Era il 1980 quando i due enti ospedalieri di Todi e Marsciano entrarono a far parte, unendosi, della neo nata Unità Socio Sanitaria locale della Media Valle del Tevere.
Ed in quell’anno, sulle pagine del Corriere dell’Umbria, apparve un intervento del sindacato dei dirigenti ospedalieri che lanciava un monito: “Due mezzi ospedali separati dal Tevere non avrebbero mai costituito un grande ospedale ma solo un grande mezzo ospedale”.
Era il “lancio” dell’idea di costruire un nuovo ospedale per tutto il comprensorio. Un’idea che fu subito sostenuta dagli ex presidenti, Pazzaglia di Todi ed Antonini di Marsciano, degli ex enti ospedalieri appena scomparsi.
Poi lo scetticismo ed interessi di “bottega” prevalsero e c’è voluto che si creasse un asse tra i Sindaci di Marsciano, Chiacchieroni, e di Todi, Marini con l’allora Direttore generale della Usl, Orlandi, per riportare all’attualità il progetto.
Un progetto che tra un mese esatto sarà concluso.
Secondo quando, infatti, ha dichiarato l’attuale D.G. della Usl2, tra trenta giorni esatti la ditta incaricata della costruzione dell’ospedale comprensoriale di Pantalla, la Btp, consegnerà formalmente l’opera e quindi dopo le feste natalizie comincerà l’opera di arredo e di istallazione delle apparecchiature medicali che si dovrebbe concludere in un paio di mesi. Saranno passati appena i quattro anni che le licenze edilizie dei comuni assegnano per realizzare edifici privati. E stavolta il “pubblico” ha rispettato i tempi.
Mura pronte quindi e scetticismo di molti messo k.o.
Ma entro le mura ci vanno i servizi sanitari e per questi, nel corso di un affollato incontro nella sala del Consiglio Comunale di Todi, la Presidente della Regione Umbria, presente insieme ai consiglieri regionali Buconi e Chiacchieroni e molti Sindaci del comprensorio, ha fornito importanti rassicurazioni che l’investimento sui 17,500 mq ( 40 milioni di spesa tra lavori edili, arredi ed attrezzature) sarà valorizzato al massimo con attività medico- chirurgiche di tutto rispetto.
Oltre i reparti già esistenti nelle due vecchie realtà ospedaliere ci saranno sette aree macro assistenziali tra le quali oculistica, ortopedia, chirurgia urologica, cinque sale operatorie di cui una per l’emergenza urgenza, riabilitazione cardiologica ed una sezione di ospedale di distretto, dove potranno sostare i malati che, usciti dall’ospedale per acuti, non sono ancora pronti per un’assistenza domiciliare.
Si sono dovuti attendere trenta anni e l’incertezza politica sulla soluzione ha fatto si che si dovesse attendere il completamento degli altri nuovi ospedali che hanno completamente rinnovato il mondo della sanità ospedaliera dell’Umbria, ma la media valle del Tevere non è stata l’ultima, visto che ancora il Lago Trasimeno e l’amerino-narnese, scontando le divisioni delle forze politiche, stanno ancora attendendo per i loro ospedali comprensoriali.
Forse s’è fatto appena in tempo perchè le risorse economiche per la sanità sono in discesa ed il cambiare delle esigenze ha fatto spostare il problema molto più sul versante dell’assistenza territoriale e di prevenzione.
Ma per adesso il progetto iniziato nel 1980 ha prodotto importanti risultati per il comprensorio e per la regione tutta: la media valle del Tevere ha conservato quella funzione ospedaliera che già negli anni 60/70 era al limite, visto che prevedeva un ospedale di base ogni 50mila abitanti e nel frattempo le risorse annuali per tale funzione sono scese al 44% del totale disponibile annualmente.
Ovviamente qualche cosa cambierà; parti dei territori saranno più lontani dall’ospedale ma, quando gli abitanti di queste zone vi arriveranno, lo troveranno funzionante per l’intera giornata, con operatori pronti sul posto, con attrezzature nuove ed all’avanguardia ( anche la RM è stata promessa da una Fondazione Bancaria).
Cambierà anche la situazione e l’economia dei due centri storici di Marsciano e Todi e qui la città di Jacopone è più indietro di quella sul Nestore.
A Marsciano si sa già che fare della vecchia struttura ospedaliera, più piccola di quella tuderte.
A Todi la sanità è pronta a rioccupare parte degli spazi con i servizi attualmente dislocati in altre sedi e, novità della serata, anche per potenziare le attività del centro per i disturbi alimentari di Palazzo Francisci.
Finalmente c’è la consapevolezza che solo la parte della struttura più recente potrà interessare l’iniziativa privata, mentre l’altra – sostanzialmente quella coincidente col vecchio convento su cui fu eretto l’ospedale che ha come simbolo la scala di Santa Caterina da Siena – potrà avere destinazioni d’uso pubblico.
E, per quest’ultime, da Buconi sono state lanciate idee per integrare la presenza sanitaria ( scuola, caserme carabinieri, guardia di Finanza, Forestale, uffici comunali attualmente ed in futuro destinati a non trovare collocazione nei palazzi municipali).
Idee con cui si dovrà confrontare l’amministrazione comunale tuderte, ieri sera assente, ma che comunque un risultato lo porterà a casa: nel 2011 sui certificati di nascita tornerà a comparire il nome di Todi ed a Marsciano non ne fanno un dramma.