi si scoprono irriducibili tifosi anche nel Popolo delle Liberta’
, che pure aveva contrastato con forza la sopravvivenza dell’ente”.
Ce ne è anche per gli alleati, perché Di Pietro ha aggiunto che “Durante la campagna elettorale il Partito democratico e il Popolo della liberta’ nelle persone di Veltroni e Berlusconi avevano promesso agli elettori di abolire le province perchè erano uno spreco e fonte di cattiva amministrazione.
Ora sono stati presi tutti con le mani nel sacco, perchè abbiamo presentato una proposta di legge ma loro l’hanno affossata
e hanno detto un mare di bugie”. Per Pisicchio, poi, si tratterebbe di ”una eutanasia fatta senza l’assunzione politica di responsabilita’ di fronte al corpo elettorale”. ”Sono firmatario -ha aggiunto- di una delle proposte di abolizione abbinate nella discussione, quella che prevede l’utilizzo delle risorse rivenienti dalla soppressione di questo ente in favore di piani per l’occupazione giovanile.”
Sarà curioso vedere cosa faranno adesso i rappresentanti dell’Idv nelle amministrazioni provinciali i quali, secondo i vertici del loro partito, starebbero facendo sprecco di risorse e cattiva amministrazione.
La polemica dilaga anche sul fronte avverso.
Il comitato per la provincia di Foligno-Spoleto-Valnerina addirittura attacca Bossi, con un comunicato di fuoco, accomunandolo alla "famiglia perugina", che viene accusata di antifederalismo

Bossi impone la provincia della Valcamonica per quattro gatti montanari.  In  Umbria c’è la cortina di ferro antifederalista
In Sardegna ci sono nuove province con meno di 60mila abitanti, la Lega ne realizzerà presto  una nuova di zecca in Valcamonica con un capoluogo che avrà all’incirca 5mila abitanti, la terza provincia umbra con 180mila abitanti non s’ha da fare perché nella nostra regione resiste la cortina di ferro sovietica per la difesa di Perugia a tutti i costi.
Palazzo Cesaroni è il primo ostacolo da abbattere
.
Uno scossone vitale per gli interessi del centro Umbria potrà venire con le prossime regionali, ma vedremo chi si impegnerà concretamente verso questa direzione dal momento che promesse trentennali sono state calpestate ed inevase.
Certo se venissero abolite tutte le province il discorso cambierebbe, ma siccome ora tutti i partiti politici fanno a gara a chi ne crea delle più inutili, l’unica che ha i numeri ed una storia resta al palo.
I risultati sono ormai chiari ai cittadini della terza provincia meno che ai suoi politici inetti e pavidi; tutte le strutture nazionali dei vari enti se ne vanno da Foligno e Spoleto e si va verso la desertificazione  e l’azzeramento delle infrastrutture, anche di quelle esistenti.
Quindi se agli interessati sta a cuore la sopravvivenza degli interessi locali non resta che far presentare ed approvare prima della primavera la proposta di legge sulla terza provincia umbra altrimenti bisogna abbattere la cortina di ferro che resiste imperterrita a trent’anni dall’abbattimento del muro di Berlino."
 

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