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Il gruppo di cittadini che da anni si battono per una migliore salubrità del territorio nord del marscianese manifestano nuove preoccupazioni per il rinvio della "resa dei conti"
suini

Più si avvicina la resa dei conti, ovvero le date da rispettare per definire le soluzioni, possibili e condivisibili, tendenti a risolvere, una volta per tutte, gli annosi problemi della zootecnia (collocazione e messa in regola degli allevamenti, smaltimento dei reflui), più le varie amministrazioni si arroccano con ogni mezzo su posizioni che chiaramente evidenziano l’obiettivo di adeguare e di ampliare l’impianto consortile con un rifunzionamento, a nostro avviso, gravemente peggiorativo rispetto al disastroso passato. Tutto ciò indipendentemente dal progetto, necessario ed obbligatorio, di bonifica delle lagune e dei laghetti collinari.
Questo ipotetico rifunzionamento, sarebbe a beneficio dei pochi allevatori rimasti, gran numero dei quali hanno come attività i contratti di soccida.
Ad avallare questi nostri dubbi, anzi certezze, sono le più recenti “mosse” da parte dei vari soggetti interessati:
La società S.I.A. su commissione del Comune di Marsciano, ha presentato alla Regione e alla Provincia istanze di “procedura di verifica di assoggettabilità ed autorizzazione integrata ambientale relative al progetto di impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi….” (che c’entrano i suini?). Tale istanza, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Umbria in data 17 Agosto 2010, prevedeva l’accoglimento di eventuali osservazioni che regolarmente noi ed alcuni cittadini hanno presentato nei tempi utili, ma che non hanno a tutt’oggi ricevuto alcuna risposta.
La Regione aveva deliberato (n° 300 del 23 Febbraio 2010) di consentire al Comune di Marsciano di autorizzare l’attività degli allevamenti (vedi ristallo) fino e non oltre la data del 31 Ottobre 2010.
In data 25 Ottobre 2010, il Sindaco di Marsciano chiede in deroga tempi più lunghi (12 mesi) per affrontare gli aspetti gestionali ed operativi affinchè gli allevatori abbiano la possibilità di presentare una proposta progettuale esecutiva ancora in fase di redazione (non è mai troppo tardi!!). Apprendiamo che la Regione ha concesso sei mesi di tempo ed apprezza con soddisfazione “il convinto impegno da parte degli allevatori nel conciliare l’attività zootecnica e la tutela ambientale”. Cosa c’entra in questa deroga il prolungamento dell’attività dell’allevamento di cui il termine era stato fissato al 31 Ottobre 2010? (vedi Delibera n° 300 sopra citata).
Considerando che da più parti, non solo da noi, emerge una netta contrarietà agli impianti consortili, a scapito dei più razionali depuratori di stalla, e che il numero di capi allevati nel marscianese non è sufficiente ad un buon funzionamento del digestore stesso, dubitiamo ragionevolmente che l’obiettivo da parte delle amministrazioni sia quello di ampliare l’impianto, lasciare gli allevamenti nello stato attuale, aggiungere gli apporti degli allevatori della regione e comunque da fuori Comune, dilatare la lista dei materiali di conferimento con il nobile scopo di lucrare o di far lucrare le società coinvolte a detrimento, come in tutti gli anni passati, della qualità della vita, della salute e del valore patrimoniale della collettività del nord-marscianese.
Non parliamo della tutela di quelle bellissime terre né della vocazione turistica dell’Umbria perché tanto sull’ambiente solo poche persone spendono un impegno reale e non soltanto vuote parole.

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