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Per il direttore dell'Istituto di Ricerca sulle Acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). ''Da un punto di vista tecnologico non dovrebbe essere un problema eliminare dall'acqua l'arsenico".
acqua


La presenza dell’arsenico nell’acqua
, oltre i limiti imposti dall’Unione Europea a partire dal 2001 (10 microgrammi per litro, standard alzato temporaneamente a 20 microgrammi per litro), si poteva facilmente evitare anche nei tre comuni umbri coinvolti nel problema.
La presenza dell’arsenico sarebbe un problema soprattutto per i piu’ piccoli: ”Un bambino di 20 chili che beva 1 litro di acqua al giorno con 50 microgrammi di arsenico per litro, ne assumera’ 2,5 microgrammi per ogni chilo del suo peso, superando cosi’ lo standard consigliato. Piu’ preoccupante, quindi, e’ il rischio man mano che diminuisce il peso dell’individuo. Ovviamente i limiti imposti per le concentrazioni degli elementi tossici nell’acqua distribuita per il consumo umano devono essere tali da garantire le categorie di persone piu’ vulnerabili”.

Secondo Maurizio Pettine, direttore dell’Istituto di Ricerca sulle Acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). ”Da un punto di vista tecnologico non dovrebbe essere un problema eliminare dall’acqua l’arsenico, cosi’ come altre sostanze.
Perche’ gli impianti acquedottistici, nel caso non potessero miscelare l’acqua fuori norma con un’altra fonte piu’ pura in modo da far rientrare i valori entro i limiti, dovrebbero adoperare unita’ aggiuntive di trattamento gia’ sperimentate e di facile implementazione”..
Diversi i metodi a disposizione per separare l’arsenico o altre sostanze nocive dall’acqua per renderla potabile: ”Ci sono processi di adsorbimento su colonne di allumina o altre fasi solide oppure processi di scambio ionico che sfruttano resine caratterizzate da un’elevata capacità di trattenere specie ioniche come nel caso dell’arsenico, cioe’ la specie arseniato, al passaggio dell’acqua.
Ci sono poi processi a osmosi inversa che utilizzano una membrana permeabile all’acqua ma non ai soluti, altri di coagulazione-flocculazione, in cui vengono aggiunti sali di ferro che formano precipitati insolubili che catturano l’arsenico, separandolo dall’acqua a seguito della loro successiva sedimentazione”.
 

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