Lungo il percorso della Memoria, oggi si fa largo il problema “della fine del testimone della Shoah”.
L’immediato Dopoguerra ha coinciso con il silenzio sull’orrore dell’Olocausto, perché l’esperienza dell’estremo impediva di parlare; poi è venuta l’era del testimone, esplosa negli anni Novanta e approdata alla istituzione delle Giornate delle Memoria.
Oggi però l’Italia e l’Europa che vogliono “ricordare” si stanno ponendo il problema di come iniziare a gestire la fase in cui saranno venuti meno i testimoni oculari di questa disumana esperienza.
Tutto ciò è stato al centro della riflessione sviluppata in Provincia di Perugia, nel corso di una tavola rotonda dal titolo “Tracce nel futuro prossimo”, e a cui hanno preso parte Dino Renato Nardelli dell’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea, Fausto Ciuffi, direttore del “Fondazione Villa Emma” e Giovanni Codovini, storico ed esperto del conflitto arabo-israeliano-palestinese.
Un’iniziativa inserita all’interno del calendario di appuntamenti voluti dalla Provincia di Perugia (Assessorati alla cultura e all’istruzione) in occasione della ricorrenza del “Giorno della memoria” e che hanno previsto tra le altre cose l’allestimento di una mostra presso il Cerp dal titolo “Il viaggio da cui si torna”, “Laboratori sull’olocausto” e proiezioni cinematografiche sul tema.
L’incontro ha fatto luce sugli scenari futuri di questa operazione della memoria, caratterizzati da una graduale perdita di chi ha vissuto in prima persona il dramma dell’Olocausto.
Cosa fare mentre la generazione dei testimoni oculari inizia a venir meno? Affidare al luogo il compito di mantenere vivo il ricordo degli eventi; restituirlo al racconto storico; affidarsi alle potenzialità narrative del web; chiedere ai giovani impegno civile e consapevolezza critica? Queste le possibili alternative su cui il mondo storiografico e le istituzioni stanno riflettendo. Con lo spegnersi della generazione dei testimoni oculari, è stato detto, viene meno una risorsa forte per la cristallizzazione della identità europea.
Alla luce di queste problematiche assumono dunque un valore particolare progetti come quello della Provincia di Perugia, concepiti proprio per formare testimoni di seconda generazione.
Gli eventi legati a “Il viaggio da cui si torna” si chiuderanno sabato 13 febbraio con la presentazione del volume di Giulio Biondi dal titolo “La storia di un uomo nella storia dell’uomo. Lettere dalla prigionia in Africa del caporale Elio Proietti”. La presentazione avverrà alle ore 10,30 sempre presso la sede centrale della Provincia di Perugia.
- Redazione
- 7 Febbraio 2010
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