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La Corte d'assise di Perugia  ha sentenziato che l'ex imam addestrò al terrorismo
tribunale_giustizia

L’attentato di Milano, col suo contorno di sostanze chimiche di facile reperimento, non ha creato un clima favorevole alla sentenza che probabilmente, tra stasera e domani, chiuderà il processo davanti alla Corte d’assise di Perugia all’ex imam della moschea di Ponte Felcino,  in relazione a una presunta attività di addestramento al terrorismo di matrice islamica.
Il pm ha chiesto una condanna a nove anni di reclusione, oltre sei  e cinque anni di reclusione per i due coimputati.
I legali dei tre  hanno chiesto l’assoluzione dei loro assistiti,
che si proclamano tutti estranei alle accuse.
Gli imputati sono stati rinviati a giudizio al termine di un’indagine condotta dalla digos di Perugia, con l’accusa di aver ricevuto (e fornito per l’ex imam) addestramento e istruzioni sulla preparazione e sull’uso di esplosivi, armi e sostanze chimiche nocive.
Il solo ex imam è anche accusato di ricettazione, di un fusto contenente alcune sostanze chimiche trovato dalla polizia nella cantina della sua abitazione.

Aggiornamento
Veloce, come si pensava, la decisione della Corte d’assise di Perugia che tuttavia è stata più clemente del PM.
Condannato a sei anni di reclusione l’ex Imam.
I giudici hanno inoltre inflitto quattro anni di reclusione a e tre anni e sei mesi di reclusione ai coimputati, tutti di origine marocchina.
La minore durata della pena è perché la Corte ha concesso le attenuanti generiche.
Ma per tutti i giudici hanno disposto l’espulsione dal territorio italiano una volta espiate le condanne.
I tre marocchini hanno
assistito in silenzio alla lettura della sentenza.

 

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