Chi ancora crede che la ripresa dei mercati finanziari sia ripresa dell’economia, chi accusava di pessimismo coloro che chiedevano più attenzione per il lavoro hanno qualche cosa di concreto su cui riflettere.
Se a luglio ed agosto a camuffare la situazione c’erano le ferie forzate, a settembre di quest’anno la schiera dei cassaintegrati è quasi raddoppiata da un mese all’altro.
Dai 316 mila di agosto si è passati ai 617 mila di settembre.
A rilevarlo è uno studio del Servizio Politiche territoriali e del lavoro della Uil.
Il rapporto registra anche una duplicazione delle ore autorizzate: a settembre sono salite a 104 milioni. In un solo mese se ne sono, infatti, aggiunte 51 milioni: ad agosto sono state 53 milioni.
Meglio non fare confronti con l’anno scorso, la stessa Uil definisce «terribile il confronto con lo stesso mese dell’anno precedente». I cassintegrati in più sono 502 mila (617 mila lavoratori interessati contro i 114 mila del 2008) mentre le ore in più sono 85 milioni di ore (104 milioni di ore contro 19 milioni del 2008)
Se a luglio ed agosto a camuffare la situazione c’erano le ferie forzate, a settembre di quest’anno la schiera dei cassaintegrati è quasi raddoppiata da un mese all’altro.
Dai 316 mila di agosto si è passati ai 617 mila di settembre.
A rilevarlo è uno studio del Servizio Politiche territoriali e del lavoro della Uil.
Il rapporto registra anche una duplicazione delle ore autorizzate: a settembre sono salite a 104 milioni. In un solo mese se ne sono, infatti, aggiunte 51 milioni: ad agosto sono state 53 milioni.
Meglio non fare confronti con l’anno scorso, la stessa Uil definisce «terribile il confronto con lo stesso mese dell’anno precedente». I cassintegrati in più sono 502 mila (617 mila lavoratori interessati contro i 114 mila del 2008) mentre le ore in più sono 85 milioni di ore (104 milioni di ore contro 19 milioni del 2008)
Se non altro occorrerà considerare che i cassa integrati dovranno stringere la cinghia, per cui la domanda di beni scenderà innescando una vera recessione e forse, invece di pensare a ridurre i costi delle imprese – operazione inutile se non c’è chi compera – sarebbe più opportuno stimolare la domanda interna.
