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Il Neurochirurgo che nel 2004 fu cacciato dall'Ospedale di Terni e condannato dalla Corte dei Conti dell'Umbria per comportamento sleale e conflitto di interessi, stavolta è finito agli arresti domiciliari anche, insieme ad altre più pesanti accuse, per lo stesso "vizio" che aveva in Umbria

Tornato agli “onori” delle cronache una vecchia conoscenza umbra
Il docente ordinario di neurochirurgia dell’Università di Bari, Pasqualino Ciappetta, è stato posto agli arresti domiciliari nell’ambito di una delle indagini della Procura di Bari sulla gestione della sanità pugliese.
Al prof.Ciappetta gli inquirenti contestano i reati di corruzione, turbativa d’asta, falsificazione ideologica di atti pubblici e truffa aggravata in danno della pubblica amministrazione.
Quindi sembra che la sua precedente esperienza in Umbria non gli è servita per nulla perché anche stavolta, nonostante avesse sottoscritto un contratto a tempo pieno con l’Azienda Policlinico di Bari e l’Università di Bari, svolgeva attività professionale in strutture sanitarie diverse dal policlinico operando, in particolare nei fine settimana, presso la clinica ‘Villa del Rosario di Roma”.
La stessa clinica che gli costò una bella condanna da parte della Corte dei conti dell’Umbria la quale, nel 2004, intervenne dopo che l’Ospedale di Terni l’aveva cacciato
.
Allora, per la Corte, “il medico convenuto ha agito con la consapevolezza e la volontà di violare i doveri di corretto adempimento del rapporto convenzionale sottoscritto con l’Azienda Sanitaria Ospedaliera di Terni, e, quindi, i doveri di servizio, non adoperandosi in alcun modo per il rispetto della predetta convenzione, anzi operando coscientemente nella violazione dei propri doveri di lealtà e di fedeltà. il Prof. CIAPPETTA – in base a quanto già evidenziato al riguardo – ha certamente espletato, oltre all’attività professionale a tempo pieno presso l’Azienda Sanitaria Ospedaliera S. Maria di Terni e l’attività libero professionale in “intramoenia allargata” in Terni regolarmente autorizzata ai sensi della riferita Convenzione sottoscritta dall’interessato, anche l’attività libero professionale privata presso la Clinica privata “Casa di cura Villa del Rosario” in Roma, in evidente contrasto – come già sottolineato – con le disposizioni sopra riportate riguardanti l’esclusività del rapporto di lavoro con il S.S.N. e, quindi, in evidente conflitto di interessi con la predetta Azienda Ospedaliera ternana (presso cui – come più volte detto – svolgeva attività di Primario neurochirurgo come medico universitario “strutturato” e “convenzionato”) e con l’Università degli Studi di Perugia (nei cui ruoli – si ripete – era incardinato come “Professore Associato Straordinario).”
Il testo della condanna sembra ricalcare il testo dell’accusa odierna.
L’inchiesta,  è nata dalle dichiarazioni dell’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini che ha rilasciato dichiarazioni accusatorie nei confronti di Ciappetta dicendo di aver subito pressioni dal neurochirurgo al quale avrebbe fatto una serie di favori.

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