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Anche Dante Brunetti spera di poter dimostrare la sua innocenza nel caso della morte della badante russa, sua ex moglie
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In queste ore due uomini, ex mariti, accusati di aver ucciso le loro donne, vivono momenti diversi.
Da un lato Roberto Spaccino, in una dichiarazione spontanea nella prima udienza del processo davanti alla Corte d’assise d’appello di Perugia, si è definito un «capro espiatorio».
L’ex camionista di Compignano di Marsciano affronta l’appello dopo che è stato condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio della moglie Barbara Cicioni, uccisa nel maggio 2007 quando era incinta all’ottavo mese.
Un delitto al quale Spaccino si è sempre proclamato estraneo.
Dopo la dichiarazione spontanea dell’imputato è cominciata la requisitoria dei pubblici ministeri  poi l’udienza è stata  rinviata al 15 luglio prossimo. Già fissate le date del 4 e 6 agosto e del 20 settembre quando potrebbe arrivare la sentenza.
In merito a quest’ultima le affermazioni di Spaccino sembrano prefigurare la volontà di non accettarne le  eventuali conseguenze negative.

Speranze invece per iI difensori di Dante Brunetti
, l’uomo di 60 anni accusato dell’omicidio volontario della badante russa Svetlana Kovchnikova (57), trovata morta il 14 giugno nei pressi della fermata dell’autobus in via Cortonese.
Hanno chiesto stamani ai giudici del tribunale del riesame di Perugia la revoca della custodia cautelare in carcere per l’eugubino e forse le indagini non sono andate tanto avanti da dare elementi certi a carico dell’uomo.
I giudici del riesame si sono riservati la decisione, che potrebbe arrivare nelle prossime ore, mentre la squadra mobile prosegue comunque gli accertamenti su Brunetti, ma anche in altre direzioni, mentre si attendono ancora i risultati degli esami di laboratorio su alcuni reperti.

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