Nella serata di martedì si è tenuta a Todi la prima assemblea pubblica del Comitato per la salvaguardia dell’ambiente contro il depuratore di Porchiano. Gli organizzatori fanno sapere che, "nonostante un invito fficiale, l’Amministrazione comunale di Todi, in maniera sprezzante e arrogante, ha ritenuto di non incontrare e non confrontarsi democraticamente con le decine di abitanti e cittadini presenti, che chiedevano molto ragionevolmente domande intelligenti e articolate riguardo alla scellerata scelta di realizzare il devastante impianto di depurazione indicato, dall’Amministrazione stessa, nel luogo più altamente prezioso del panorama paesaggistico del territorio locale, che sono le Gole del Forello".
Il comunicato informa che "alcune centinaia di cittadini hanno immediatamente sottoscritto un documento stilato dal comitato stesso", che pubblichiamo di seguito.
"A Porchiano, nel Comune di Todi, è stato scelto di realizzare un grande depuratore destinato a raccogliere le acque reflue provenienti da altri sette depuratori situati nel territorio comunale.
Tale scelta si configura come una delle operazioni più scellerate sotto il profilo ambientale che mente umana possa concepire. Contro di essa abbiamo deciso di riunirci in un Comitato per la salvaguardia dell’ambiente che si opporrà con tutte le sue forze alla realizzazione del depuratore stesso.
Va chiarito fin da subito che nessun esponente del Comitato è contrario ai depuratori in sé, e che invece ognuno di noi sente da sempre la necessità di salvaguardare l’equilibrio idrogeologico e paesaggistico dei nostri territori. Anzi, proprio la sincera passione ambientalista che ci anima è l’elemento decisivo che ci ha fatto costituire il Comitato. Le nostre ragioni di opposizione al depuratore non hanno nulla a che vedere con appartenenze partitiche, ma si riassumono solo ed unicamente nei punti seguenti.
Ragioni storico-paesaggistiche
Il luogo in cui è stato scelto di realizzare il depuratore è situato al confine dell’ambito territoriale tutelato dal Parco Fluviale del Tevere, un’area sottoposta a vincoli di salvaguardia ambientale che il prospettato depuratore di Porchiano (che raccoglierebbe le acque reflue dell’intera popolazione e di tutte le attività industriali presenti nel Comune di Todi) violerebbe in maniera clamorosa.
Contestiamo fermamente l’idea che un simile progetto possa migliorare la qualità ambientale del nostro territorio. Chi l’ha voluto parla della necessità di adeguare la rete di smaltimento delle acque reflue al dettato del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n°152, “Norme in materia ambientale”. Noi siamo i primi a riconoscere il dovere di rientrare in tempi brevissimi nel dettato della citata disposizione normativa. Tuttavia, facciamo notare che un’opera come il depuratore di Porchiano (che, una volta terminato, date le dimensioni delle sue vasche e la sua estensione territoriale, finirebbe con il somigliare ad una piccola raffineria) non rispetterebbe le previste disposizioni relative alle valutazioni di impatto ambientale previste dalla legge stessa. Inserire un’opera così fortemente impattante sul paesaggio è infatti una follia che non può essere consentita.
La zona di Porchiano si trova all’imbocco delle Gole del Forello, uno dei paesaggi più caratteristici e ben conservati presenti lungo l’intero corso del Tevere, a pochi chilometri dall’area archeologica di Scoppieto di Baschi. In sostanza, si vorrebbe realizzare un eco-mostro in un’area che non è solo straordinaria dal punto di vista paesaggistico, ma che ha un pregio storico non indifferente. Laddove in epoca romana vi erano luoghi di culto e centri di produzione di ceramiche che da quest’area e dal non lontano porto fluviale di Paliano venivano portate a Roma, oggi si vorrebbe costruire un centro di collettamento e depurazione fognaria per 25.000 persone!
