Il grigio batte il rosso; non stiamo parlando di politica ma di scoiattoli.
L’Osservatorio faunistico della Regione Umbria ha rilevato che la popolazione dello scoiattolo grigio si espande sempre di più a danno di altre specie e corre ai ripari.
È stata attivata, infatti, una convenzione con un gruppo di ricerca del dipartimento di biologia cellulare ed ambientale dell’Università di Perugia.
Attualmente sono state posizionate apposite trappole, chiamate hair-tube, per la raccolta di peli, al fine di individuare le aree di presenza dello scoiattolo grigio – hanno riferito gli studiosi – Gli hair-tube sono semplici pezzi di tubo in plastica di lunghezza pari a 25 centimetri al cui interno viene posta l’esca rappresentata da semi di girasole e mais. Lo scoiattolo per arrivare all’esca è costretto a strisciarsi alla parte superiore del tubo, dove viene posizionato del nastro biadesivo al quale rimangono così attaccati un ciuffo di peli. Questi ultimi vengono poi raccolti ed identificati in laboratorio.
Accertata la distribuzione dello scoiattolo grigio nella nostra regione, si passerà alla fase applicativa, che dovrà avvalersi dell’uso di trappole per la cattura
Lo scoiattolo rosso è la principale vittima di questa specie alloctona, grigia, di origine nord-americana che, da alcuni anni, ha fatto la sua comparsa nella zona di Monte Malbe, a Perugia.
«I primi avvistamenti risalgono al 2003 – hanno spiegato i ricercatori – ma recenti osservazioni degli studiosi condotte in alcune zone del capoluogo umbro, come Pian di Massiano, Ferro di Cavallo e Fontana, lasciano intendere che la specie sia in fase di forte espansione, sia numerica che spaziale. A riprova di ciò, l’ultima segnalazione registrata appare molto preoccupante, in quanto lo scoiattolo grigio è riuscito ad oltrepassare anche un’importante barriera ecologica, come la strada statale Trasimeno Ovest, andando a minacciare il bosco che copre la collina di Lacugnano».
Per far comprendere l’importanza di tale progetto di ricerca e raccogliere informazioni su eventuali avvistamenti, il dipartimento di ricerca promuoverà una serie d’incontri con la cittadinanza e distribuirà materiale informativo anche per sensibilizzare ed educare affinchè si evitino liberazioni di altri animali «esotici».
Il rischio è che succeda come in Piemonte. Nella regione l’introduzione della specie risale al 1948 e sembra sia avvenuta con due o tre coppie di animali. L’evoluzione numerica nel 1970 era ancora limitata, successivamente invece si è assistito ad una rapida espansione con un’occupazione di 250 chilometri quadrati nel 1990, 380 nel 1997, 880 nel 2001 per una stima complessiva di 10 mila individui presenti.
Le maggiori dimensioni corporee e la maggiore capacità di sfruttamento delle risorse alimentari, uniti all’abitudine di muoversi prevalentemente a terra, consentono allo scoiattolo grigio una migliore efficienza energetica rispetto al rosso, permettendo così alla specie alloctona una maggiore capacità riproduttiva. Ad una iniziale fase di convivenza delle due specie, segue ben presto la definitiva sostituzione dello scoiattolo rosso con quello americano producendo «consumo» di biodiversità nativa.
- Redazione
- 19 Maggio 2010
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