Se oggi qualcuno si preoccupasse di fare un sondaggio sulla popolarità del Governo tra i dipendenti più anziani della pubblica amministrazione probabilmente otterrebbe due soli risultati: zero per il gradimento e 100 per l’inc…ra
Negli uffici e nei corridoi dei ministeri e delle altre amministrazioni non si parla d’altro che delle norme inserite nella manovra economica.
Se ne parla nella scuola, fra i magistrati e negli enti pubblici. Gli uffici del personale sono affollatissimi, tutti chiedono i moduli per andare in pensione o chiedono se hanno la possibilità di andare in pensione o quanto prenderebbero andando via ora, evitando così la rateizzazione della buonuscita (fino a tre anni) prevista dal decreto legge che arriverà in Gazzetta Ufficiale la prossima settimana.
Ma la corsa sarà vana per moltissimi, salvo quelli che hanno i santi in paradiso, perchè per riuscire a scansare la penalizzazione bisognerà che le domande siano state accolte prima che le nuove norme entrino in vigore.
Solo così si potrà ottenere la liquidazione in un’unica soluzione come è stato finora.
Secondo le disposizioni contenute nel decreto all’esame del Quirinale solo le liquidazioni inferiori a 4 volte il minimo, cioè a circa 24 mila euro, verrebbero pagate in un’unica soluzione. Per gli importi tra 24 e 48 mila euro il versamento avverrà in due anni, sopra i 48 mila in tre anni.
Dal 2011 in poi (pro rata) le annualità di servizio verrebbero calcolate ai fini della buonuscita con gli stessi criteri del Tfr (lavoratori privati), cioè con un’aliquota del 6,91%, anziché col più vantaggioso sistema del Tfs (dipendenti pubblici) dove viene computato l’80% dell’ultimo stipendio per gli anni di servizio.
Corsa contro il tempo anche per i dirigenti di tutte le amministrazioni, che al danno subito sulla buonuscita aggiungono quello sulla retribuzione, che dal 2011 verrà tagliata del 5% per la parte eccedente 90 mila euro e del 10% sopra i 130 mila.
- Redazione
- 28 Maggio 2010
Condividi su facebook
Condividi su twitter