Tutto ciò non è solamente assurdo, ma denota una miopia culturale, amministrativa e politica della quale non possiamo capacitarci. Se si volesse davvero il bene di Todi e dei centri limitrofi – da Perugia a Orvieto – la zona che comprende le Gole del Forello ed arriva al porto fluviale di Paliano verrebbe salvaguardata metro per metro, valorizzata ancor più di quanto non si faccia ora attraverso un’opera capillare di promozione culturale atta a favorire un turismo di qualità, motivato e colto, attratto dal prestigioso tessuto storico-artistico di questa parte dell’Umbria. Invece si sceglie, poco conta se consapevolmente o meno, di realizzare un eco-mostro il quale caccerebbe quegli stessi turisti che per la nostra zona rappresentano una ricchezza non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello puramente sociale.
Un altro punto: l’area dove si vorrebbe realizzare il depuratore è perfettamente visibile affacciandosi da Todi. Ciò rende evidente come lo scempio non guasterebbe solo l’assetto paesaggistico di Porchiano, ma quello di tutto il Comune, quel Comune famoso in tutto il mondo per l’alta qualità della vita, per la vivibilità, per la cura dell’ambiente e del territorio.
Il previsto eco-mostro di Porchiano viene dunque a cozzare contro tutti questi aspetti che ci fanno sentire orgogliosi di vivere in queste zone.
Infine: il depuratore di Porchiano sorgerebbe a pochissimi chilometri dallo sbarramento artificiale di Corbara. Nel caso di un suo cattivo funzionamento o di un guasto (eventi ovviamente non auspicabili ma che una progettualità accorta deve sempre tenere ben presenti), le sostanze inquinanti si depositerebbero tutte sul fondo dello specchio lacustre con conseguenze per l’equilibrio ambientale che non vogliamo nemmeno immaginare.
Non solo: nell’immediata vicinanza di Porchiano vi è anche un acquedotto che porta l’acqua a Perugia. Se questo subisse un’infiltrazione di acque di refluo non adeguatamente depurate, cosa potrebbe verificarsi? Quali danni per la salute della collettività potrebbero esserci.
Al Comitato per la salvaguardia dell’ambiente pare che tali importantissimi ed altrettanto gravi fattori di rischio non siano stati considerati in modo adeguato, ed anche in questo aspetto stanno le cause della nostra ferma opposizione al previsto depuratore di Porchiano.
Ragioni di metodo
In un paese che voglia dirsi minimamente civile, la realizzazione di opere ad alto impatto come quella del depuratore dovrebbe essere preventivamente illustrata alla popolazione e con essa discussa. Nulla di tutto ciò è avvenuto in questa circostanza, tanto è vero che i residenti nelle zone immediatamente prossime a quella interessata si sono accorti solo dai giornali che alla Umbra Acque Spa era stato affidato l’appalto “chiavi in mano” per la realizzazione del depuratore.
Non si può pensare che il confronto con la cittadinanza sia un ostacolo da evitare, perché in democrazia nulla è possibile senza l’appoggio della volontà popolare. Sarebbe anche errato affermare che si tratta di scelte compiute da Umbra Acque, la quale compie delle scelte che, discutibili o meno, sono esclusivamente tecniche. La scelta di Porchiano quale luogo di ubicazione del depuratore è invece una scelta prettamente politica, ed in quanto tale è attribuibile unicamente a chi governa la nostra città.
Fino ad oggi nessuno sa quali siano i criteri che hanno portato alla scelta di Porchiano quale sede del depuratore, né è conosciuto il motivo alla base della volontà di costruire questo tipo di mega-depuratore e non un altro. Non abbiamo visto tabelle comparate di costi e nemmeno progetti alternativi.
Oltre a tutto questo, va ricordato che, durante la passata Consiliatura, la Giunta Comunale di Todi aveva deciso di adeguare il suo impianto fognario provvedendo al potenziamento dei depuratori attualmente esistenti e convogliando il tutto nell’area di Pian di Porto. Tale scelta, frutto di un percorso non facile e dialetticamente aspro, era stata però ampiamente dibattuta in sede pubblica e regolarmente approvata dopo una lunga discussione in Consiglio Comunale, seguendo così i canoni democratici di base che sempre vorremmo rispettati.
Ci sfuggono le ragioni per le quali oggi le decisioni del Consiglio Comunale vengono disattese e rovesciate con un procedimento che non vede la minima considerazione della popolazione chiamata a sopportare i costi del nuovo depuratore, la quale è stata deliberatamente tenuta all’oscuro di scelte che sono state prese nelle “segrete stanze”
Si tratta di una situazione che non possiamo accettare.
