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L'analisi del settimanale cattolico "la Voce" privilegia il primo aspetto e l'assetto interno dei partiti, mentre i numeri dei votanti alle ultime elezioni sembrano segnalare un problema di tenuta di tutto il sistema, che pare allontanarsi dalla politica
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Tra quanti hanno sentito il bisogno di commentare il “dopo elezioni” regionali in Umbria non poteva mancare “la Voce”, il settimanale di orientamento cattolico.
Che è prodigo di suggerimenti alla neo eletta Presidente della Regione Umbria.
Comincia il settimanale col voler “tradurre” l’invito fatto a Catiuscia Marini dalla ex governatrice Maria Rita Lorenzetti.
Secondo “la voce” quel “Catiuscia sia se stessa, e privilegi il contatto con le persone” è un invito tutto in politichese “Non ti impastoiare fra gli arzigogoli di una coalizione sempre più litigiosa, e baipassa il condizionamento prima di tutto del tuo partito, il Pd”.
Altri, più interessati alla conservazione di un sistema democratico che delle schermaglie tattiche, hanno invece inteso quell’invito per quel che sembra essere.
Occorre parlare con le persone perché ce ne sono veramente troppe che evidentemente si sentono lontane dalla politica ed un politico, prima ancora di rinchiudersi nel Palazzo, deve pensare a queste, specialmente se sono probabilmente in gran parte di una idea di sinistra deluse più dalla situazione generale che dalle candidature presentate.
In numeri, infatti, sembrano parlare chiaro: i votanti sono stati, senza voler considerare i voti bianchi e nulli, 466.670 contro  531.529  della precedente elezione.
Mentre la Lorenzetti raccolse 316.770 voti, la Marini si è fermata a    257.458. Tutto ciò mentre la candidata del Pdl con  169.568 voti ha praticamente pareggiato il conto con Laffranco che nel 2005 raccolse 169.176 voti.
Nel 2005 le schede bianche e nulle furono oltre 28mila contro le 17mila circa di questa volta, ma la diminuzione potrebbe anche avere un significato negativo: s’è persa persino la voglia di protestare e la cosa potrebbe fare il paio con la diminuzione della gente che non cerca più neppure il lavoro.
Anche “la voce” sfiora l’argomento dell’astensionismo, ma torna alla fine a focalizzare l’attenzione sui presunti problemi interni della maggioranza chiedendosi “riuscirà la Marini, con la forza dimostrata in campagna elettorale dopo il travaglio del congresso e delle primarie, a trasformare in positivo le innumerevoli diversità interne al Pd, per affrontare i problemi sempre più pressanti di un’economia e di una società regionale che lanciano evidenti segnali di debolezza, se non di declino? Poche settimane, al massimo un paio di mesi, e le prime risposte arriveranno. “

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