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La portavoce di PdL e Lega Nord nel consiglio regionale dell'Umbria, Fiammetta Modena, ha commentato una decisione della Corte Costituzionale sulla liberalizzazione dei servizi pubblici locali; ha risposto Rifondazione Comunista ed a Gualdo il Consiglio Comunale ha avviato il percorso per dichiarare l'acqua bene pubblico
acqua
La portavoce di PdL e Lega Nord nel consiglio regionale dell’Umbria, Fiammetta Modena ha osservato che ”Passa stranamente sotto silenzio una importantissima decisione della Corte Costituzionale che ha respinto le obiezioni di sei regioni, tra cui l’Umbria, relative alla liberalizzazione dei servizi pubblici locali”.
Per la consigliera, quindi, ”in buona sostanza le battaglie che erano state fatte dalle Regioni vengono stroncate dalla Corte che, attraverso una sentenza ampia e complessa, difende, di fatto, le nuove regole per i servizi pubblici locali individuate dal Governo.
Tutto cio’ significa che in Umbria, la riforma delle liberalizzazioni relativa ai servizi, in mano al pubblico, dovrebbe avere immediatamente inizio”.

”E sotto silenzio – aggiunge – dopo che la sinistra ci ha ammorbato per mesi con la raccolta di firme contro la ‘privatizzazione’ dell’acqua, sta passando anche il passaggio della sentenza relativa al servizio idrico, per il quale e’ stata ribadita la natura economica del servizio integrato. Si tratta, quindi, di un servizio che rientra nel novero di quelli pubblici a cui si applica la nuova disciplina”.
”Per cui – spiega Modena – come ha commentato lo stesso ministro Fitto ‘la Corte ha ritenuto l’intervento riformatore del Governo pienamente compatibile con le disposizioni costituzionali sulla ripartizione delle competenze legislative e con l’ordinamento comunitario’, ribadendo quindi che l’affidamento senza gara e’ un’eccezione e non la regola del diritto europeo. Le gare e il ricorso al mercato si confermano, percio’, come il naturale mezzo per individuare il gestore di servizi pubblici locali di rilevanza economica”.

Da parte del capogruppo regionale di Rifondazione comunista, Damiano Stufara, invece“La decisione della Corte costituzionale…, rappresenta non solo una lesione all’autonomia delle amministrazioni regionali, ma anche un’illogica intromissione della Corte nel campo della definizione della natura dei servizi”. 
“’. Ritenere che l’acqua sia un qualcosa da cui trarre un profitto è palesemente in contrasto con i più elementari principi di salvaguardia  dell’interesse pubblico e di tutela dell’ambiente – osserva il consigliere regionale – che invece dovrebbero suggerire una legislazione diversa, incentrata sul riconoscimento e la salvaguardia dei beni comuni.
Che le forze del centro-destra umbro si affrettino ad esultare per le prospettive di guadagno che sembrano così delineasi per la loro naturale base elettorale non ci stupisce; ridicolo è invece far passare per naturale il ricorso al mercato, soprattutto nel corso di una crisi economica dovuta proprio al binomio di privatizzazione e deregolamentazione”.
Per il consigliere del Prc “a questo punto appare evidente come sia necessario proseguire sulla strada referendaria: i tre referendum per l’acqua pubblica previsti per la prossima primavera, sempre che non si svolgano le elezioni politiche anticipate, sono infatti il mezzo principale per impedire l’assegnazione del sevizio idrico attraverso il mercato. Allo stesso tempo si pone la questione del riconoscimento del carattere di bene comune dell’acqua”.
 
Intanto a Gualdo Tadino è oramai ufficialmente avviato e deliberato il percorso che porterà alla modifica dello statuto Comunale con l’inserimento della clausola vincolante sull’acqua "bene comune universale, la cui gestione è priva di rilevanza economica e fini di lucro".
 

 

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