I topi sono organismi complessi che condividono molti aspetti genetici, molecolari e cellulari, con l’uomo, ma dall’essere umano sono diversi sia dentro che fuori e non è detto che tutto ciò che faccia bene ai primi funzioni sui secondi.
Ma dalla ricerca medica sui topi potrebbe essere venuta la scoperta di un cocktail di aminoacidi che allunga la vita,
D’altro canto questa “bevanda” ed il lievito unicellulare erano già stati protagonisti di studi precedenti che avevano dimostrato come tre aminoacidi fossero in grado di prolungare la vita del lievito.
Allora la speranza che un acqua potabile ‘arricchita’ con un mix di tre aminoacidi funzioni anche sull’uomo ha delle basi sufficientemente solide anche perchè esistono, seppur limitati di numero, studi sull’uomo.
L’acqua di Matusalemme, tuttavia, non pare destinata a tutti.
Enzo Nisoli dell’università Statale di Milano, che ha coordinato lo studio, precisa «potrebbe rivelarsi un’utile strategia preventiva nelle persone in là con gli anni. Non la ritengo indicata, anzi mi sembra superflua, nei più giovani in buone condizioni fisiche», avverte.
I ricercatori ipotizzano supplementi nutrizionali a base dei tre aminoacidi per i pazienti con insufficienza cardiaca oppure con una condizione di degenerazione muscolare nota come sarcopenia, o anche con malattie polmonari cronico-ostruttive o altre disfunzioni caratterizzate da difetti del metabolismo energetico
Il gruppo di scienziati italiani, che ha firmato lo studio su ‘Cell Metabolism’, proviene da atenei e strutture sanitarie lombardi – università degli Studi di Milano, università di Pavia, università di Brescia e Istituto auxologico di Milano .
Gli ingredienti chiave di questo composto sono tre dei 20 aminoacidi che normalmente costituiscono le proteine: leucina, isoleucina e valina.
«Questo studio – conclude Nisoli – rappresenta una tappa importante in prospettiva di un nuovo approccio ‘nutrizionale’ alle malattie legate all’invecchiamento e ai problemi di carenza energetica.
La vera sfida sarà convincere i medici che questi supplementi possono rivelarsi utili per i loro pazienti. Sarebbe necessario, per questo, un esteso trial clinico nell’uomo. Un impegno che potrebbe non essere semplice, data la scarsa propensione delle case farmaceutiche a confrontarsi con approcci di tipo nutrizionale».
Potrà comunque essere utile sapere come l’organismo umano si “approvvigioni” dei tre elementi del cocktail e scoprire che la dieta sarebbe gustosa:
Gli alimenti ricchi di leucina sono: mais, pasta di semola, legumi, arachidi, nocciole, carne e pesce.
Gli alimenti ricchi di isoleucina sono: lenticchie, arachidi, agnello, sardine e formaggi.
Gli alimenti ricchi di valina sono: lenticchie, fave, arachidi, nocciole, agnello, maiale, pesce, formaggio.
Comunque già lo scorso anno uno studio del team dell’University College di Londra aveva scoperto delle modificazioni nel processo di invecchiamento in un topo ‘knockout’, incapace di produrre una particolare proteina nota come S6K1. La proteina è coinvolta nella risposta dell’organismo alla quantità di cibo che ingeriamo.
Il gruppo diretto da Dominic Withers aveva dimostrato, su ‘Science’, che spegnere la proteina nei topi ha una serie di effetti benefici, che mimano quelli di una restrizione calorica perenne.
Inoltre era stato scoperto che, se i maschi risentono un po’ dell’intervento dei genetisti, sono state le femmine a mostrare un "effetto straordinario": una vita considerevolmente più lunga, di almeno un terzo rispetto alle coetanee non modificate, ed anche più sane, attive e in forma rispetto al gruppo di controllo.