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Il titolare della cantina Novelli prosegue nella ricerca di antichi vitigni da valorizzare come espressione del territorio regionale
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Negli ultimi cinque anni, secondo i dati di Assoenolgi, i vini del territorio hanno incrementato la loro presenza sui mercati internazionali del 50%.
«In generale l’incremento dell’export del vino italiano sui mercati esteri  in buona percentuale è dovuto alla particolarità di questi vitigni autoctoni, alcuni anche riscoperti di recente».

Nella ricerca del vitigno perduto si è distinto il giovane imprenditore umbro Stefano Novelli, titolare di Cantina Novelli a Montefalco
che nel 2006 ha intrapreso il recupero del Trebbiano spoletino, varietà storica della città di Spoleto, nel tempo quasi dimenticata.
Con una paziente ricerca nei poderi locali, per mano ad anziani contadini che ancora custodivano le piante più antiche, Novelli ha trovato esemplari centenari su cui è stata operata una selezione clonale che ha permesso l’impianto di nuovi vigneti che ripropongono il vitigno nella sua purezza. «La natura e la tradizione ci hanno dato ragione – osserva Stefano Novelli – perchè il Trebbiano spoletino oggi è uno dei vini di maggior soddisfazione per la nostra Cantina e sicuramente tra i bianchi più importanti dell’Umbria».

Non contento, Novelli ha deciso anche di riscoprire la versione umbra del Pecorino, recuperando materiale genetico dalle piante a piede franco, con oltre un secolo di vita, che ancora oggi si trovano sopra Cascia a 1.000 metri di altitudine.

 

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