Ragioni economiche
Come detto, il nostro Comitato non solo non è assolutamente contrario ai depuratori, ma valuta in modo positivo l’idea di migliorare il sistema fognario del nostro Comune. Tuttavia, di ogni opera vanno valutate sia le ricadute in termini di impatto ambientale sia quelle relative ai costi finanziari a carico della collettività. La realizzazione dell’impianto di Porchiano costerebbe 8.760.000 Euro, una cifra non inferiore a quella richiesta dal progetto approvato durante la precedente Consiliatura. Ciò ci consente di affermare senza timore di smentita che il depuratore di Porchiano non porta alla collettività nemmeno un vantaggio meramente economico, in quanto comporta costi del tutto analoghi rispetto a quelli derivanti dal progetto sopra ricordato.
Esistono poi delle ragioni economiche di diverso tipo, vale a dire quelle di chi, nell’area di Porchiano ed in quelle circostanti, ha investito negli anni scorsi per avviare attività imprenditoriali (agriturismi, bed & breakfast, imprese agricole e così via). Dette attività trovano tutte la propria ragione di essere nel mantenimento dell’integrità paesaggistico-ambientale. È sul concetto di sostenibilità che questi imprenditori basano il loro modo di agire: essi hanno scelto di misurarsi con una logica che non mette al primo posto il profitto, ma che subordina il legittimo conseguimento di questo al rispetto dei tempi e dei ritmi della natura e della storia.
La costruzione del depuratore rappresenterebbe un danno difficilmente rimediabile e compensabile per queste persone e per la logica che le anima.
Ragioni culturali
Ci ha molto incuriosito il fatto che nel sito del Comune di Todi il progetto di realizzazione del depuratore sia inserito alla voce “Grandi opere”. Il concetto di “grandi opere” non può appartenere a un territorio come il nostro, il quale ha come valore aggiunto la bellezza e l’armonia del proprio paesaggio. È sul concetto di antropizzazione rispettosa che Todi e le zone circostanti fondano il loro modello di sviluppo. È sui ritmi lenti, sulla slow life resa possibile dalla possibilità di essere perennemente a contatto con la natura e con la cultura, sulla preservazione dei propri prodotti gastronomici dall’omologazione globalizzante che tutto appiattisce che Todi basa la sua identità. A ciò, solo a tutto ciò, Todi deve la sua popolarità mondiale. L’idea di una “grande opera”, di un eco-mostro messo sulla riva sinistra del Tevere, cozza in modo evidente contro le peculiarità e la vocazione ambientalista dei nostri territori e si presenta come una ferita che non potrà essere sanata. E lo stesso dicasi per i 17 chilometri di scavi previsti per la realizzazione delle condutture che dovrebbero collegare il mega-depuratore al resto della rete fognaria.
Il Comitato per la salvaguardia dell’ambiente, perciò, chiede che l’iter avviato per la realizzazione del depuratore di Porchiano venga immediatamente fermato, ed annuncia che, se ciò non sarà fatto, attuerà ogni forma di protesta affinché questo progetto non venga portato a termine. Oltre a ciò, il Comitato chiede di incontrare immediatamente le istituzioni per un confronto aperto che metta in primo piano le ragioni della popolazione.
Il Comitato è conscio della necessità di migliorare l’impianto fognario del Comune di Todi e di adeguarlo alle normative vigenti, anche in considerazione di una procedura di infrazione che la Commissione dell’Unione europea ha avviato negli scorsi anni su questo tema, ma reputa la soluzione adottata dalle istituzioni la meno adatta a risolvere la situazione. Se si vuole davvero modernizzare l’impianto di smaltimento delle acque reflue si deve ricorrere a modalità di intervento diverse:
a) basate su impianti piccoli e non impattanti, non sulla logica delle “Grandi opere” e degli impianti faraonici;
b) improntate all’assoluta necessità di tutelare l’assetto storico-paesaggistico del bacino del Tevere;
c) condivise con la popolazione.
Senza il rispetto di tutti e tre i requisiti sopraelencati, ciò che alcuni pensano essere un bene si rivelerà un grave danno per la nostra collettività. E noi lo impediremo".
Comitato per la salvaguardia dell’ambiente