Gli Ecodem sul depuratore di Bettona
Conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle destinate a particolari usi;
Perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili;
Mantenere la capacità naturale di auto depurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate.
Il piano di tutela delle acque definisce quindi le misure necessarie a proteggere, salvaguardare e tutelare una risorsa limitata e sempre più minacciata dall’attività umana e a raggiungere e mantenere gli obiettivi di qualità ambientale per i corpi idrici significativi superficiali e sotterranei .
Il Coordinatore Regionale degli Ecodem, Sergio Santini
29 novembre 2009
Consolazione: “Io amministro, io decido".
Riporto un inciso dall’articolo “Illuminazione della Consolazione di Todi, si muove la Soprintendenza”: “… affinché si potesse accertare preventivamente la volontà della città tutta”. Che significa? Si suggerisce forse di indire un referendum popolare per decidere se illuminare o meno la Consolazione? Non mi sembra che la città tutta sia così accorta ed attenta a quanto accade ai suoi monumenti ed intorno ad essi, tanto da essere chiamata a raccolta per decidere se illuminarne o meno uno di essi e, se sì, sul come farlo. Rasentiamo il ridicolo e la follia allo stesso tempo anche solo proponendolo… Non entro nel merito del sistema di illuminazione adottato perchè, effettivamente, se ne nota l’impatto estetico ed è normale che venga da chiedersi come mai la Soprintendenza, da sempre molto attenta a ciò che accade ai monumenti, abbia deciso di avallare un simile intervento. Se il dibattito rimanesse in questo campo, sarebbe più che lecito parlare dell’argomento. Ma come sempre, come troppo spesso accade, la Sinistra locale ha preso la palla al balzo per politicizzare anche la Consolazione. Sentire la cittadinanza?? Forse hanno mai sentito la cittadinanza quando loro ed i loro Amministratori hanno operato gli scempi architettonici negli anni passati? Non mi risulta. All’epoca valeva il principio “Io amministro, io decido”. Ora tale principio non vale più perchè sbagliato o perchè il potere non è più nelle loro mani? Per quanto riguarda poi la Consolazione, oltre tutto, c’è un Ente proprietario del Tempio stesso che, dotato di una sua autonomia, può e deve decidere su come gestire ed amministrare i suoi beni. Il buon senso vorrebbe che una volta tanto la politica venga lasciata nel cassetto: non tutto ciò che accade intorno a noi può essere etichettato ed attribuito a destra o sinistra. Il quotidiano non deve e non può essere assogettato sempre ai giochi di chi, avendo evidentemente tanto tempo libero a disposizione, ama tessere e intrecciare trame politiche intorno a tutto.
Luca Cardaio
28 novembre 2009
Deposito cauzionale di Umbra Acque, tutti contenti
Il sottoscritto Alcini Mellito,dopo aver costituito a Massa Martana un Comitato spontaneo “no deposito cauzionale di Umbra Acque”insieme a Agnetti Gianluca e altri ,come promotore e primo firmatario della petizione popolare, contro l’istituzione del deposito cauzionale da parte del Gestore dell’Acqua degli ATI 1 e 2;avendo appreso della decisione presa da Umbra Acque di annullare l’ingiusto balzello a carico degli utenti ,sente il dovere di esprimere alcune brevi considerazioni.
Innanzi tutto voglio ringraziare di cuore tutti gli utenti firmatari della petizione popolare; è grazie anche a loro ,che si è potuta vincere una battaglia giusta e sacrosanta,vittoria che ha permesso a noi utenti ,di essere parte attiva e non passivi destinatari di una decisione ingiusta e vessatoria,presa solo per sopperire a inefficienze amministrative e gestionali ,come è stato rilevato anche da parte di organismi nazionali (COVIRI)intervenuti nella vicenda.
Non posso non rilevare che l’Amministrazione Comunale di Massa Martana, con la sua sinistrorsa maggioranza guidata dal Sindaco Bruscolotti,nei riguardi della vicenda, si è mossa lentamente e tardivamente,anticipata dall’azione dei cittadini che vivendo il problema sulla loro pelle, si sono spontaneamente attivati in un Comitato ,che ha intrapreso l’iniziativa della petizione popolare. Sarebbe stato bello che gli attuali amministratori avessero affrontato il problema fin dalla scorsa estate quando si era iniziata a diffondere la notizia del balzello, ma forse i lacci e i lacciuoli che legavano allora la Bruscolotti a doppio filo con le vicende regionali del Partito Democratico,stringevano troppo e hanno impedito di dare voce al problema che si stava delineando all’orizzonte.Certo qualcuno ora dirà “ma noi abbiamo portato il problema anche all’ordine del giorno del Consiglio Comunale”, che cosa potete volere di più! Giusto,meglio tardi che mai!Ma degli amministratori accorti ed efficienti, devono anticipare le soluzioni dei problemi riguardanti i cittadini oppure,di buon grado,si accetta di essere andati a rimorchio e si riconoscono lealmente le iniziative che i cittadini stessi intraprendono,forse non sentendosi , da loro, sufficientemente tutelati.
Alcini Mellito-Comitato “no deposito cauzionale Umbra Acque”
27 novembre 2009
Bagni a pagamento si
Aggiungo solo un’ultima cosa: quando si parla di turismo e accoglienza turistica si pensa sempre a tante cose, ma uno dei biglietti di presentazione migliori per una città turistica sono proprio i bagni pubblici: quando si trovano rotti o sporchi, il giudizio sulla città ne risentirà di sicuro.
27 novembre 2009
Nuovo Ospedale di Pantalla, un’occasione da cogliere
E’ il caso della evoluzione dei servizi sanitari del nostro territorio, connessa al nuovo ospedale comprensoriale, che vedranno nei prossimi mesi una fase di straordinaria trasformazione che, se sapremo utilizzarla al meglio, potrà costituire un grande progresso per la qualità di vita delle persone che vi abitano.
Il Consiglio Comunale di Marsciano, con il documento di indirizzo approvato il 19 ottobre a larghissima maggioranza (con due soli voti contrari della Destra), ha dimostrato piena consapevolezza di ciò, dando con tale Atto precisi indirizzi alla direzione della A.S.L. riguardo alla attuazione dell’accordo siglato nel 2001 da Comune, Regione e A.S.L in ordine alla destinazione dell’attuale struttura ospedaliera al momento dell’attivazione del nuovo ospedale.
Ciò detto, vogliamo sottolineare con questo contributo l’importanza di tale passaggio per il futuro della nostra Comunità.
La prima considerazione riguarda la destinazione a servizi sanitari territoriali dell’attuale stabilimento, il che consentirà di conseguire quattro obiettivi:
• Collocare tali servizi in un’unica sede più ampia e funzionale, comprensiva dell’ospedale di Distretto che verrà ampliato e migliorato dal punto di vista alberghiero e riabilitativo;
• Allocare nella struttura gli ambulatori dei medici di Medicina Generale e pediatri convenzionati, in modo da avere una migliore integrazione funzionale fra tutte le componenti della sanità territoriale, secondo il modello proposto dal ministro Livia Turco denominato “Casa della Salute”;
• Risparmiare il canone di affitto pagato per l’attuale sede di proprietà privata del Centro di Salute;
• Fare sì che l’insieme delle attività della struttura contribuiscano a vivificare l’area centrale del capoluogo.
Si è ritenuto inoltre strategico puntare su alcuni nuovi servizi, fondamentali per rispondere ai bisogni emergenti della popolazione, quali una Residenza per anziani dotata di 40 posti letto convenzionati con la Regione, obiettivo per il quale il Comune ha già fatto passi importanti.
Si punta inoltre sull’attivazione di un Centro Didattico della A.S.L. per il trattamento delle emergenze cliniche, finalizzato alla formazione e all’addestramento sia del personale sanitario che dei tanti soggetti che oggi sono chiamati ad apprendere le pratiche rianimatorie di base (Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco, Protezione Civile, ecc.).
Tale Centro, per l’elevata qualità dei professionisti di cui dispone la A.S.L., potrà richiamare utenza da tutta la Regione ed anche da fuori Regione; il Comune, se necessario, è disponibile a sostenere tale progetto anche con proprie risorse.
E’ stata inoltre confermata la richiesta di attivare un Centro di Odontoiatria e Protesica di qualità a tariffe convenzionate che, per i cittadini in condizioni “di particolare vulnerabilità” avrà carattere gratuito con la sola esclusione delle protesi che peraltro avranno un costo particolarmente contenuto.
Vogliamo infine ricordare che è stata richiesta la permanenza di un’ambulanza 118 presso il capoluogo per mantenere tempi di intervento adeguati e garantire continuità di intervento sul territorio alla destra del Tevere anche in caso di esondazione del fiume che, negli ultimi anni, ha portato in alcune occasioni alla interruzione della variante del Cerro e del ponte in località Montemolino, interrompendo i collegamenti con la E45.
Quanto al nuovo ospedale il Consiglio Comunale si è proposto un approfondimento riguardo all’offerta di servizi; auspichiamo che ciò venga fatto in collaborazione e accordo con gli altri Comuni del comprensorio.
E’ di buon auspicio che il Sindaco di Marsciano sia stato nominato Presidente della Conferenza dei Sindaci della A.S.L. 2, con voto unanime dei 24 sindaci che la compongono, a prescindere dal segno politico.
Cogliamo l’occasione per ribadire il nostro compiacimento e per fare i nostri auguri di buon lavoro ad Alfio Todini per questo incarico di particolare rilevanza.
Vogliamo infine richiamare che il Consiglio Comunale ha previsto un percorso di seminari tematici, aperti a operatori e cittadini, per approfondire e chiarire nei dettagli gli aspetti più rilevanti della programmazione sanitaria che si va a realizzare nei prossimi mesi.
Sinistra e Libertà – circolo di Marsciano
27 novembre 2009
La Consolazione "tradita"
Dinanzi alla scelta, a dir poco scellerata, di infiggere sulle pietre stesse del Tempio di Santa Maria della Consolazione un nuovo impianto di illuminazione dello stesso, un gruppo di cittadini tuderti ha inteso il bisogno di auto costituirsi in associazione spontanea a difesa di questo monumento. Questi liberi cittadini, spinti soltanto dall’amore per la bellezza di uno dei monumenti rinascimentali più conosciuti dell’arte italiana, giudicando tale intervento come inutile e particolarmente dannoso, hanno inteso intraprendere questa battaglia a difesa di quanto i nostri antenati hanno inteso lasciare di stupendamente bello , questo si, a noi e alle generazioni future.
Per "migliorarlo", cosa non necessaria ed inutile, è stato deciso di illuminarlo con un nuovo apparato di luci che, oltre a intaccarne la struttura e romperne l’armonia estetica, ne darà una visione che farà cambiare l’effetto architettonico che il disegno, attribuito al Bramante, aveva voluto dare a questo tempio noto in tutto il mondo. Studiosi dell’arte rinascimentale sono arrivati a Todi per vederlo, studiarlo, ammirarlo. Per 500 anni gli occhi dei tuderti e di tutti coloro che si sono trovati a passarvi dinanzi hanno potuto godere con il cuore e con lo spirito, al di là delle loro convinzioni religiose, di una bellezza travalicante qualsiasi tipo di barriera.
Dopo 500 anni tutto questo viene messo in discussione da un germe terribile ed incontrollabile: l’arroganza dell’ignoranza.
Dinanzi a tutto ciò non possiamo tacere, non dobbiamo tacere, perchè i nostri figli ed i figli dei nostri figli, anzi tutti coloro che verranno dopo di noi, non dovranno essere privati del piacere di ammirare la bellezza e la maestosità di questo bene che non è solo nostro, ma appartiene a tutta la comunità mondiale e che i nostri avi ci hanno lasciato così generosamente.
Il comitato “Difendiamo la Consolazione” intende battersi con ogni mezzo legale affinchè tale scempio sia sanato in ogni modo.
Comitato “Difendiamo la Consolazione”
26 novembre 2009
Per un pugno di spiccioli non vale la pena
A prescindere che nel nord dell’Europa, da decenni, esistono bagni pubblici con la gettoniera e che quindi la tanta ironia di Caprini è fuori luogo, egli ed il consigliere Rossini, alzano tanto polverone (uno su Tamtam e l’altro in Consiglio comunale) per una banalità che troverà certamente una soluzione.
Anche perché, alcuni consiglieri di Maggioranza, avevano già mosso dei rilievi in merito ed espresso dissenso per l’euro necessario a far aprire il Sesamo dei bagni pubblici sotto i Voltoni. Personalmente, se ne fossi venuto a conoscenza, avrei espresso addirittura parere negativo, perché, se l’installazione della gettoniera è stata motivata per ostacolare i vandali che distruggono ripetutamente accessori e quant’altro, beh, non mi sembra che ciò impedirà a questi incivili, costo un euro, di entrare e sfasciare tutto egualmente. Se a
Caprini e a Rossini può far piacere saperlo, sono del parere che la gettoniera venga tolta. Dunque, tanto cancan per questa vicenda, portata addirittura enfaticamente in Consiglio Comunale da Rossini, dà la misura della pochezza di questa Minoranza, sempre pronta a “scaldarsi” per le inezie e le "omissis", ma incurante dei veri problemi della Città, problemi annosi, ormai radicati, ereditati dalle loro gestioni amministrative.
Mario Epifani – Fiamma Tuderte
26 novembre 2009
Angeli senza pistole
26 novembre 2009
Gran Hotel WC: acqua che viene, acqua che va
Ormai i tuderti e i turisti hanno tre possibilità (a parte mettere a frutto la loro capacità di resistenza): sborsare un euro, recarsi in uno degli esercizi pubblici che devono per legge consentire l’utilizzo dei servizi igienici oppure approfittare di qualche splendido angolo della nostra città per soddisfare le proprie necessità. Probabilmente chi ha patologie alla prostata dovrà pensarci due volte prima di recarsi al centro storico sprovvisto di bancomat o carta di credito. Ma cosi è!
A parte gli scherzi riteniamo che l’iniziativa sia alquanto fuori luogo anche per la crisi economica che non risparmia le attività commerciali del centro storico e per l’esigenza di incentivarne la fruizione. Questa trovata si aggiunge all’aumento dei parcheggi che se, dicono loro, è stata giustificata dal prolungamento dell’orario di apertura della risalita meccanizzata, certamente non aiuta il rilancio dell’acropoli tanto predicato a parole quanto scarsamente perseguito nei fatti.
Auspichiamo che almeno la Giunta torni indietro sull’ultima trovata che oltre che inopportuna risulta alquanto di cattivo gusto.
26 novembre 2009
Gli "inConsolabili"
La prima fu per il pessimo intervento di pulitura del paramento murario: un restauro disomogeneo che ha lasciato la superficie lapidea chiazzata in più parti e in qualche caso addirittura incompiuti, basta vedere, ad esempio, alcuni cornicioni e mascheroni rimasti anneriti.
La seconda fu per l’istallazione dell’organo, uno strumento sicuramente pregiato e nobile, ma assolutamente sproporzionato nella forma e nel volume per quel tipo di architettura interna, per cui risulta goffo e sproporzionato perfino l’altare antico ma posticcio. Oramai il tempio sembra assolvere più alla funzione di “matrimonificio” che a luogo di culto: per i tre minuti della Marcia Nuziale di Mendelssohn, sarebbe stato sufficiente qualcosa di più modesto ed invasivo.
La terza fu per l’istallazione dei nuovi lampioni del marciapiede nell’area prospiciente del tempio, che di fatto tagliavano in due il cono visivo della facciata. Fortunatamente sono stati rimossi.
Questa quarta, riguarda il nuovo progetto d’illuminazione del tempio, già in avanzata frase esecutiva.
“Il Tempio di Santa Maria della Consolazione è un edificio chiave per comprendere l’architettura rinascimentale italiana.”
