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Presentata a Sulmona una scoperta su una nuova forma di reazione nucleare, quella piezonucleare, utile anche per la distruzione di scorie radioattive
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Vede la luce in Italia una nuova forma di reazione nucleare, a dimostrazione che la ricerca sulla fisica ha nel nostro paese cultori appassionati e produttivi nel solco tracciato da Fermi.
Dopo la famosa “fusione fredda”, che arranca ancora nel limbo di quelle cose che ci sono ma non si vedono, un nuovo tipo di reazioni nucleari sono state scoperte nel 2007 da un gruppo di scienziati italiani 
Sono le reazioni piezonucleari, prodotte dalla pressione applicata ai liquidi o ai solidi., scoperte nel 2007 dal un pool di scienziati italiani.
Le hanno presentate solo ora a Sulmona, tutti i personaggi che hanno contribuito allo storico risultato pubblicato in tre articoli dalla massima rivista internazionale di fisica, Phisics Letters A.
Le applicazioni delle reazioni piezonucleari sono state brevettate dal Cnr: di immediata attuazione sono le applicazioni per la produzione di neutroni per uso antitumorale e per la distruzione delle scorie radioattive.
«L’applicazione per la produzione di neutroni per fini energetici», ha spiegato il fisico Fabio Cardone, originario di Sulmona, «richiede, invece, tempi di medio e lungo termine».
Una ragione che ha spinto il pool di scienziati e tecnici – composto da Cardone, Giovanni Cherubini, Antonio Aracu, Felice Contalbo, Riccardo Capotosto, da Roberto Mignani, Walter Perconti, Andrea Petrucci, Francesca Rosetto e Guido Spera – a cercare di cogliere tutte le opportunità per realizzare in Abruzzo un Centro di ricerche per lo sviluppo della scoperta con cui si potrebbero eliminare le tante contraddizioni che esistono oggi sulla produzione di energia.

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