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Il deputato umbro Verini attende da sei mesi una qualsiasi risposta del Ministro a cui aveva sollecitato accertamenti sulla sentenza del Gip di Perugia in merito alla morte in carcere di Aldo Bianzino
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A leggere le cronache sembrerebbe che gli ispettori del Ministero di Grazia e Giustizia siano tutti i giorni su e giù per l’Italia a fare ispezioni non appena scoppia un caso giudiziario.
Ma, con una lettera aperta, il deputato umbro Pd Walter Verini, fa intendere che forse quando il caso riguarda un povero falegname la solerzia del ministero a mandare gli ispettori è alquanto rallentata.
Scrive infatti Verini al ministro della Giustizia, Angiolino Alfano, sulla vicenda di Aldo Bianzino, «detenuto morto nel carcere di Perugia nella notte tra il 13 ed il 14 ottobre 2007, in circostanze ancora non chiarite».
La lettera farebbe seguito ad un’altra del 12 gennaio  consegnata a mano.
«Ho deciso di scriverle nuovamente – dice Verini,  perchè ritengo un fatto molto grave che, a distanza di quasi sei mesi, lei non abbia trovato tempo e modo di rispondere.
Qualche giorno prima della mia lettera, il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Perugia aveva disposto la procedura di archiviazione delle accuse per il possibile reato di omicidio ad opera di ignoti.
Nella lettera non entravo nel merito di questa decisione del Gip, ma mi riferivo alle legittime inquietudini dei familiari e dell’opinione pubblica non solo umbra, che attende giustamente ancora risposte certe e chiare alla domanda sulle cause della morte di Bianzino.
Tra l’altro, le ricordavo, sono ancora in corso, in relazione a questa vicenda, altri procedimenti giudiziari per omissione di soccorso e falsificazione di registri nei confronti di personale di polizia penitenziaria.
Il 12 gennaio scorso, per lettera, le ribadivo quanto chiesto il 22 dicembre 2009 in aula: “contribuire, nelle sue prerogative e nelle forme che riterrà opportune, ad accertare se tutte le procedure di indagine che hanno portato alla decisione di archiviazione siano state scrupolosamnete seguite”.
“Si tratta – aggiungevo – di un auspicabile accertamento che potrebbe contribuire a colmare anche le zone d’ombra legate alla primissima fase delle stesse indagini, nell’immediatezza della morte di Aldo Bianzino”.
Trovo sconcertante, signor ministro, quanto accennato sopra: il fatto che lei – continua Verini – non abbia fornito risposta di nessun genere a questa richiesta. Non credo ci siano motivazioni plausibili per questo suo lungo silenzio. »

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