“Il Tempio di S.Maria della Consolazione a Todi è uno degli esempi di chiesa a pianta centrale più riusciti di tutto il periodo rinascimentale. Si tratta di un oggetto di architettura di importanza internazionale.”
“Il tempio di S. Maria della Consolazione, è una chiesa a pianta centrale che si trova all’esterno delle mura di Todi. Opera architettonica di importanza internazionale, è considerato uno degli edifici-simbolo dell’architettura rinascimentale.”
Vorrei chiedere perché non è stato possibile montare i fari in modo da non risultare visibili, riducendo così al minimo l’impatto delle apparecchiature sulla struttura architettonica.
Vorrei chiedere se Il metodo d’ installazione ha consentito la posa in opera dei corpi illuminanti e dei circuiti elettrici senza l’ausilio di alcun punto di fissaggio sul preziosissimo materiale lapideo. In altri termini, se sono stati utilizzati chiodi, colle, o altri sistemi distruttivi. Certo, oramai i lavori sono quasi terminati, non c’è possibilità per un ripensamento come per i lampioni stradali, presto si inaugurerà in pompa magna la fantasmagorica illuminazione del tempio e tutti i cortigiani saranno entusiasti e felici, come nella storia del “Re nudo”.
Carlo Zoccoli
25 novembre 2009
Il Castello di Montignano inaccessibile
25 novembre 2009
Angeli con le pistole
E’ ormai consuetudine cercare la polemica politica in ogni azione dell’Amministrazione e non poteva sfuggire a questa regola il problema dell’armamento della Polizia Municipale a Todi.
Il tasto della sicurezza è uno dei più dolenti in Italia e, anche se nella nostra Regione si assiste ad una percentuale di atti criminosi inferiore a quelli di altre zone del paese, non sfugge a nessuno che da tempo ormai, “l’isola felice”, comincia a mostrare la corda di fronte ad una società malata e ad una criminalità che si allarga sempre di più.
L’Amministrazione Comunale di Todi ha fatto della sicurezza il suo cavallo di battaglia e nel potenziamento della Polizia Municipale la logica conseguenza di una mentalità tesa a garantire la vita e le cose dei cittadini.
Non è accettabile, infatti, relegare il ruolo della Polizia Muncipale a quello di mero esattore con il blocchetto delle multe, così da creare un “nemico del cittadino”.
Per troppi anni, il Corpo di Polizia Municipale è stato bistrattato e privato di mezzi e dotazioni, quasi che non fosse uno degli elementi cardine della Amministrazione cittadina, ma un peso da sopportare malvolentieri.
La Amministrazione di centrodestra, invece, fedele all’impegno preso con gli elettori ha avviato una profonda opera di riqualificazione del Corpo, dotandolo di mezzi idonei (come l’unità mobile che ci invidiano i comuni di tutta l’Umbria), promuovendo la formazione e l’aggiornamento (ad esempio sul rilevamento degli incidenti stradali che finalmente vengono fatti dalla Polizia Municipale), introducendo i servizi estivi notturni e quelli nelle frazioni, installando le prime telecamere nel centro storico, introducendo numerose stazioni di rilevamento del controllo della velocità.
Queste sono soltanto alcune delle azioni poste in essere dal Centrodestra, che continuerà la sua azione sulla sicurezza e sul benessere dei cittadini.
La Polizia Municipale non è soltanto un Corpo di controllori delle automobili in sosta vietata, è anche e soprattutto polizia locale con compiti di Agenti o Ufficiali di Polizia Giudiziaria, di Agenti di Polizia Stradale, ai sensi dell’art. 12 co. I lett. f) Codice della Strada Decreto Legislativo n.285/1992 e di Agenti di Pubblica Sicurezza, in funzione ausiliaria alle Forze di Polizia dello Stato, quando vengono riconosciuti tali dal Prefetto competente per territorio, su richiesta del Sindaco.
E, per rispondere alle esigenze di un servizio completo ed efficace, non possiamo lesinare mezzi e dotazioni.
D’altro canto, questa linea è, a livello nazionale, assolutamente bipartisan e condivisa da tutte le espressioni moderate del nostro Paese, è infatti la linea dell’ANCI nazionale, è la linea della Conferenza Stato Regioni, è la linea del “Patto sulla sicurezza” introdotto dal Governo Amato e così via.
La nostra sinistra, come solito purtroppo, si dichiara contraria a qualunque tipo di intervento, anche se dettato dalla legge, in particolare quella regionale del 25/01/2005, la quale stabilisce che “gli Enti locali nell’ambito della propria autonomia, qualora stabiliscano di non armare la Polizia locale, non possono impiegare il personale in servizi di vigilanza esterna”.
E’ chiara la disposizione regionale che si allinea a quella nazionale per tutelare l’incolumità dei cittadini e degli operatori stessi.
Tutto ciò, ad una persona ragionevole, sembrerebbe una cosa scontata, ma, evidentemente, alla sinistra tuderte, tutto ciò che è razionale va di traverso, e senza una logica accettabile, si schiera contro le proposte della maggioranza.
A nulla sono valsi i chiarimenti portati in Copmmissione dal Sindaco e dalla Giunta sulla bontà del provvedimento.
La sinistra testardamente si è opposta con futili argomentazioni tese solo ad ostacolare il cammino di un indirizzo politico-amministrativo che aveva visto già da tempo impegnata l’Amministrazione Comunale nella ricerca di mezzi idonei al controllo del territorio per la sicurezza dei cittadini.
“Desidereremmo che il PD – ci dice il Coordinatore del PDL – mettesse in pratica la millantata collaborazione con la maggioranza e non fosse sempre contrario per principio.
Sono finiti i tempi della contrapposizione ideologica, ma sembra che non se ne siano accorti.”
Il Popolo delle Libertà – Todi
23 novembre 2009
Dopo tre anni dalla morte di un malato di Sla tutto è fermo
Tre anni fa Luca Coscioni, a 39 anni, se ne andava, dopo essersi battuto fino alla fine contro le conseguenze della SLA, una fra le malattie più devastanti, che colpisce l’uomo privandolo delle sue capacità motorie. E’una malattia degenerativa progressiva del sistema nervoso che colpisce selettivamente i cosiddetti neuroni di moto centrali a livello della corteccia cerebrale, quelli periferici a livello del tronco encefalico e del midollo spinale.
Due anni fa, Piergiorgio Welby moriva per sua scelta, non sopportando più un’esistenza ormai impossibile da sopportare e che l’aveva ridotto a dipendere da una macchina al 100%.
Entrambi, insieme a tanti altri nella loro stessa situazione, si sono battuti per il diritto ad autodeterminarsi e perché venisse loro permesso di ribellarsi alla loro condizione di prigionieri del proprio corpo.
E due anni fa, una società sempre molto intransigente con i più deboli, non solo non li ha aiutati a ribellarsi alla loro terribile situazione, ma anzi, si è battuta con pervicacia perché queste persone non avessero nemmeno il conforto di morire in pace con il mondo.
Oggi, dopo lo sciopero della fame fatto da molti malati di SLA, un gruppo di 5 parlamentari, capeggiati da Maria Antonietta Farina Coscioni, ha iniziato lo sciopero della fame a sostegno di questi malati, perché ad essi siano garantiti tutti i trattamenti minimi sanitari e quei supporti che li possano ancora tenere legati al mondo.
Dinanzi ad una situazione così vergognosa, non possiamo non ripensare a quanti, dinanzi alle posizioni di Luca Coscioni, alla battaglia di Pierluigi Welby per una morte dignitosa, si scatenarono in una battaglia ideologica ed integralista perché fosse negato loro il diritto di morire dignitosamente ed in pace.
Oggi, a distanza di tempo, ci chiediamo dove sono quelle persone.
Oggi, dinanzi a questo ennesimo atteggiamento superficiale e silente delle istituzioni, ci chiediamo dove sono quelle persone.
