Si parla sempre di temperature medie e qualcuno in qualche parte del globo potrebbe avere una percezione diversa, ma la temperatura media globale sulla terra e sugli oceani del primo semestre del 2010 è stata la più elevata mai registrata nella storia delle rilevazioni iniziata nel 1880.
Dai dati raccolti dal National Climatic Data Center statunitense si evidenzia che il risultato è il frutto dei record di sempre per il caldo raggiunto nei mesi di marzo, aprile, maggio e giugno.
La temperatura media dei primi dieci anni del terzo millennio (2000-2009) ha fatto registrare un valore di 57,9 gradi Fahrenheit (14,389 gradi celsius), superiore dello 0,3% a quella della decade precedente.
Secondo il rapporto Noaa ognuno dei tre ultimi decenni è stato molto più caldo del decennio precedente. Il decennio degli anni ’80 fu considerato il più caldo mai registrato. Ognuno degli anni ’90 è stato più caldo rispetto alla media del decennio precedente. Gli anni 2000 sono stati ancora più caldi.
Dicono al Noaa «L’aumento della temperatura di un grado Fahrenheit negli ultimi 50 anni può sembrare piccolo, ma ha già alterato il nostro pianeta. I ghiacciai e i ghiacci marini si stanno sciogliendo, le forti precipitazioni si stanno intensificando e le ondate di calore sono sempre più comuni. E, come dice il nuovo rapporto, ora c’é l’evidenza che oltre il 90% del riscaldamento degli ultimi 50 anni é andato a finire nei nostri oceani».
Al rapporto dell’Agenzia governativa statunitense hanno lavorato più di 300 scienziati di 160 gruppi di ricerca in 48 Paesi ed i dati sono stati raccolti da diverse fonti, compresi i satelliti, palloni meteorologici, stazioni meteo, navi, boe e indagini sul campo.
Per la Noaa, sette indicatori sono in aumento: temperatura dell’aria sulla terra, la temperatura della superficie del mare, la temperatura dell’aria sopra gli oceani, il livello del mare, il calore dell’oceano, l’umidità e la temperatura nella troposfera, lo strato "meteo-attivo" dell’atmosfera più vicino alla superficie terrestre.
Tre indicatori sono in calo: il ghiaccio del Mare Artico, la copertura di ghiacciai e neve primaverile nell’emisfero settentrionale.
«In Italia la prima decade di luglio ha fatto registrare – secondo la Coldiretti – una temperatura massima superiore di 1,3 gradi centigradi rispetto alla media del periodo di riferimento del trentennio 1970-2000.
Più calore ovviamente significa più evaporazione e quindi più umidità nell’atmosfera con conseguenti maggiori precipitazioni che tuttavia poi si concentrano in luoghi particolari anche per effetto di altri fattori.
I ricercatori dell’università di Lisbona, studiando i livelli del mare tra il 1948 e il 2008, hanno messo in evidenza come le maree di Venezia dipendano «significativamente» dal comportamento del Sole.
Dimostrato, infatti, sia che i movimenti delle acque seguono un ciclo di 11 anni, uguale a quello della nostra stella, sia che la presenza di macchie solari coincida con picchi di allagamento a Venezia.
Ma non è tutto. Gli studiosi hanno anche riscontrato la presenza, negli stessi periodi, di «record» di sistemi di bassa pressione che hanno colpito il mare Adriatico settentrionale facendo in questo modo spostare verso la laguna eventi alluvionali «eccezionali».
Questi sistemi infatti, spiegano gli autori dello studio, causano l’aumento del livello del mare, mentre dall’altra parte i venti soffiano da sud a nord, accumulando così acqua di mare intorno alla città.