È decollato dall’aeroporto di Ginevra, diretto alla base di lancio della Nasa a Cape Canaveral, il Kennedy Space Center, il cargo C5M Super Galaxy che ha a bordo lo strumento Ams (Alpha Magnetic Spectrometer), realizzato per andare in cerca di antimateria nello spazio.
Con lo strumento, costato 1,2 miliardi di euro e pesante circa 7 tonnellate, viaggia una delegazione dei circa 500 ricercatori di 16 Paesi che hanno collaborato al progetto, coordinato dal Nobel Samuel Ting, del Cern.
A bordo c’è anche il coordinatore del contributo italiano, Roberto Battiston, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e università di Perugia.
L’Italia ha contribuito per il 25% ad Ams grazie ad Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e Infn. Nel Kennedy Space Center l’Ams dovrà essere integrato a bordo dello shuttle che nel febbraio del prossimo anno lo porterà sulla Stazione Spaziale Internazionale.
Sarà l’ultimo volo dello shuttle, in compagnia dell’astronauta italiano dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) Roberto Vittori, .
Con l’Ams comincia una nuova avventura della fisica, più che mai decisa a trovare la risposta a due domande fondamentali: quella che riguarda l’antimateria prodotta al momento del Big Bang e che oggi sembra essere scomparsa, e quella sulla natura della misteriosa e invisibile materia oscura che occupa ben il 23 % dell’universo e che è quindi quasi cinque volte più abbondante della materia visibile di cui sono fatte stelle e pianeti.
L’Ams è stato voluto da una vastissima collaborazione internazionale coordinata dal Nobel Samuel Ting, del Cern di Ginevra. «. Oltre che per la fisica, l’Ams segna un traguardo anche per lo spazio: il suo arrivo sulla stazione orbitale con l’ultimo volo dello shuttle «ha un significato chiave, che chiude un’epoca e segna l’inizio di una nuova fase», osserva la responsabile dell’Esa per il Volo umano, Simonetta Di Pippo.
Questa missione – rileva – dimostra che la Stazione spaziale può essere al servizio di una comunità scientifica molto diversificata, offrendo condizioni sperimentali impossibili sulla Terra>>.
Il contributo italiano comprende la realizzazione di strumentazione di volo, il supporto nel periodo di 14 anni di circa 60 scienziati italiani partecipanti al progetto, nonchè contratti con le industrie italiane del settore. Sono stati progettati e realizzati in Italia i principali strumenti a bordo di AMS, derivati dall’esperienza decennale agli acceleratori di particelle dei Laboratori nazionali di Frascati e del Cern di Ginevra, come il sistema di Tempo di Volo e il sistema ad Anelli di Luce Cherenkov, realizzati dalla sezione dell’Infn di Bologna; il Tracciatore al silicio è stato realizzato dalla Sezione dell’Infn di Perugia e il Calorimetro elettromagnetico si deve alla sezione dell’Infn di Pisa.
Importanti contributi al segmento di terra della trasmissione dati e al monitoraggio della strumentazione di bordo sono stati dati anche dalle sezioni dell’Infn di Milano e dell’università di Roma La Sapienza.
L’industria spaziale italiana(in particolare Cgs, Caen, Carso e G&A Engineering), ha contribuito in maniera sostanziale con il sostegno dell’Asi, alla realizzazione del sistema di controllo termico, del rivelatore ad Anelli di luce Cherenkov, dei rivelatori al silicio del Tracciatore e del sistema di alimentazione dell’intero esperimento Ams.