Oggi dinanzi all’indifferenza ed al silenzio di quasi tutti, ci chiediamo ancora, dove sono andate a finire coloro che così fervidamente di batterono allora per affermare che nessuno ha il diritto ad autodeterminarsi.
Oggi ci chiediamo come mai quelle coscienze, così accese allora, ora sono sopite e non fanno sentire alto il loro grido in difesa di coloro che chiedono semplicemente un po’ di dignità ed assistenza per la loro malattia. In un Paese diviso fino allo stremo, tutto proteso a scagliarsi l’un contro l’altro armato, probabilmente ora questa battaglia non interessa più.
Forse è diventata, troppo precocemente, demodé.
Quello che invece non passa e non cambia è la sofferenza terribile e disumana di queste persone.
Ma ora interessa ancora a qualcuno?
Noi vogliamo umilmente ricordare, a quelle schiere di fervidi cattolici che alzavano al cielo la sofferenza del Cristo per mostrarla a chi chiedeva di non soffrire più, che per questi malati la sofferenza è continuata, terribile ed inesorabile, né è mai stata intermittente come l’attenzione di quei crociati.
Loro la croce non l’hanno mai poggiata a terra.
Loro non si sono mai potuti permettere di riposarsi nemmeno un minuto.
Fino a quando non hanno deciso di abbandonare la lotta e di andare verso la pace.
In pace.
Per meglio ricordarli lo vorremmo fare con le parole con cui Luca Coscioni chiudeva una delle sue tante lettere accorate e rabbiose:
C’era un tempo per i miracoli della fede. C’è un tempo per i miracoli della Scienza. Un giorno, il mio medico potrà, lo spero, dirmi: Prova ad alzarti, perché forse cammini.
Ma, non ho molto tempo, non abbiamo molto tempo.
E, tra una lacrima ed un sorriso, le nostre dure esistenze non hanno certo bisogno degli anatemi dei fondamentalisti religiosi, ma del silenzio della libertà, che è democrazia. Le nostre esistenze hanno bisogno di una cura, di una cura per corpi e spiriti.
Le nostre esistenze hanno bisogno di libertà per la ricerca scientifica. Ma, non possono aspettare.
Non possono aspettare le scuse di uno dei prossimi Papi.
Paolo Ferracchiati
.
17 novembre 2009
Assegno di cura non autosufficienti : la Regione Umbria dice no !
L’assegno di cura e’ uno strumento in uso in molte regioni italiane, il suo scopo e’ supportare le famiglie che ospitano disabili o anziani non autosufficienti.
L’assistenza di un proprio congiunto comporta oneri e sacrifici che molti di noi affrontano con amore e dedizione spesso lasciando il posto di lavoro o rinuncindo al tempo da dedicare a se stessi.
Lombardia, Veneto, Liguria, Trentino, Sardegna e Sicilia, ma l’elenco può continuare, offrono alle famiglie con disabili cifre che variano dai 300 ai 1800 al mese.
Uno degli obbiettivi prevalenti di queste elargizioni e’ quello di evitare il ricorso a residenze, istituti o piu’ semplecemente ospizi, ove altrimenti famiglie sempre piu’ in difficolta’ economiche o comunque a basso reddito sarebbero costrette a relegare i propri cari.
Nelle strutture pubbliche o private i costi per l’assistenza so no altissimi e variano da un minimo di 1500 fino a 10000 euro al mese.
Con le stesse cifre si possono supportare molte piu’ famiglie con persone non autosufficienti evitando il terribile e deleterio sradicamento dai propri contesti di vita.
La Regione Umbria ha abrogato la legge n. 24 del 2004 “Assegno di cura per l’assistenza a domicilio di anziani gravemente non autosufficienti” elimindo la possibilita’ per migliaia di famiglie umbre di accedere direttamente alle somme stanziate nel fondo per la non autosufficienza.
Questa scelta obbliga di fatto a ricorrere alle residenze o ad affrontare ulteriori privazioni e sacrifici.
Con la legge regionale n. 9 del 2008 “istituzione del fondo regionale per la non autosufficienza e modalita’ di accesso alle prestazioni” legge peraltro giunta con notevole ritardo in rapporto alle altre regioni, non si fanno riferimenti all’assegno di cura ma paradossalmente si sottol inea l’importanza di mantenere l’anziano malato o il disabile nel proprio contesto familiare.
Dei 34 milioni stanziati nel 2008 dalla legge regionale n.9 i cittadini umbri al momento non hanno usufruito di un centesimo ne si sono osservati incrementi nei gia’ esigui servizi offerti.
Sia la legge regionale sopra citata(con tutto il suo carico di nuova burocrazia ed adempimenti),sia la legge regionale n.28 del 2007 che prevede la possibilita’ di ottenere un contributo mensile per coprire gli oneri contributivi e previdenziali delle badanti, al momento sono lettera morta.
Anche la regione Toscana e la regione Marche fino ad ora non prevedono l’assegno di cura come forma di aiuto dei disabili e dei loro congiunti.
Per delle amministrazioni regionali che della tutela dei piu’ deboli fanno motivo di vanto e orgoglio tutto cio’ e semplicemente vergognoso !!
Vergogna!! per le scelte politiche e per le immonde lungaggini.
Francesco Conti
16 novembre 2009
Caso Emicom: chi ha paura dei Massetani?
Se, infatti, noi Massetani amiamo la Terra che Dio ci ha donato io non capisco perché una nostra partecipazione costrittiva, diversa da quella scritta nei fogli affissi nelle varie bacheche posizionate dietro la Chiesa Nuova, possa influire negativamente sulle “trattative in corso”, a meno che non si tratti solo di interessi propri agli interessati, che escludano soluzioni con maggior Valore Aggiunto, più condivisibili dalla maggioranza dei Massetani.
Aspettiamo “a stretto giro di bacheca” una risposta più dettagliatamente motivata, e lo diciamo senza timori pregiudiziali delle vecchie volpi che temono la pellicceria.
Renato Domenico Orsini
13 novembre 2009
Raniero La Valle sulla questione crocefisso
Segnalo alla redazione queste frasi, scritte dal noto intellettuale cattolico Raniero La Valle, sul quotidiano "Liberazione"
"Non credo che quello che oggi manca in Italia sia il riaccendersi di un conflitto religioso, di una guerra ideologica. ….
Incendio al "Crocefisso"frutto di un atteggiamento di odio e di vilipendo della Chiesa
Se qualcuno si è sentito offeso dalle mie “frettolose” ed “improvvide” parole me ne scuso con tutto il cuore, se i miei “frettolosi” ed “improvvidi” pensieri e ragionamenti hanno in qualche modo messo in cattiva luce l’illuminatissima sentenza della Corte di Strasburgo chiedo umilmente venia, se il mio “frettoloso” ed “improvvido” appello a tutti i cattolici a tornare alle origini e a riscoprire la fede ha umiliato le coscienze più libere me ne assumo totalmente la colpa.
Vedete cari amici, il fatto che un signore si senta in diritto di appiccare il fuoco in una Chiesa perché vuole dei soldi non riesce a lasciarmi indifferente; la profanazione di un luogo per me sacro è per la mia “frettolosa ed improvvida” coscienza un fatto gravissimo ed è a mio modestissimo avviso il frutto di un atteggiamento di odio e di vilipendio a cui assistiamo da mesi nei confronti della Chiesa cattolica.
Il clima che si è creato negli ultimi tempi, reso ancor più teso dopo la nota sentenza di Strasburgo, rischia di ingenerare il convincimento che tutto sia profanabile, tutto sia senza valore tutto sia calpestabile e l’incendio alla Chiesa del Crocefisso ne è l’esempio lampante!
Non è il motivo per cui è stato compiuto il gesto ad interessarmi; quello che volevo denunciare nel mio “frettoloso ed improvvido” intervento è che sia diventato “normale” un gesto tanto grave ed offensivo nei confronti della Chiesa, che questo clima non deve lasciare indifferenti le coscienze di chi crede.
Se poi il mio intervento -scritto veramente col cuore -deve diventare motivo per l’ennesimo scontro e l’occasione per continuare a fare polemiche stupide e sterili Vi ringrazio sentitamente ma non mi interessa!
