Dopo le liti politiche all’interno della maggioranza di governo, è scoppiata anche la grana caccia, con il ministro donna Brambilla ad accendere la miccia.
Il capogruppo Pdl in Regione Umbria, Raffaele Nevi, ha però subito sbattuto la porta in faccia alla “ministra” che viene accusata di non rispettare le indicazioni del premier.
«L’intero gruppo regionale del Pdl umbro sposa in pieno la presa di posizione del collega Mantovani contro l’uscita del ministro Brambilla sull’abolizione della caccia. È evidentemente una posizione personale del ministro che va nella direzione opposta a quella del Governo nazionale».
Lo stesso Nevi ha annunciato che «che già nella giornata di oggi partirà una lettera a mia firma al presidente Berlusconi e al ministro Galan per fare in modo che venga scongiurato questo tentativo di abolire una tradizione che affonda le sue radici nella storia stessa dell’uomo e che se ben regolata (come giustamente ha detto il neo-ministro Galan) è sicuramente anche utile alla salvaguardia del territorio e delle produzioni agricole».
«La caccia – conclude Nevi – non può essere considerata solo come uno sport ma è una vera e propria cultura che si tramanda di generazione in generazione e che è parte integrante dell’identità della nostra Umbria».
Altrettanto duro, con la pupilla di Berlusconi, il deputato Pdl Luciano Rossi «Il ministro Brambilla la smetta con queste provocazioni inaccettabili e depistanti sull’abolizione della caccia», che critica le «affermazioni cariche di odio» del ministro «nei confronti dei cacciatori, che meritano rispetto».
«I cacciatori – ribadisce Rossi in una nota – sono sì una minoranza, come afferma il ministro del Turismo, ma una minoranza fatta di gente onesta che conosce profondamente e ama l’ambiente e il territorio in cui vive. E non ne possono più di continuare ad essere perseguitati in tutta Italia… Mi auguro che si occupi finalmente del turismo e non perda tempo dietro queste sterili iniziative di propaganda».
- Redazione
- 16 Maggio 2010
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