Nel piccolo centro nella zona del Trasimeno scenario di una storia squallida e inquietante ai danni di una ragazzina di 11 anni, tutti dichiarano di essere sorpresi, ma c’è da dubitare che non ci fosse qualcuno ben al corrente di quello che stava succedendo.
Nei bar e nei posti di ritrovo della città oggi si parla solo di questo episodio.
Ma anche se c’ è sgomento, molti preferirebbero non affrontare l’argomento quasi si vergognassero di aver taciuto quando ancora si poteva essere in tempo.
Quando una donna organizza alla figlia di 11 anni, contro la sua volontà, incontri a sfondo sessuale con suoi coetanei, non può esserci che tutti ignorassero la tresca. A
nche se la famiglia della giovinetta non era tra le più note del centro, il posto è piccolo ed in diversi conoscevano la madre e la figlia. E poi, come si suol dire, nei paesi la “gente mormora” e sicuramente molti avranno fatto pensieri su quel, notato, via-vai di giovani nell’abitazione della donna.
A carico della donna è stato ipotizzato il reato di favoreggiamento della violenza sessuale anche se la natura dei rapporti sarebbe ancora da verificare
La cosa più inquietante di tutta la faccenda e che farebbe pensare a qualche disturbo psichico della madre quarantenne è che la stessa, per convincere i ragazzi a incontrare la figlia, regalava loro soldi, ricariche telefoniche e un telefonino.
Forse la chiave di tutto è in quella presenza costante della madre durante gli incontri imposti alla figlia. Presenza che non sembra occasionale, in quanto dall’indagine è emerso che la donna aveva ospitato in casa anche una tredicenne che aveva rapporti sessuali, sempre in sua presenza, con un ragazzo di 17 anni, che è stato denunciato a piede libero.
E quindi anche l’ipotesi investigativa, secondo cui la donna organizzava gli incontri per il desiderio di creare intorno alla figlia una cerchia di ammiratori, convinta che l’adolescente dovesse esserne, sembra zoppicare.
Se così fosse, se fosse stato un contorto “amore materno” a spingere la donna, certo è che vedere la figlia opporsi agli incontri e svegliarsi la notte in preda ad incubi ed in lacrime avrebbe dovuta farla riflettere, cosa che non sarebbe accaduta se invece fosse proprio il desiderio di “vedere”, quello che muoveva tutto.
- Redazione
- 25 Ottobre 2009
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