Condividi su facebook
Condividi su twitter
Su manichini robotizzati si potranno simulare vari casi d'urgenza-emergenza ed i corretti interventi medici;
manichini-interi-0151

Un primo contatto «pratico» con emergenze e urgenze, a cui si spera continuerà ad affiancarsi ed anzi ad accentuarsi il contatto vero coi pazienti, sarà possibile all’Università di Perugia con  la realizzazione del Centro di simulazione medica avanzata,  nella facoltà di medicina e chirurgia di Perugia.
Il centro, attrezzato con strumenti di macrosimulazione ed «e-learning», è il primo del genere in Italia e, con i suoi 300 metri quadrati di superficie al primo piano dell’edificio B della facoltà, si pone tra i primi in Europa per estensione.
Grazie a una cabina di regia, un tutor esperto potrà dare avvio alla simulazione di condizioni patologiche su cui l’allievo, o anche lo specialista che intende implementare le sue competenze, saranno chiamati a cimentarsi.
Sedici le aree terapeutiche in cui sarà possibile ricostruire scenari virtuali, dal parto all’infarto acuto, grazie all’utilizzo di manichini robotizzati in luogo dei pazienti.
In esclusiva nazionale il centro è inoltre dotato di un simulatore di artoscopie per esercitazioni nel campo dell’ortopedia.
«Lo scopo è eliminare il gap tra l’acquisizione di conoscenze tecnico-scientifiche e la fase operativa propria del livello assistenziale», ha spiegato il professore Vincenzo Talesa, responsabile per l’ateneo perugino.
Tre i vantaggi della nuova metodologia illustrati da Talesa: mimare le operazioni di una manovra terapeutica in ambiente protetto, dove l’errore avrà solo la conseguenza positiva di migliorare le abilità dell’esecutore; apprendere il lavoro in equipe e favorire l’interiorizzazione delle conoscenze grazie alla possibilità di filmare e rivedere le operazioni. Il progetto, frutto di due anni di studio e da gennaio entrato nella fase operativa, richiederà ora la strutturazione di percorsi formativi dal primo al sesto anno di studi, con l’obiettivo di attivarli nel prossimo anno accademico.
La nuova tipologia di attività formativa, che si inserisce tra quella frontale e quella di tirocinio, sarà rivolta non solo agli studenti del corso di laurea in medicina, ma anche a quelli delle professioni sanitarie e delle scuole di specializzazione, restando comunque a disposizione dei professionisti dell’Azienda ospedaliera e di esterni, come aziende farmaceutiche interessate a illustrare gli effetti concreti dei loro prodotti.

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter