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In percentuale sulla popolazione dopo la Sicilia (6,1%) viene l' Umbria (6%), poi Molise e Basilicata (entrambe 5,8%)
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Secondo il rapporto Istat "La disabilità in Italia" nel nostro Paese le persone con disabilità di sei anni e più che nel 2004 vivevano in famiglia sono 2 milioni e 600 mila, pari al 4,8% della popolazione. A queste se ne aggiungevano altre 190 mila (0,4% della popolazione) che vivevano in istituto. In totale quasi 3 milioni di persone, il 5% della popolazione.
Molto più pessimista il Censis,  per il quale invece, i disabili in Italia sono 4,1 milioni, pari al 6,7% della popolazione

In ogni caso c’è grande disomogeneità a livello territoriale: la disabilità è più diffusa nell’Italia insulare (5,7%) e nel Sud (5,2%) mentre al Nord la percentuale di persone con disabilità supera di poco il 4%.
Le regioni presentano diversi livelli di disabilità: da valori molto alti di Sicilia (6,1%), Umbria (6%), Molise e Basilicata (entrambe 5,8%) si passa a valori decisamente più bassi di Bolzano (2,5%), Trento (2,9%), Lombardia (3,8%) e Valle d’Aosta (4,1%).
Il livello più elevato si registra per le donne del Mezzogiorno, tra le quali la percentuale di disabilità arriva al 7,3% nelle Isole e al 6,6% nel Sud a fronte di una quota del 5,6% e del 5,4% nel Nord ovest e nel Nord est rispettivamente.

Disabili in famiglia. Il 93% degli italiani con disabilità vive in famiglia: di questi, il 27% in coppia senza figli, il 10% in coppia con figli, mentre il 43% resta con la famiglia d’origine. In valori assoluti le persone disabili che vivono in famiglia sono due milioni e 600 mila, pari al 4,8% della popolazione italiana.
A vivere con il partner sono soprattutto gli uomini disabili (60%), mentre la percentuale scende al 26% nel caso delle donne.

L’Istat ha diviso la popolazione con più di 6 anni che vive in famiglia (totale: 2 milioni e 600 persone) in 5 grandi gruppi. Persone con difficoltà nel movimento. Se ne contano 700 mila, cioè l’1,3% della popolazione corrispondente. Tassi più alti si notano fra le donne (1,7%) e fra gli anziani ultraottantenni (ha problemi di movimento il 9,6% di essi).
Persone con difficoltà sensoriali (vista, udito, parole). Rientrano in questa categoria 217 mila persone sopra i 6 anni di età, lo 0,4% della popolazione. Percentuale stabile fra i due sessi, con incidenza che aumenta al crescere dell’età, fino ad un tasso del 6,4% fra gli ultraottantenni.
Persone con difficoltà nelle funzioni di vita quotidiana (cura della persona, mettersi a letto, vestirsi, mangiare da solo, etc…). A questo identikit corrisponde la situazione di 376 mila persone, lo 0,7% della popolazione maggiore di 6 anni che vive in famiglia.
Le altre due categorie prendono in considerazione rispettivamente le persone che dichiarano di avere difficoltà in due e in tutte e tre le aree considerate. Le persone che affermano di avere difficoltà in due delle aree trattate sono un milione e 25 mila, pari all’1,9% della popolazione italiana, con valori sbilanciati sulle donne (2,5%) e soprattutto sulle donne ultraottantenni (22,7%). Infine, sono 290 mila le persone che dichiarano di rientrare in tutte e tre le aree di difficoltà considerate dall’indagine, quota pari allo 0,5% della popolazione, con incidenza che sale al 6,9% fra la popolazione ultraottantenne.

Disabili in istituto. Si tratta in gran parte (83%) di anziani non autosufficienti, mentre il 6% sono adulti con una disabilità psichica e un altro 6% adulti con una disabilità plurima. In valori assoluti sono 190 mila che vivono in istituto
.
Le donne anziane non autosufficienti sono il 64% delle persone che vivono in istituto. La lettura per genere fa emergere come la non autosufficienza colpisca quasi il 90% delle donne con disabilità in istituto contro il 66% degli uomini. Tra gli uomini è molto alta la presenza di adulti con disabilità psichica (13%) o plurima (11%).
 

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