Frettolosamente ed improvvidamente saluto
12 novembre 2009
Sagrantino, è tutto da rifare
L’amministrazione si autocelebra con dispendiosi eventi per turisti di passaggio ma evita di affrontare quelli che sono i principali fattori della crisi che ha investito il settore colpendo in particolar modo i piccoli produttori in seguito al ridotto appeal del sagrantino sul mercato, che ha determinato come primo effetto il crollo dei prezzi delle uve.
Francamente ci si aspettava che questa nuova amministrazione avesse affrontato seriamente la situazione anche perché in campagna elettorale lo aveva promesso dichiarando, alla presenza del sottosegretario Bonfiglio, che si sarebbe istituito un assessorato all’agricoltura.
Ma si sa, promettere costa poco! E poi “passata la festa gabbato lo Santo”.
L’UDC ritiene necessario e improcrastinabile un intervento che porti alla identificazione di un nuovo modello di sviluppo nella consapevolezza che siamo alla fine della 1^ fase di espansione del fenomeno “Sagrantino” e che, come già accaduto in altre realtà, se vogliamo superare questo momento di crisi per raggiungere obiettivi sempre più alti, dobbiamo impegnarci tutti di più.
Dobbiamo portare il nostro vino sul mercato globale organizzando eventi nei paesi terzi e non solo a Montefalco, dove potremmo richiamare turisti passaggio che poco sono determinanti per il marketing del prodotto.
Organizzare eventi nel mondo collegati con work shop dove gli agricoltori incontrano i potenziali clienti, è questo che una sana amministrazione deve fare, magari coinvolgendo le istituzioni finanziarie, e non invece realizzare piccole fiere paesane che attirano principalmente turisti curiosi ma non player di mercato.
Occorre pianificare una politica di sviluppo che, vale la pena ricordare, coincide con lo sviluppo del nostro territorio e di tutte le categorie imprenditoriali, non solo delle cantine.
L’UDC propone di istituire una Consulta del Sagrantino, aperta a tutte le forze produttive, all’Università, alla stampa, alla politica ed a ogni istituzione che può contribuire alla realizzazione di un progetto di rilancio e, successivamente, al monitoraggio dell’economia vitivinicola montefalchese.
10 novembre 2009
Bruciato l’altare della chiesa del Crocefisso
E’ strano l’animo umano, è strano il sentimento di dolore e di svilimento che si prova quando vengono calpestati, bruciati, beffeggiati i propri ideali, i propri simboli, la propria fede.
Pochi minuti fa ho ricevuto una telefonata di quelle che non si vorrebbero mai ricevere, di quelle che bruciano in viso come uno schiaffo dato senza motivo; la voce al telefono mi diceva che qualcuno stanotte ha bruciato l’altare della Chiesa del Crocefisso.
Il primo istinto è stato quello di rabbia e di un sentimento poco cristiano di vendetta contro chi per l’ennesima volta, senza alcuno scrupolo, reso forte da Corti europee cieche e stolte, non teme e non si vergogna di distruggere quanto di più sacro e intimo abbia la nostra gente, la nostra città, le nostre famiglie.
La mente ed il cuore sono andati a quella Chiesa a me tanto cara, che mi ha visto tante volte sperare, soffrire, ridere, gioire, diventare grande e a quell’altare semplice e allo stesso tempo possente come il cuore di ogni buon cristiano.
Penso con angoscia a questa notte quando qualcuno sarà entrato in Chiesa e ridendo avrà acceso il fuoco sperando forse di intimidire, di ridicolizzare chi in quel Dio si riconosce, chi in quel Dio trova ogni giorno la forza di andare avanti, chi in quel Dio trova la propria stessa ragione d’esistere.
Mi auguro solo che questo atto vile e disgustoso rimanga isolato e che non si debba più ripetere uno scempio simile; non nascondo, tuttavia, il timore fortemente fondato che questo incendio sia solo il primo frutto di un clima di odio e discredito che ormai da tempo permea la nostra società .
Una società che dimentica le proprie origini, che sputa addosso a quei Crocefissi definiti “miseri cadaverini”, che rinnega le tradizioni del proprio popolo in ragione di un’idea sbagliata e discriminatoria di uguaglianza, che non è in grado di riconoscersi nel proprio passato difficilmente sarà in grado di progredire .
Non è gettando odio contro i Cristiani, non è togliendo i Crocefissi dalle aule, non è svilendo e beffeggiando millenni di tradizione di un popolo che si creerà un mondo libero; questa è solo la strada che rischia di portarci verso una voragine di violenza che nulla ha a che vedere con la fede.
Il mio grido va a tutti i cattolici perché in questo momento così particolare non si limitino a lamentarsi e a piangersi addosso ma riscoprano con forza ed orgoglio le proprie tradizioni, perché non si chinino con stanca indolenza a chi vuole distruggere la nostra fede e i nostri simboli; torniamo alle origini, portiamo i nostri figli al catechismo, insegnamogli che non c’è da vergognarsi nel fare il segno della croce, che non è da sciocchi andare alla Messa la domenica, che il Natale è il giorno in cui nasce Gesù e non quello in cui passa Babbo Natale!
Torniamo a insegnare ai nostri figli le preghiere, le poesie bandite dalle scuole solo perché si nomina Gesù, insegnamogli il gusto dell’associazionismo cattolico, spieghiamo ai nostri giovani che non c’è niente di più bello che sentirsi fratelli e figli di Dio.
E’ solo munendo i nostri giovani di questo bagaglio di valori che potremo sopravvivere e fondare veramente una società multiculturale in cui il “diverso” non debba essere temuto e visto come chi vuole distruggere la tua dignità ma solo come qualcuno da cui imparare e con cui confrontarsi per poter crescere serenamente insieme.
Infine solo una parola a chi ha compiuto un atto tanto barbaro e a chi oggi sorride dinanzi a questa profanazione: VERGOGNATEVI.
Elena Baglioni
9 novembre 2009
Il Pd smetta di dare "fumo negli occhi" sulla crisi Emicom
A proposito dei contenuti dell’articolo apparso il 3 novembre scorso, firmato partito democratico di Massa Martana, dico che bisogna smetterla di gettare inopinatamente fumo e discredito in particolare nei miei confronti, senza sapere di cosa si stia parlando. Gli autori (o l’autore) dell’articolo mostrano tutta la loro scarsezza nel comprendere l’importanza della richiesta di un Consiglio Straordinario aperto sulla crisi Emicom avanzata da un quinto dei consiglieri comunali.
Il PD afferma di non volere il Consiglio Comunale aperto in merito alla crisi Emicom (peraltro ritengo che essendo una richiesta qualificata, perché avanzata da un quinto dei consiglieri, la convocazione del Consiglio sia comunque un atto dovuto per legge)! Eppure in un momento così critico per un azienda del nostro territorio tenere un consiglio comunale straordinario aperto al pubblico sarebbe stato, da una parte, un segnale importante per dare ancora più forza, con l’appoggio istituzionale del Consiglio Comunale, alla richiesta di intervento in favore dell’EMICOM delle istituzioni regionali e nazionali, dall’altra, un’occasione per compattare tutte le forze politiche del territorio in favore del tessuto produttivo della nostra realtà.
E’ palese, pertanto, che quanto asserito nell’articolo del 3 novembre a firma partito democratico sia intriso di una grande miopia politica e di un disinteresse nei confronti dei vari problemi del territorio che non sono rappresentanti dalle “minoranze”, ma dalla crisi imperante che rischia di travolgere centinai di famiglie.
Se poi il PD ritiene che non sia il caso di convocare il Consiglio Comunale, smentendo così anche il proprio Sindaco, è un problema interno al suo assetto e mi chiedo di quante anime esso sia formato, visto che esponenti dello stesso partito non parlano la stessa lingua.
