L’anno 2011, che si è appena aperto, potrebbe essere l’anno del “contatto” con l’energia pulita made in Italy.
Purtroppo non si hanno nuove e recenti notizie del Tornado like, la cui sperimentazione è iniziata in autunno sui monti Sibillini, ma è presumibile che nel prossimo autunno si potranno tirare le prime conclusioni sul progetto italo-russo della turbina eolica verticale di ridotte dimensione.
Più ravvicinato l’esito dell’esperimento del Kite gen, in Piemonte. L’apparecchiatura è quasi del tutto montata e presto l’aquilone d’alta quota, che dovrebbe generare energia sfruttando il vento, dovrebbe prendere il volo.
Ma la novità imprevista che viene dall’Italia è un’altra e riaccende le speranze.
Dopo più di ventanni la parola Fusione fredda evoca un senso di occasione mancata, di bufala scientifica.
Dopo un periodo così’ lungo nessuno crede alla possibilità di una realizzazione pratica, pronta a entrare nella case delle persone per offrire energia a basso costo, pulita e diffusa.
Ed invece, sembra finalmente dimostrato che le “Reazioni nucleari a bassa energia”, non siano solo un’illusione.
Già nel 2002 la natura nucleare del fenomeno è stata dimostrata scientificamente per la prima volta in Italia nel 2002 presso L’ENEA sotto la guida di Carlo Rubbia.
A questa verifica ne seguono altre indipendenti negli anni successivi e varie nazioni, tra cui gli USA e il Giappone, confermano questo fondamentale dato.
Per tanto la Fusione Fredda è una realtà scientifica seppur non completamente accettata dal mondo accademico e dalla comunità scientifica.
Fino ad ora per validare la novità mancava sostanzialmente solo una cosa: non si riusciva a ripetere l’esperimento a comando perché talvolta funzionava ed altre no e non si capiva il perché.
Nel 2008-2009 una cella a deuterio gassoso e matrice metallica di palladio nano strutturato del Gruppo Celani – INFN di Frascati ha i primi risultati positivi: un saldo positivo tra l’energia prodotta e quella utilizzata, ripetibili e, soprattutto, superano il limite di densità energetica di pochi watt per grammo di palladio ottenuto dal Prof. Arata – Università di Osaka, Giappone.
I valori raggiunti si attestano stabilmente a oltre 400W prodotti ogni grammo di palladio utilizzato e con durate di funzionamento di alcuni giorni.
L’anno scorso,2010, una cella a idrogeno gassoso e matrice metallica di nikel nano strutturato del Prof. Francesco Piantelli – Università di Siena, ha superato con successo un periodo di test di oltre 10 mesi dove ha continuato a funzionare costantemente.
Alimentata con una potenza elettrica di 29 Watt, il risultato della cella è stato di mediamente di 35 Watt con punte di 70 W.
Oltre all’eccesso energetico, nel lungo periodo di test sono stati rilevati diversi fenomeni che indicano l’avvenimento di reazioni nucleari quali emissione di raggi γ, emissione di neutroni, emissione di particelle cariche e il ritrovamento, al termine degli esperimenti, di altri elementi oltre al nichel di partenza sulle superfici dei campioni utilizzati.
Giuliano Preparata è stato il fisico teorico italiano a cui si deve una delle spiegazioni teoriche più consistenti sulla fusione fredda. Tale spiegazione rientra nel quadro di una teoria innovativa e potente, l’Elettrodinamica Quantistica Coerente (CQED), branca della Teoria Quantistica dei Campi, ed ha permesso di ottenere le prime soluzioni matematiche predittive della fusione fredda, consentendo la replicabilità del fenomeno e portando quindi la fusione fredda nel campo della piena scientificità.
Ora il fenomeno ha, nonostante tutto, raggiunto una maturità tale che si può finalmente pensare di poter creare un co-generatore affidabile e commercializzabile nel giro di pochi anni.
Alcune realtà si accingono, finalmente, a realizzare un prototipo pre-industriale di generatore di energia basato su reazioni nucleari a bassa energia.
Infatti, grazie principalmente al lavoro del Prof. Piantelli ed a finanziamenti privati, il prototipo è studiato per avere una potenza di circa 40 kW termici e 7 kW elettrici ed è previsto un tempo variabile per la realizzazione che potrà oscillare da uno a due anni in base alle difficoltà che si riscontreranno durante la costruzione.
Il percorso futuro non sarà sgombro di ostacoli.
Ci sono ancora da superare scetticismi del mondo accademico che ostacolano il finanziamento pubblico della ricerca.
Il mondo petrolifero, i big del nucleare a fissione e tutto il mondo legato a gas e carbone costituiscono una lobby che vede in qualsiasi nuova fonte di energia un pericolo che potrebbe minare il loro controllo assoluto sul mondo dell’energia.
Infine, per quanto sembri strano, anche la fusione fredda deriva dal mondo militare.I primi studi sulla fusione fredda avevano lo scopo di uccidere e distruggere e quindi la materia è ancora sotto controllo militare che quindi tende ad avvolgerla nel segreto e dove le priorità sono ben altre che non dare al mondo un’energia nuova.