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Per la Cgil, trasformando il minor reddito percepito -3,5 miliardi nei primi nove mesi del 2010 -da coloro che sono in Cassa integrazione, si può definire in 642.829 lavoratori il numero di coloro che sono assenti da ogni attività produttiva e che si aggiungono ai disoccupati ufficiali
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Il ministro per la Pubblica amministrazione e l’innovazione, Renato Brunetta, contesta il metodo usato dai ricercatori della Banca d’Italia nel calcolare la disoccupazione in Italia, dopo che nel bollettino pubblicato nei giorni scorsi hanno indicato 11% includendo cassa integrati e scoraggiati.
Gli ha fatto eco subito la Cgil calcolando il reddito che viene a mancare quando si è in cassa integrazione.
Sarebbe, per gli oltre 640mila lavoratori in cassa, fin che ci sarà e poi destinati a far riavvicinare le due statistiche a confronto, oltre 3,5 miliardi di euro, più di 5.500 euro per ogni singolo lavoratore solo nei primi nove mesi del 2010.
Dall’analisi della Cgil il ricorso alle ore di Cassa integrazione a settembre segna un aumento del +34,8% rispetto al mese precedente.
Nel periodo gennaio settembre l’aumento complessivo delle ore di Cig è stato del +50,5%, sullo stesso periodo del 2009, per un totale di 925.673.480 ore autorizzate: un trend che porterà, rileva il rapporto, «il cumulo delle ore del 2010 ben oltre il miliardo».
Secondo il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, «dai dati del nostro Osservatorio emerge una crisi che continua ad essere molto dura per i lavoratori e per le stesse imprese: la Cig continua a crescere, nonostante segnali di ripresa dell’economia, mentre le crisi aziendali si moltiplicano senza che dal governo arrivino risposte adeguate».   Inoltre, si sottolinea nel rapporto,  aumentano le crisi aziendali (+173,7%), rappresentano ormai il 72,9% del totale dei decreti. Tra i decreti di crisi aziendale continuano a esserci indistintamente le aziende che hanno terminato le 52 settimane di Cassa integrazione ordinaria, con quelle in crisi aziendale non temporanea..Una distinzione aiuterebbe a capire le dinamiche delle crisi aziendali in atto», sollecita la Cgil.  «
Tra le altre causali significative per numero dei decreti restano le domande di ricorso al fallimento (+99%), al concordato preventivo (+121,9%), all’amministrazione straordinaria (+100%). Aumentano i contratti di solidarietà (+77,3%) e rappresentano il 13,2% del totale dei decreti mentre le domande di ristrutturazione aziendale sono solo 109 (il 2,2% dei decreti) e le conversioni aziendali 10 (0,20%).
È ancora costante, segnala il rapporto della Cgil, la tendenza negativa all’aumento degli interventi di tipo passivo verso le imprese, mentre gli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale dell’impresa non raggiungono il 6% del totale dei decreti».
«Nel periodo gennaio settembre 2010 considerando un livello medio di ricorso alla Cig, ovvero il 50% del tempo lavorabile globale (18 settimane lavorative), si confermano in questo periodo oltre 1.280.000 lavoratori in Cigo, in Cigs e in Cigd.
Se invece consideriamo i lavoratori equivalenti a zero ore per tutto il 2010 (36 settimane) si determina un’assenza completa di attività produttiva per 642.829 lavoratori». Il rapporto denuncia «una situazione economica e sociale sempre più insostenibile per milioni di lavoratori».
E così i conti di Brunetta e Draghi vanno verso una coincidenza. 

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