Ribadisco con forza la necessità di un confronto politico istituzionale che deve avvenire in seno al Consiglio Comunale di Massa Martana, luogo in cui siedono coloro che devono occuparsi in prima persona , perché rappresentano la collettività massetana, di tenere alto l’interesse sui problemi della nostra comunità e trovare le soluzioni per la crisi che sta attanagliando un industria del nostro territorio.
Io stesso avevo concordato con il Sindaco Maria Pia Bruscolotti che prima del Consiglio Comunale richiesto, i Capigruppo si sarebbero riuniti per concordare un documento comune da presentare e da votare all’unanimità il che avrebbe dimostrato un alto senso di responsabilità di tutte le forze politiche.
Mi duole dirlo, ma chi ha scritto talmente tante inesattezze nell’articolo citato, non vive l’amministrazione né dimostra di conoscere come si è mossa e si sta muovendo l’Amministrazione Comunale su una questione così delicata; a tal proposito preciso che all’assemblea svoltasi presso la sede dell’Emicom, il mio comportamento è stato improntato, non a “cadere dalle nuvole” (prima di scrivere fandonie bisogna partecipare alle assemblee…?) ma a chiedere con forza due tipi di interventi:
1.Riconoscere il ruolo positivo svolto da sindacato nei confronti dei lavoratori;
2.Alzare la qualità della trattativa per una grande azienda come l’Emicom, perché è giusto che i sindacati a livello regionale si rendano protagonisti di far intervenire le istituzioni con la presenza di tutte le categorie, e il coinvolgimento dell’Assessore regionale alle attività produttive Giovannetti e della Presidente della Giunta Regionale Maria Rita Lorenzetti che come suo compito (vedasi quello che è stato fatto per la Merloni) dovrebbe aprire un tavolo di confronto con il governo centrale e soprattutto con il ministro Scajola.
Queste sono le proposte che il consigliere Antoniucci ha avanzato per contribuire al trovare una soluzione alla crisi Emicom al fine di mantenere questa azienda nel territorio massetano, ma soprattutto salvaguardare i 220 dipendenti che vi lavorano.
Se poi su un problema così delicato non si può avere nemmeno un Consiglio Comunale aperto, già concordato con il Sindaco, la mia proposta per mettere in evidenza a livello regionale questo grave problema sarà quella di prendere in considerazione delle manifestazioni con i lavoratori dell’Emicom dinanzi alla Regione Umbria come altre aziende per risolvere i loro problemi hanno fatto, o se necessario promuovere un’assemblea pubblica a Massa Martana.
Tutto ciò con l’appoggio dell’esecutivo del partito socialista che mio tramite riteneva fondamentale un confronto istituzionale anche a livello locale.
Luciano Antoniucci – consigliere comunale di minoranza
8 novembre 2009
A proposito di caccia e di Far West
Vorrei rispondere alla lettera del Signor Lorenzo Grighi sulla caccia e visto che è molto arrabbiato desidererei invitarlo a calmarsi quando scrive una lettera, altrimenti corre il rischio di dare giudizi non troppo sereni e obiettivi.
Premesso questo: non credo che i cacciatori violino la sua privacy più della società in cui lui è integrato. Le “pratiche illecite" come le chiama sono ben altro, Signor Grighi, e non sono qui per elencarle, altrimenti non basta una lettera.
Lo stato di diritto a cui si erge a paladino e sofista prevede che ogni individuo è responsabile delle proprie azioni, quindi non confonda “individualità con categoria", e siccome lei fa riferimento alla storia si ricordi che questa confusione ha generato nel percorso umano disastri deleteri.
La storia del Far West, Signor Grighi, non appartiene alla nostra cultura quindi non la prenda come esempio negativo, prima di averla studiata e valutata nel corso di esperienza storica e civile.
Ah! Dimenticavo: lei con quell’articolo, a mio modesto parere, ha buttato via non 150 anni di storia, ma ben più di 2000, visto che la caccia ha nutrito, evoluto, socializzato, reso libero l’uomo nel suo cammino culturale e sociale .
B. Tito Dante
8 novembre 2009
Sinistra e Libertà: basta strumentalizzazioni sul biodigestore
Dobbiamo purtroppo constatare che, nonostante da tempo sia finita la campagna elettorale, alcune forze politiche continuano a strumentalizzare la vicenda riguardante l’impianto di trattamento reflui ad Olmeto, peraltro ormai disattivato dai primi di agosto (esattamente come previsto dal programma dell’attuale maggioranza) per ragioni tecniche ed economiche.
Ricordiamo che il Consiglio Comunale in data 11 settembre ha approvato a maggioranza un ordine del giorno che conferma la volontà di dare una prospettiva agli allevamenti presenti nel Comune in un contesto di compatibilità economica.
Tra i punti salienti di tale determinazione c’è la istituzione di una Commissione Tecnica di alto profilo, con membri appartenenti ad Istituzioni regionali e nazionali, che valuterà eventuali progetti che gli allevatori dovessero proporre di adeguamento e gestione dell’impianto consortile, o di altre soluzioni, per il trattamento dei liquami, cui dovrà essere associato un piano di adeguamento degli allevamenti tecnologicamente più arretrati ed impattanti.
La valutazione della Commissione istituita riguarderà innanzitutto benefici ed inconvenienti ambientali delle soluzioni proposte.
Al contrario di quanto Rifondazione Comunista vuol far credere, l’Amministrazione Comunale non ha alcuna pregiudiziale contrarietà a soluzioni aziendali piuttosto che consortili, con la precisazione che, trattandosi d’imprese agricolo-zootecniche, l’Amm.ne non può imporre soluzioni.
Riteniamo che si voglia far solo trita demagogia quando si parla di “depuratori di stalla a basso costo d’investimento” che risolverebbero tutti i problemi: se veramente così fosse, per quale ragione gli allevatori non dovrebbero adottare tale soluzione?
La verità è che solo le poche Aziende di maggiori dimensioni potrebbero sostenere i costi di un impianto aziendale, mentre rimarrebbe tagliata fuori la maggior parte dei piccoli allevatori.
In realtà nel settore della depurazione non ci sono soluzioni miracolistiche ma diverse soluzioni tecniche, ampiamente sperimentate, adottate da anni in molte regioni italiane ed in paesi europei ad alta intensità zootecnica.
Invitiamo pertanto tutte le forze politiche marscianesi a finirla una volta per tutte con l’utilizzare l’impianto di Olmeto per speculazioni di bassa lega ed a lavorare seriamente, con la massima trasparenza e partecipazione di tutti i soggetti interessati, per definire e condividere le soluzioni più idonee che consentano ad un importante settore economico di continuare ad operare in un contesto di maggiore compatibilità ambientale e di minore disagio per i centri abitati che vivono in prossimità degli allevamenti.
Sinistra e Libertà, con i propri rappresentanti in Giunta ed nel Consiglio Comunale, continuerà ad impegnarsi per raggiungere tali obiettivi, consapevole che occorre proseguire con tenacia nel percorso avviato e che i problemi complessi non si risolvono con gli slogan politici e con le affermazioni semplicistiche ma con la serietà e la continuità dell’impegno.
Sinistra e Libertà vuole infine rassicurare con questo sia le famiglie che vivono con la propria attività di allevamento sia gli abitanti delle zone interessate, nella convinzione che sono ugualmente importanti e legittimi gli interessi degli uni e degli altri e che è necessario l’impegno di tutti perché i due interessi divengano compatibili e che si esca finalmente dalla contrapposizione e dal conflitto sociale.
Sinistra e Libertà Circolo di Marsciano
6 novembre 2009
Riconvertiamo insieme l’Ospedale di Marsciano nell’interesse dei cittadini
Le opposizioni di centro-destra e di sinistra unite nella confusione e nella distorsione della verità. Le ricostruzioni fornite da parte di queste forze politiche dell’ultima seduta del Consiglio Comunale di Marsciano, rappresentano il tentativo di nascondere difficoltà politiche e inconsistenza programmatica cercando di sollevare strumentali polveroni.
