Condividi su facebook
Condividi su twitter
La commedia musicale dai toni grotteschi, è frutto della collaborazione tra la Libera Aggregazione Teatrale, la Scuola Comunale di Musica e l’Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato “A. Ciuffelli” di Todi.
opera-del-mendicante1

L’Opera del mendicante”, che debutterà il 21 e il 22 maggio presso il Cinema Jacopone di Todi, è l’esito finale della collaborazione tra la Libera Aggregazione Teatrale, un gruppo che riunisce attori alla prima esperienza teatrale e attori che già da qualche anno calcano le scene, la Scuola Comunale di Musica di Todi, che ha allestito per questa occasione una vera e propria orchestra di tredici elementi, e l’Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato “A. Ciuffelli” di Todi, che ha realizzato i costumi delle quattro protagoniste femminili.
La preparazione allo spettacolo ha perciò coinvolto un cospicuo numero di persone e ha accolto varie forme espressive, tese a comunicare attraverso i diversi linguaggi artistici: il teatro, la musica, la progettazione e la realizzazione dei costumi.
Il testo è un libero adattamento de “L’Opera del mendicante” di John Gay, scritta nel 1728 ma ancora profondamente attuale nei contenuti della sua graffiante satira politica e sociale.
I personaggi sono ladri, mendicanti, criminali, prostitute, imprenditori e poliziotti corrotti, categorie per le quali gli affari sono affari, e il cui interesse personale va perseguito in totale assenza di scrupoli.
La società che si dipinge è quella degradata dei bassifondi, del bordello, della taverna, che sembra però riflettere a specchio le abitudini e i vizi delle classi più abbienti.
Perfettamente adattabile alla realtà di oggi, l’Opera si fonda sull’ eterna verità che “vi è una tale somiglianza di costumi tra la vita dei grandi e quella dei miseri e abietti, che è difficile stabilire se, nei vizi alla moda, gli uomini di rango imitano quelli della strada o viceversa … La gente più infima ha esattamente gli stessi vizi dei ricchi, e per questo viene impiccata“.
La scelta “stralunata “ dei costumi di scena, l’assenza di scenografie, le azioni nonsense mirano a evitare la caratterizzazione temporale, e ad alleggerire i personaggi rispetto al loro carico etico, esaltando la percezione visiva del gesto accostato alla parola.
Le bellissime musiche sghembe di Kurt Weill, scritte per “L’opera da tre soldi” di Bertolt Brecht, eseguite DAL VIVO  dall’orchestra e cantate dagli attori, sottolineano i momenti salienti dello spettacolo, che mantiene così la classica struttura della ballad-opera.
Nel complesso, l’ “Opera del mendicante” si può definire una commedia musicale dai toni grotteschi.

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter