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Il materiale prelevato al neonato in un ospedale della zona del Trasimeno è stato trasportato dalla protezione civile toscana all'Ospedale Careggi di Firenze dove il fratello lottava per la vita
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Un bambino di un anno, colpito da una grave malattia del sangue per il quale non ci sono donatori volontari di midollo osseo compatibili in tutto il mondo, genitori compresi, è stato salvato nel reparto di ematologia dell’ospedale di Careggi di Firenze grazie a sangue estratto dal cordone ombelicale di un fratellino appositamente concepito dai genitori-
La protezione civile della Toscana, sezione logistica dei trapianti,  ha trasferito in appena due ore, dal Trasimeno a Firenze, il materiale prelevato dal neonato.
L’unica speranza di salvare il figlio era per i genitori quella di concepire un altro bambino. Ciò, affinchè si rendesse disponibile «sangue cordonale ricco di cellulare progenitrici» in un soggetto compatibile.

Attualmente in Italia non è consentita la conservazione per uso unicamente autologo (personale) del sangue del cordone ombelicale, tranne nei casi in cui sia presente, tra i consanguinei del nascituro, una patologia per la quale è riconosciuto appropriato l’utilizzo terapeutico delle cellule staminali presenti nel cordone ombelicale, come nel caso specifico.
C’è da dire, in ogni caso che  non è sempre possibile prelevare e conservare il sangue del cordone ombelicale.
Esistono infatti tutta una serie di condizioni che rendono il sangue cordonale non idoneo alla conservazione: una gestazione inferiore a 37 settimane, uno stato febbrile della madre al momento del parto, malformazioni congenite nel neonato, stress fetale, malattie batteriche o virali contratte durante la gravidanza o positività sierologica dei genitori a virus trasmissibili con il sangue.
Nel 40 % dei casi inoltre, la quantità di sangue prelevata è scarsa e quindi il quantitativo di cellule presenti è troppo basso per poterne consentire un utilizzo futuro.
Tutti questi fattori determinano che in media oltre il 60-70% delle unità di sangue cordonale non risulta idonea alla conservazione indipendentemente dalla tipologia di conservazione e quindi le cellule staminali donate dalle mamme al momento del parto e conservate nelle banche pubbliche possono costituire una riserva meno aleatoria in caso di necessità, purchè se ne accerti la compatibilità.

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