Il documento sul futuro dei servizi sanitari della nostra città è stato ampiamente condiviso con tutte le rappresentanze del consiglio. Sono state accolte proposte di integrazione e, da parte nostra, abbiamo rinunciato ad inserire il tema della viabilità di collegamento verso Pantalla per favorire il voto unanime del Consiglio Comunale. Voto unanime che non è una necessità della maggioranza, ma avrebbe rappresentato un fattore di coesione istituzionale coerente con l’ampissimo consenso che le proposte contenute in quel documento riscuotono fra la cittadinanza marscianese. Condivisione necessaria ed importante quando si affrontano momenti di cambiamento straordinario su temi quali la qualità dell’assistenza sanitaria, centrali nella vita di una comunità, e che dovrebbero vedere tutti protesi verso il superamento di ogni logica di schieramento e ogni tentazione di strumentalizzazione elettoralistica, postuma o futura.
La discussione in Consiglio è invece cominciata (come chiunque può verificare scaricando dal sito internet del Comune l’audio dell’intera seduta consiliare) con le minoranze che, seppur con argomentazioni e toni diversi, hanno tentato di rimangiarsi gli impegni assunti in terza commissione e in due riunioni dei Capi gruppo, presentandosi in Consiglio senza aver preventivamente sollevato alcuna eccezione sul documento che era stato già ampliamente condiviso, pur avendo in mano questo documento per eventuali integrazioni da ben tre settimane. Di fronte a questo atteggiamento la maggioranza e il Sindaco hanno reagito con fermezza e con puntuali risposte nel merito ad argomentazioni in verità molto deboli, tanto è vero che, non senza imbarazzo, la minoranza di sinistra, alla fine, ha dichiarato di votare a favore, mentre quella di centro-destra si è divisa esattamente a metà, con due voti a favore del documento e due contrari, dopo aver tentato un rinvio della votazione. Questo grave atteggiamento della minoranza, il dire una cosa in commissione e un’altra in Consiglio, si era già verificato in occasione dell’ultima discussione sul biodigestore di Olmeto. Respingiamo quindi le accuse di arroganza e, se ci sono stati atteggiamenti provocatori, non sono certo imputabili alla maggioranza o al Sindaco. Continueremo comunque nell’azione aperta al confronto che ha caratterizzato fin dall’inizio questa legislatura, partendo, come nostro dovere, dal nostro programma amministrativo. Un confronto ha bisogno, però, di interlocutori capaci di proposte che entrano nel merito delle problematiche da affrontare e non di chi vorrebbe utilizzare tale disponibilità solo per furbizie e strumentalizzazioni.
5 novembre 2009
Per Rifondazione Todini è un sindaco arrogante
Durante la discussione sulle modifiche al protocollo d’intesa del 2001 che riguardavano questioni assai importanti come lo spostamento del servizio dialisi a Pantalla, i toni si sono immediatamente alzati alla nostra richiesta di chiarezza su alcuni punti controversi: in particolare la questione del secondo ponte sul Tevere che ci vede pienamente contrari. Nella bozza di ordine del giorno presentata dal sindaco in commissione c’era un punto che prevedeva la conferma della realizzazione di quest’opera, ne abbiamo chiesto lo stralcio che ci è stato accordato.
In consiglio, la parte introduttiva del documento ci è sembrata ambigua proprio su questo punto, percio abbiamo chiesto a Todini che ci confermasse che votando questo documento non avremmo avallato la costruzione del ponte. Qui sono iniziate le proteste della maggioranza che pretendeva, a nostro giudizio, una adesione acritica.
È assai grave che il consiglio si trasformi in gazzarra quando la maggioranza si trova in difficoltà nell’ottenere l’unanimità, e soprattutto non si può mozzare il dibattito affermando che le questioni si sono affrontate in commissione: il consiglio ha il dovere di affrontare ogni dettaglio di documenti di siffatta importanza prima di approvarli.
Cio’ che maggiormente ci preoccupa è il fatto che questa Amministrazione dimostri già un fortissimo nervosismo, infatti si è approfittato di questo parapiglia per sospendere i lavori proprio nell’imminenza della discussione sulle richieste dei cittadini di San Valentino, questione a cui la maggioranza sembra non essere in grado di dare risposte.
Evidentemente sia Todini sia il capogruppo del pd erano provati dai prolungati e ripetuti interventi ed hanno deciso perciò per il rinvio tralasciando il rispetto che si deve ai cittadini e che si esplica lavorando in Consiglio come in commissione anche fino a tarda notte se necessario.
Nonostante questo atteggiamento provocatorio, la nostra coalizione a saputo mantenere un comportamento responsabile continuando a ragionare sui temi. Senza scendere nella polemica, intendiamo mantenere gli impegni presi in campagna elettorale anche a costo di scontrarci in consiglio comunale.
Diamo atto ad alcuni consiglieri di maggioranza di non aver accettato di scedere sul piano della provocazione impostato dal sindaco.
Sabatino Ranieri, Marco Velloni, Giuseppe Sorbini, Cristian Mattioli
5/11/2009
L’on. Brunetta: un gigante della mistificazione
I mezzi di comunicazione hanno recentemente riportato con enfasi la notizia che, nonostante la lotta ingaggiata dal Ministro Brunetta contro gli assenteisti nel pubblico impiego, a partire da agosto 2009 ad oggi vi sarebbe stato un incremento di assenze per malattia nel settore pubblico. Brunetta sarebbe quindi corso ai ripari varando un decreto antifannulloni…Un altro? Ma non ne aveva varato uno più o meno un anno fa? La notizia è, in realtà, una bufala, anzi, è stata costruita a tavolino per far fare bella figura al Ministro, ma nessuno lo ha detto. Vi sono due possibilità: i giornalisti hanno costruito una notizia falsa per far fare bella figura al Ministro, come scrivevamo sopra, alla faccia della stampa libera, seconda possibilità: i mezzi di comunicazione si sono limitati a riportare una “velina” del Ministero senza controllarne la veridicità, in questo caso sarebbero stati gli uffici stessi del Ministro a far circolare una notizia falsa. La verità: nel 2008 il Ministro Brunetta aveva emanato il cosiddetto decreto antifannulloni che prevedeva, fra l’altro, che le certificazioni per malattia dovessero essere redatte da un medico di sanità pubblica e non da un medico privato ed aveva ampliato le fasce di reperibilità del lavoratore. Si trattava di un decreto che doveva essere convertito in legge, se un decreto legge non viene convertito entro i termini previsti DECADE. Ebbene, il Parlamento non lo ha convertito. Perché? Innanzitutto il decreto creava una disparità di trattamento fra dipendenti pubblici e privati , ad esempio prevedeva che fosse decurtato lo stipendio ai pubblici dipendenti assenti per malattia, ma nulla di simile avviene nel settore privato, il che è anticostituzionale perché la legge è uguale per tutti, inoltre la malattia regolarmente certificata non può ledere i diritti retributivi del lavoratore. In secondo luogo il malato non poteva uscire di casa, ma doveva aspettare il medico fiscale dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.00, ma un single, malato, se non esce per andare in farmacia a prendersi le medicine che fa? E per farsi fare il certificato? In molte regioni il medico si reca a domicilio solo dei malati gravi e non trasportabili, per cui in Lombardia, ad esempio, un medico raramente si reca a domicilio di chi ha 38 di febbre per una banale influenza, ma è il malato che ben coperto si deve recare in ambulatorio, ma se deve stare a casa ad attendere il fiscale come fa? E se il fiscale arriva mentre il paziente è dal medico o in farmacia il lavoratore è assente ingiustificato e viene sanzionato? Dunque il Parlamento ha giudicato il decreto illogico e per certi aspetti anticostituzionale e non lo ha convertito, il Ministro è corso ai ripari e lo ha ripresentato pari pari con una piccola variante: ha ridotto la fascia di reperibilità dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00 ed ha previsto che il medico debba inviare subito per via informatica il certificato all’ INPS, ma è lo stesso brodo riscaldato. Certo, se la notizia fosse stata data per quel che era, il Ministro non ci avrebbe fatto bella figura…il suo decreto non convertito equivale ad una bocciatura parlamentare del suo operato, e allora ecco che i giornalisti hanno inventato la notizia celebrativa. Questa è la stampa libera italiana!
