I recenti cambiamenti nella geografia politica di alcune regioni non sembrano fermare il cammino dell’Italia di Mezzo che ha l’ambizioso obiettivo di essere la «cerniera» per tenere insieme il Paese, a 150 anni dall’unità d’Italia, e contro i proclami secessionisti della Lega.
A far da traino all’iniziativa adesso è la Regione Marche e il Pd che non limita, questa sfida alle regioni governate dal centrosinistra – Marche, Toscana, Umbria – ma apre anche al Lazio e all’Abruzzo.
Più defilata la posizione dell’Emilia-Romagna, più attratta dal Nord, ma che deve fare i conti con le tentazioni scissionistiche della Romagna che invece pare interessata all’iniziativa dei vicini della costa Adriatica.
In vista degli Stati generali dell’Italia di centro, in programma il 21 maggio a Perugia, il segretario del Pd marchigiano Palmiro Ucchielli ha rilanciato il nucleo ispiratore del progetto.
«Un processo che viaggia su due binari – ha spiegato -, uno politico e uno istituzionale».
A Perugia si confronteranno gli amministratori e i parlamentari eletti nelle cinque regioni centrali: federalismo fiscale, infrastrutture, crisi economica e patto di stabilità i temi al centro del dibattito, indicati già nel Patto di Cagli.
«Ma c’è anche un livello politico della discussione – ha aggiunto Ucchielli -, che martedì prossimo porterò all’attenzione della riunione dei segretari regionali con Pierluigi Bersani». L’obiettivo è un’alleanza bipartisan delle regioni strette fra lo «strapotere» del Nord e i problemi del Sud; regioni spesso esempio di governance virtuose ».
Secondo Ucchielli è da quest’area del Paese che possono venire una risposta alla crisi della politica, e un’alternativa ad un governo nazionale «fallimentare», dominato dalla Lega Nord, «che abbia alla luna e da dieci anni fa la guardia a Berlusconi».
- Redazione
- 7 Maggio 2010
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