La Giunta di Confindustria Perugia, che si è riunita nei giorni scorsi, si è confrontata sull’andamento dei vari comparti analizzando le conseguenze della crisi in corso.
Facilitare l’accesso al credito e battersi per la semplificazione burocratica sono le principali questioni sulle quali gli imprenditori di tutti i principali settori economici che operano nella provincia di Perugia ritengono si debba continuare a puntare per affrontare l’attuale congiuntura economica.
I dati e le informazioni che vengono raccolte giornalmente attraverso i contatti con le imprese associate ed i risultati della indagine congiunturale relativa al 1° trimestre dell’anno in corso, svolta su un campione di oltre 100 aziende, confermano che il sistema industriale regionale continua a soffrire a causa delle perduranti difficoltà dell’economia nazionale e internazionale.
La crisi colpisce tutti i settori, ma con intensità diversa. Gli imprenditori hanno così espresso il loro quadro di riferimento. In Umbria a risentire in modo più marcato delle difficoltà sono il settore edile e dei materiali da costruzione, carta e cartotecnica, trasporti, come emerge dalle testimonianze degli stessi imprenditori che, soprattutto nei primi mesi del 2010, hanno evidenziato una flessione preoccupante dell’attività testimoniata anche dall’andamento del ricorso alla Cassa Integrazione. Nei primi quattro mesi di quest’anno, è infatti aumentato complessivamente del 43 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Inoltre, sono andati persi, in media d’anno, 10.000 posti di lavoro, con il calo che ha colpito più duramente il settore industriale (-8.000 unità rispetto al 2008) e la provincia di Perugia piuttosto che quella di Terni.
Segnali un poco più confortanti provengono dall’andamento delle esportazioni, che nell’ultimo trimestre dello scorso anno, con un ammontare di 726 milioni di euro, hanno fatto registrare un aumento dell’11,70 per cento rispetto al trimestre precedente.
“A mio giudizio – ha affermato Antonio Campanile, presidente di Confindustria Perugia – l’interpretazione che ragionevolmente può essere data a questi nuovi elementi è che il processo di uscita dalla crisi appare ancora fragile, lungo, faticoso, anche se il tanto atteso recupero dei livelli produttivi sembra essersi avviato. Le prospettive a breve termine appaiono condizionate da uno scenario caratterizzato ancora da luci ed ombre: alla ripresa del commercio mondiale, trainata soprattutto dalle economie dei Paesi emergenti, al perdurare dei bassi tassi di interesse, al deprezzamento dell’euro, si contrappongono, infatti, alcuni fattori negativi, quali la stagnazione dei consumi delle famiglie e delle spese per investimenti, il protrarsi della instabilità del sistema finanziario, acuita oggi dalla crisi della Grecia, i forti rincari delle materie prime, il persistere delle difficoltà di accesso al credito”.
Uno dei problemi più sentiti dalle aziende, infatti, è ancora la difficoltà di accesso al credito. In particolare, la ripresa degli investimenti appare condizionata, oltre che dall’elevata capacità produttiva non utilizzata, dalle difficoltà finanziarie di molte imprese, le cui capacità di autofinanziamento sono state duramente compromesse dalla crisi.
D’altra parte, gli effetti indotti sul reddito delle famiglie dall’aumento della disoccupazione e della Cassa Integrazione inducono a ritenere improbabile un aumento dei consumi capace di ridare slancio alla produzione.
È questo, a grandi linee, il quadro, con cui si apre la nuova legislatura regionale, messo in evidenza dal presidente Campanile e dagli imprenditori presenti in Giunta. Tutti hanno voluto ricordare con forza la necessità di maggiore attenzione da parte delle Istituzioni al mondo produttivo ed al valore economico e sociale dell’impresa.
“Ma anche noi imprenditori – ha detto Campanile – per accelerare l’uscita dalla crisi ed imboccare la strada della ripresa dobbiamo essere pronti a fare la nostra parte, compiendo ogni sforzo per accrescere la competitività delle nostre imprese, per innovare processi, prodotti, assetti organizzativi, per cogliere le opportunità che vanno emergendo sui mercati esteri. A livello regionale – ha ribadito il presidente di Confindustria Perugia – occorre operare affinché il mondo istituzionale e politico riservi una maggiore attenzione alle istanze ed alle proposte provenienti dalle imprese e conseguentemente definisca le politiche capaci di incidere sull’ampliamento, il rafforzamento e la crescita della produttività del tessuto industriale”.
A tal riguardo Campanile ritiene essenziale non confinare le analisi agli aspetti congiunturali, mutevoli e continuamente cangianti, ma suggerisce di estenderle a quelli strutturali. “È un’esigenza – ha concluso Campanile – che mi pare sia resa sempre più urgente, e che si imponga per riuscire a dare un supporto reale e prezioso alle imprese umbre. L’industria oltre ai posti di lavoro già persi è possibile che ne perderà altri a fine estate, quando non sarà prolungabile la Cassa Integrazione straordinaria per crisi internazionale, a cui già accedono 50 imprese della provincia, e che spesso è, nei fatti, l’anticamera della mobilità e della disoccupazione. Non credo sia sufficiente contare le aziende in crisi o quelle che non riescono a sopravvivere alla crisi; non è sufficiente, per quanto necessario, sopravvalutare le politiche regionali, né fare affidamento sul solo nostro senso di responsabilità. Credo sia indispensabile affrontare con ottica non ordinaria un ciclo economico che potrebbe davvero aprire per l’Umbria e per le imprese una fase di declino”.
- Redazione
- 2 Giugno 2010
Condividi su facebook
Condividi su twitter