Davide Pozzi Sacchi di Santa Sofia.- La circolare spigolosa
4/11/2009
Caccia si, Far West no!
Voglio scrivere questa lettera per esprimere tutta la mia rabbia e frustrazione nei confronti di una categoria di persone che ha la preoccupante, direi quasi antidemocratica, caratteristica di sentirsi al di sopra della legge. Mi riferisco a quelli che praticano lo sport della caccia. Senza generalizzare ed accusare tutti, naturalmente, ma sto parlando di quello che a mio avviso è un atteggiamento comune a molti di loro. Ebbene costoro, ai quali la legge permette (legittimamente, per carità, qui non si mette in dubbio la legalità della caccia) di imbracciare un fucile e andarsene a sparare nelle nostre campagne, hanno forse dimenticato cosa vuol dire Stato di Diritto. Per chi lo ignorasse, per Stato di Diritto si intende uno Stato in cui tutti, nessuno escluso, si trovano sottoposti al diritto: “la legge è uguale per tutti”, c’è scritto sopra le aule di tribunale. Cosa c’entra questo con i cacciatori, direte? Beh, sembra proprio che quelli che si divertono con questo sport abbiano dimenticato questo concetto. Violazione della privacy, pratiche illecite che mettono a repentaglio la vita degli animali domestici delle case che incontrano nei loro percorsi di guerra, e un generale senso di arroganza dettato dall’avere in mano un arnese che, in quel momento, li rende più forti. Ma signori, e mi rivolgo ai cacciatori, voi non siete più forti: rientrate sotto la stessa legge nella quale rientrano tutti gli altri che vivono civilmente accanto a voi, e come tali siete tenuti a rispettarla. Altrimenti, se la regola torna ad essere quella per cui chi ha in mano gli strumenti di coercizione fisica può tutto, abbiamo buttato via 150 di storia e siamo tornati nel Far West…
Lorenzo Grighi
3/11/2009
Nessun Consiglio comunale aperto sulla crisi Emicom
1 novembre 2009
3/11/2009
Crisi Emicom, occorre un Consiglio Comunale aperto a Massa Martana
Come iscritto al Popolo della Libertà , in riferimento alla crisi della Società Emicom di Massa Martana,data la continua evoluzione che stanno assumendo i fatti, sento il dovere di fare alcune brevi considerazioni al riguardo. Nei giorni scorsi,il Sindaco,prima spara ad alzo zero contro la proprietà Emicom, accusandola di non aver un piano industriale, di aver assunto atteggiamenti arroganti e offensivi e di latitanza, per non aver partecipato ad un incontro tenutosi in Regione;poi, partecipa ad una assemblea ,convocata dalla stessa proprietà ,che si risolve non “in un confronto che fa bene”,come vuol far intendere il Sindaco,ma in una dura reprimenda nei suoi confronti. Allora,la Bruscolotti,forse rendendosi conto di aver fatto scelte sbagliate e di aver espresso giudizi e conclusioni affrettate,cerca di cambiare linea di condotta,visto che la proprietà è in grado di presentare ,ora,un piano industriale, come si legge sul Corriere dell’Umbria di venerdi 30 novembre.Quello che sorprende,ma non più di tanto, è la disinvoltura,con cui,dopo le critiche espresse, la Bruscolotti, tenti di accreditarsi adesso,come strenuo difensore dell’azienda e dei suoi lavoratori, quando invece, come è stato affermato in un comunicato, emesso congiuntamente dalle Minoranze di Massa Martana,occorreva, al di la di un mero calcolo politico personale, schierarsi fin da subito a favore della Società Emicom e dei suoi lavoratori. Fa comunque piacere notare che il Sindaco stia tornando politicamente in se e si stia portando sulle posizioni delle Minoranze, che ,tra l’altro,sono state accusate irragionevolmente , dal PD di Massa Martana, di schierarsi a favore dell’Emicom,solo per “speculazione politica”. I fatti stanno dando ragione a chi rivendica con forza la scelta di essersi schierato subito dalla parte giusta,quella dell’Azienda e di conseguenza dei suoi dipendenti. Si rinnova con fermezza la richiesta, già presentata al Sindaco da tutti i Consiglieri di Minoranza ,che prima della presentazione del Piano industriale Emicom in Regione, sia convocato un Consiglio Comunale Aperto, affinchè si possano individuare,con il concorso di tutti , attraverso una discussione aperta e approfondita, proposte positive, tese a rasserenare il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie.
Alcini Mellito- Popolo della Libertà di Massa Martana
3/11/2009
Ospedale di Pantalla rimandato a settembre
Sono passati appena sei mesi dalle elezioni e la maggioranza si è già dimenticata della batosta che ha preso; un pessimo risultato dovuto anche all’atteggiamento arrogante che dà per scontato il consenso dei propri elettori.
Eppure la lezione non è stata sufficiente.
Ed infatti nell’ultima seduta del Consiglio Comunale è andato in scena tutto il dramma della sinistra che pensa ancora di poter contare su maggioranze bulgare. E per supplire alla propria debolezza e alla totale incapacità di dialogo, ricorre sistematicamente all’arroganza. Questo è quanto è successo anche in occasione del dibattito sul futuro del “vecchio” ospedale marscianese.
Un Sindaco che interrompe, deride ed aggredisce verbalmente chiunque esprima un’opinione diversa dalla sua, non è il miglior presupposto per ragionare seriamente (e serenamente) su un argomento così importante.
E un capogruppo del PD che cerca di intimidire chi spiega le ragioni del proprio dissenso, è palese dimostrazione del fatto che la maggioranza non sa gestire un dibattito politico; ma nemmeno sa trarre quanto di buono c’è dal confronto di una minoranza costruttiva come quella del centro destra.
Il PdL , a cui gli elettori hanno dato un mandato preciso, è stato costretto a spiegare più volte le ragioni della propria contrarietà ad un atto di indirizzo non condivisibile per alcuni aspetti.
Ad esempio la prevista apertura dell’ospedale di Pantalla, più volte posticipata, “slittata” oramai all’autunno del 2010. Non ci meraviglierebbe affatto che la sinistra organizzasse una “finta” inaugurazione prima di marzo, in vista delle elezioni regionali per dare (apparente) lustro all’operato della governatrice uscente…
Ma anche la questione della ex clinica Bocchini, futura residenza protetta, che è stato poco opportuno inserire nel documento in discussione – alla stregua di obiettivo acquisito – visto che in realtà manca da sempre un piano finanziario per la costruzione e la gestione della stessa, e visto il prosciugarsi delle risorse economiche determinato dall’ aver strapagato il rudere dell’ex clinica poi prontamente abbattuto.
Altri aspetti non condivisibili sono la creazione di un centro di formazione (di tipo infermieristico? Neppure questo è chiaro nel documento) , in cui il Comune si impegna a partecipare (si presuppone con i soldi dei marscianesi), assolutamente sovrabbondante in quanto “doppione” di strutture già esistenti ed accreditate , presenti nel capoluogo perugino.
E ancora, l’esclusione – sin da ora – della possibilità di esercitare attività chirurgica libero professionale, valutata dal PDL come strategicamente miope.
Questi gli aspetti critici più palesi, da noi descritti chiaramente e senza contraddizioni.
Il sindaco Todini è infastidito se il centrodestra elabora idee diverse dalle sue? La tanto sbandierata esperienza, dovrebbe invece suggerirgli maggiore rispetto per chi arricchisce il dibattito politico marscianese. La disastrosa situazione finanziaria del Comune e le molte sfide da affrontare consiglierebbero un clima più costruttivo, rispettoso delle altrui opinioni.
Il PdL rivendica il diritto di pensarla diversamente dalla sinistra di potere che amministra questo territorio da sessant’anni e che è in cronica crisi di consensi e di idee.
condividi su: