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Una pratica abbandonata in nome del consumismo torna ad essere apprezzata per i benefici ambientali ed economici, ma adesso occorre superare la pigrizia nei comportamenti e i "piemontesi" hanno scoperto come
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Due esponenti del Pdl, hanno proposto di tornare all’antico per risparmiare e tutelare di più l’ambiente, sposando la tesi, delle associazioni ambientaliste e di categoria come l’Italgrob e la Fipe, del ritorno del vuoto a rendere per bottiglie e lattine.
Una pratica in uso nel nostro Paese fino ad una quarantina di anni fa, ma poi abbandonata per la più sbrigativa filosofia dell’usa e getta che però ha avuto conseguenze negative per l’ambiente.
Riciclare una bottiglia integra, sottolineano i firmatari della proposta di legge, consente un risparmio energetico cinque volte superiore alla fusione del vetro rottamato e permette di riutilizzare un contenitore più di cinquanta volte.
Elementi ben noti da tempo in molte nazioni europee, come la Germania o i Paesi scandinavi, che non hanno mai abbandonato il meccanismo del vuoto a rendere.
Non tutte le bottiglie possono essere riutilizzate, ma il governo tedesco, ad esempio, si propone di arrivare a una quota totale dell’80% di recipienti ecosostenibili. Una cassetta di 12 bottiglie di vetro da 0,75 litri può essere riempita 53 volte: una quantità che corrisponde a 320 bottiglie di pet ( il polietilene tereftalato utilizzato in sostituzione di vetro e latta) da un litro e mezzo. 
In Inghilterra è stato presentato un progetto di legge per rendere obbligatorie le buone pratiche del passato in tema di recupero di imballaggi e contenitori ad uso alimentare. Negli Usa, in 12 Stati, è in vigore il vecchio sistema, regolato dal ‘Bottle bill’, che ha diminuito fino al 70% i rifiuti di lattine, cartoni e vetro.
In diverse contee australiane si è tornati al vuoto a rendere consentendo di recuperare l’85% dei contenitori prima abbandonati per strada, sulle spiagge o sulla riva dei fiumi.
Reintroducendo il vuoto a rendere, spiega uno dei promotori della legge, il consumatore può recuperare qualcosa dalla spesa sostenuta per l’acquisto del prodotto e può vedersi ridurre la tariffa per la gestione dei rifiuti ‘insani’
Intanto c’è anche chi questo salto all’indietro nel futuro l’ha già fatto.
Da metà novembre è in campo, ad esempio, ‘Vetro indietro’, iniziativa lanciata da Legambiente insieme all’Italgrob, la Federazione italiana grossisti distribuotori bevande, ed alla Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi.
L’obiettivo è quello di stimolare il ritorno del vuoto a rendere per il canale di restaurant e cafè, il circuito che comprende tutti i consumi di alimenti e bevande fuori dalle mura domestiche.
In Piemonte è operativo il progetto ‘Ecobank’ che mette a disposizione dei cittadini di Alessandria e Valenza (ma l’esperimento potrà essere ampliato ad altre città) speciali contenitori per il recupero di bottiglie e lattine con una resa per il consumatore di 2 centesimi a pezzo.
In soli tre mesi dal via al progetto pilota le postazioni ‘Ecobank’ hanno raccolto 500mila tra bottiglie di plastica e lattine

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