28 febbraio 2011
La Lega Nord sull’Oratorio di Collevalenza
In merito al progetto illustrato nell’ultimo numero di IlTamTam distribuito alle famiglie, la Lega Nord – Gruppo Organizzativo Territotiale di Todi- condivide a pieno le considerazioni fatte da Emanuele Storti.
28 febbraio 2011
Vecchio ospedale di Todi: il Pd richiama Pizzichini al rispetto dei ruoli
Il Presidente Pizzichini, partendo da un presupposto condivisibile di discussione, ha assunto un’iniziativa che non compete certo alla Presidenza del Consiglio Comunale. Non compete al Presidente del Consiglio Comunale parlare a nome dell’amministrazione comunale e scavalcare così il Sindaco nelle sue funzioni, non compete al Presidente del Consiglio Comunale convocare incontri istituzionali su questioni che attengono al rapporto tra istituzioni per il governo del territorio. Al Presidente del Consiglio Comunale compete invece, d’accordo con il Sindaco, promuovere un incontro con i rappresentanti dei gruppi consiliari per concordare, se possibile, una posizione unitaria del Consiglio Comunale sulle questioni da noi più volte sollevate, da ultimo il 12 febbraio, e che qui ribadiamo:
“Al Comune non spetta decidere per altri, ne’ invitare altri soggetti istituzionali a questa o quella decisione. Al Comune spetta dire se l’amministrazione vuole riservarsi, all’interno dello stabile di Porta Romana, spazi per i suoi servizi (uffici, vigili urbani, scuole…) oppure no. Al Comune spetta l’azione politica ed amministrativa di coordinamento di eventuali altre proposte praticabili, dalle iniziative private a quelle di integrazione di servizi pubblici.”
L’iniziativa politica del Presidente Pizzichini quindi può essere utile se va in questa direzione e se su questo si trova concordanza tra l’amministrazione comunale e le forze politiche e sociali della città. Se alla fine di questo confronto ci sarà una posizione unitaria spetterà poi al Sindaco rappresentarla nelle sedi istituzionali opportune e nel confronto con la Regione, così come ribadito e sottolineato molto chiaramente nell’ultimo comunicato del capo gabinetto della Presidente.
In questo frangente noi crediamo che serva chiarezza nei ruoli, senza scavalcamenti inutili e dannosi, e soprattutto senza furbizie che lasciano il tempo che trovano.
Nel rispetto dei ruoli e nella chiarezza del percorso e degli obiettivi, noi siamo disponibili ad accogliere l’invito del Presidente Pizzichini per un confronto tra amministrazione comunale e capigruppo, dato per scontato che sulla sua iniziativa vi sia l’assenso del Sindaco.
Partito Democratico Todi
27 febbraio 2011
Un Oratorio a Collevalenza.
Andiamo con ordine:
Esisteva già ed esiste ancora un’ area verde nel paese di Collevalenza. Una pineta regalata al Comune di Todi dalla Famiglia Bianchini più di venti anni fa con la finalità di realizzare un Parco pubblico a servizio del Centro Storico del Paese di Collevalenza. Così è stato. Con gli sforzi e l’impegno di tutti e vorrei ricordare, quello di Giulio Angeli è stata realizzata una piccola struttura per riunioni, due campi di bocce, sono stati istallati dei giochi per bambini. Per anni è stato il punto di riferimento della Comunità di Collevalenza. Tre anni fa l’Amministrazione Comunale (Sindaco Catiuscia Marini) stanziò per lo sviluppo dell’area 50mila euro. Nel mese di luglio 2008 furono abbattuti degli alberi ormai secchi e dei pini mangiati dalla “processionaria” con l’intento non solo di ampliare la piccola piattaforma polivalente (campo di pallavolo- pattinaggio – da ballo per il periodo estivo), ma anche per bonificare l’area – così dichiarò l’Assessore Serafini Tonino nuovo amministratore – Non è accaduto nulla di tutto ciò e chi scrive, diede la sua disponibilità all’Assessore e fattivamente si è adoperato per la bonifica del parco. Quei famosi 50 mila euro furono stornati dalla nuova Amministrazione Comunale (Sindaco Antonino Ruggiano) per la realizzazione dell’area verde “Speranza dei Giovani” terreno privato. Il centro storico di Collevalenza in questo modo ha subito un contraccolpo ed un depauperamento non indifferente. Quelle poche attività – feste, giochi, attività culturali – che nell’Area Verde venivano realizzate e che vivacizzavano il Paese non sono state fatte più con grande delusione degli anziani e dei giovani e meno giovani residenti. Qualcuno potrebbe dire: ma un’ organizzazione privata – Circolo Anspi organizzatore della Festa nel Castello che per anni ha utilizzato l’area verde all’interno del centro storico del Paese – le proprie attività le può fare dove e come vuole. Ora infatti gestisce l’area verde “Speranza dei Giovani”. Rispondo che è legittimo, con i propri sforzi economici e fisici ognuno fa quello che vuole ed organizza le proprie attività dove vuole e come vuole. Però quando per la loro realizzazione si utilizzano anche soldi pubblici, credo che un po’ di “attenzione” debba essere fatta.
E se poi anche il Parroco ci si impegna a depauperare quello che ancora c’è di buono nel paese, allora siamo al ridicolo. La Parrocchia ha locali ampi è sufficienti per fare attività con i giovani, catechismo con i bambini, cucine per attività ricreative. Il mutuo lo si accenda per la ristrutturazione di questi locali che sono adiacenti e comunicanti con la Chiesa Parrocchiale San Giovanni Battista dove a tutt’oggi i bambini vengono al catechismo, i giovani e gli anziani venno a messa. Non è necessario farne di nuovi. Se anche le attività parrocchiali verranno spostate dal centro storico del Paese, che tra l’altro ha una sua posizione baricentrica rispetto e alle Parrocchie confinanti Rosceto, Chioano, Torrececcona, Monticello – gestite dal parroco di Collevalenza – ed alle nuove urbanizzazioni Paradiso (Zona Nord Est) e Torre (zona Sud Ovest), allora mi viene da pensare che ci sia un disegno recondito per voler a tutti i costi uccidere il Paese. La Parrocchia è un’istituzione privata si, ma con finalità religiose, umanitarie, sociali volte ad aggregare e non a dividere. Mi auguro che le autorità ecclesiastiche vigilino su tale operato. Il paese di Collevalenza, la gente che lo abita, non deve subire anche questo torto.
27 febbraio 2011
Epifani: la zarina Marini tira fuori lo scettro!
La protervia della governatrice dell’Umbria si palesa nel documento che il suo portavoce ha emanato in risposta alla proposta di Floriano Pizzichini che sollecitava incontri istituzionali per discutere sul futuro uso della vecchia struttura ospedaliera di Via Matteotti. Risposta altezzosa ed irrispettosa, poiché Pizzichini è il Presidente del Consiglio Comunale di Todi e nel suo agire rappresenta non solo la Maggioranza ma l’intera cittadinanza.
In poche parole la Marini dice alla sua Città: “La proprietà della struttura non è di Todi ma della Regione e quindi spetta a me decidere cosa farne e quando convocare incontri e non certo a Pizzichini”. Diciamo, innanzi tutto, che il Presidente del Consiglio comunale non ha fatto convocazioni di sorta ma le ha sollecitate perché il problema non è risibile e riguarda la nostra Città e la vita sociale ed economica di un importante rione cittadino. Il suo intervento, avallato da chi sta amministrando con lui la Città, tendeva a smuovere un atteggiamento lassista e dilazionatorio. Questo della zarina Marini è un comportamento settario, deleterio e contrario all’aspettativa che si dovrebbe avere nei confronti di una concittadina assurta ad una carica regionale così importante. Un’aspettativa che magari poteva non animarsi con un presidente di Regione non tuderte. Alle tante altre sollecitazioni fatte dal Sindaco Ruggiano e dall’assessore Mario Ciani non si è mai data una risposta. Ora la Marini tira fuori lo scettro e mette i puntini sulle “i”, sconfessando i dirigenti della Sinistra tuderte che reiteratamente rimproverano la Maggioranza di inazione a riguardo. Addirittura, ebbero a scrivere nel loro ultimo comunicato: “Al Comune spetta dire se l’amministrazione vuole riservarsi, all’interno dello stabile di Porta Romana, spazi per i suoi servizi (uffici, vigili urbani, scuole…) oppure no. Al Comune spetta l’azione politica ed amministrativa di coordinamento di eventuali altre proposte praticabili, dalle iniziative private a quelle di integrazione di servizi pubblici”.
Pare che la volontà della loro zarina sia tutt’altra: altro che agire e presentare proposte! Lei dice chiaro e tondo: “Comando io e decido io.”
Io comprendo Pizzichini ed altri miei colleghi di Maggioranza che hanno cercato e cercano un confronto per presentare proposte, ammettiamolo, alcune veramente irrealizzabili o senza un senso logico e concreto, però, il sottoscritto ha preso atto da tempo che su questo tavolo, Todi, amministrata dal Centrodestra, non ha possibilità di far valere una propria linea. In altre occasioni ho ricordato che la struttura in via Matteotti non ci appartiene (ha proprio ragione la Marini) e che l’Amministrazione comunale non è in grado di acquistarne una parte ed affrontare altri investimenti per l’adeguamento dello stabile e la sua ristrutturazione in funzione di un determinato uso. Dipendiamo dunque dalla magnanimità della Regione e della sua Presidentessa, che appare politicamente non disponibile a dare una mano alla sua Città.
Mario Epifani – Fiamma Tuderte
26 febbraio 2011
I falsi invalidi e la politica
Qualche tempo fa’ è scoppiata su tutti i giornali nazionali e locali la questione dei cosi detti falsi invalidi. Un uragano, peggiore di altri scandali conosciuti, in questi ultimi tempi, alimentato anche da una parte della stampa. Ovviamente condivido perfettamente il fatto che non si debbano pagare prestazioni da invalido a chi tale non è. In quei giorni però feci osservare anche le regole con cui si arriva a percepire una pensione di invalidità. Insomma condannare solo i cittadini mi sembrava e sono ancora convinto che sia un’ingiustizia. Infatti il cittadino chiede in conformità ad una certificazione medica(ritenendo di stare male) una prestazione,spetta poi alla Commissione Medica stabilire, sulla base della visita medica collegiale e della certificazione prodotte se il soggetto è invalido oppure no. Altrimenti le Commissioni mediche costituite presso le ASL,istituite con legge, per accertare se esistono o no le condizioni per concedere ai benefici di legge che fanno? . Attendo ancora una risposta, non solo per me, ma per tutti i cittadini che hanno sete di una vera e sostanziale giustizia. Per combattere questo fenomeno il Governo ha emanato una legge che consente all’INPS di rivedere le posizioni precedenti e di controllare quelle in itinere, prima che le prestazioni siano erogate effettivamente. I risultati li abbiamo letti in questi giorni. L’INPS ha revocato ad oggi il 47% delle invalidità concesse Il 47% equivale a dire che secondo l’INPS il 50% dei pensionati "invalidi civili" percepisce una prestazione che non gli è dovuta. Inutile addolcire questo dato. Ne è una condanna per le commissioni o per l’INPS. Ma un’anomalia si. Tali dati non sono stati commentati seriamente da nessuno. Ne voglio credere che alla fine rimarranno questi. Ricorsi e controricorsi riporteranno le cose ed i numeri a livelli più accettabili. Ma è possibile che si vada avanti sempre cosi? Possibile che occorrano sempre le carte bollate per vedersi riconosciuto un diritto. Possibile, che nessuno risponda, personalmente, delle proprie azioni pur percependo "lauti compensi".
Comunque mi vengono spontanee due considerazioni. Possibile che in un Paese normale una commissione istituita per legge,pagata per svolgere un servizio di accertamento dei requisiti di "invalido civile" decida sapendo che la proprio decisione sarà rivista e corretta da un "medico dell’INPS, che può azzerare la decisione assunta dalla commissione senza tirare alcuna conseguenza?. Di fatto un organo "monocratico"che ha il potere di annullare quanto deciso da una commissione di specialisti di una struttura ugualmente pubblica? Ma insomma sono state le Commissioni ad essere "troppo benevole"o è il medico dell’INPS che siccome ha l’ordine di tagliare allora utilizza tutto lo "zelo "possibile per tagliare anche oltre misura? Probabilmente è un mistero che non conosceremo mai. Se la politica però avesse ancora un senso, una decisione dovrebbe prenderla. Non è possibile mantenere questo dualismo, senza mai avere il coraggio di attribuire le responsabilità. Se i Direttori delle A.S.L. avessero un po’ più di coraggio o ricostituirebbero tutte le Commissioni o difenderebbe il lavoro delle proprie commissioni a costo di instaurare un vero contenzioso con l’INPS. Per le istituzioni vale lo stesso discorso. E’ impossibile che non si accorgano di questo conflitto e mettano mano al problema. Non mi preoccupa il cittadino che non ha diritto , mi preoccupa il cittadino che ha il diritto ma non ha gli strumenti per farlo valere.!!! Da cittadino sento la necessità di proteggere le persone a cui il diritto viene negato . Le altre si sono già ben difese da sole.
Qui non è solo un problema medico in senso stretto, ma per le sue dimensioni e per le sue caratteristiche è un vero problema politico. Ecco perché ho titolato così anche questa mia indignata riflessione.
Perchè l’ingiustizia potrebbe superare i danni del male.
Ottavio Nulli Pero
26 febbraio 2011
Cultura "bene comune", no ai tagli indiscriminati
Negli ultimi tempi stiamo assistendo al progredire di un pensiero unico che in nome di una non meglio identificata “necessità” di competere all’interno della cosiddetta globalizzazione economica, predica la razionalizzazione dell’economia nei confronti della cultura e delle attività che la caratterizzano.
Tale Razionalizzazione parte dalla considerazione che per quanto riguarda la spesa pubblica, cioè quella degli enti come governo, comuni, province e regioni in direzione delle attività culturali, debba essere improntata ad una maggiore parsimonia, indotta dalle difficoltà che la crisi economica (figlia della globalizzazione) sta causando proprio a tali enti, obbligandoli a tagliare i bilanci e ad effettuare risparmi di ogni genere, su ogni genere di servizio, cultura compresa.
Considerando che l’attività culturale andrebbe annoverata fra quelle appartenenti alla categoria dei “beni comuni”, quindi dovrebbe avere da parte degli amministratori e della politica un trattamento conseguente,- e così non è alla luce dei tagli di risorse che le pubbliche amministrazioni operano, soprattutto in direzione delle attività culturali, evidentemente considerate sprechi o spese voluttuarie- è bene che tutti coloro che operano in tale settore nella nostra regione e tutti coloro che ritengono che la cultura sia un “bene comune” da preservare come tale, uniscano le loro forze al fine di sconfiggere questa pericolosa tendenza.
Mi faccio promotore a tal fine nel proporre una libera assemblea autoconvocata a Todi per il giorno 19 marzo alle ore 9.30 presso il palazzo del Vignola che potrà servire a fare il punto della situazione nella nostra regione. L’invito alla partecipazione è aperto a tutti coloro che operano nelle varie attività culturali e a tutti coloro che credono che non possa esserci vero sviluppo senza i valori portanti della cultura nelle sue varie espressioni. Cordiali saluti
GRAZIANO MARINI
25 febbraio 2011
Mettiamo dei fiori sulle tombe degli eroi tuderti del Risorgimento italiano
La mostra del Risorgimento locale alla Sala delle Pietre è bellissima, carica di sentimenti, eccellente, poco pubblicizzata (perchè?) .Credo sia doveroso esprimere un plauso pubblico a chi l’ha voluta e a chi l’ha realizzata.
Ciò premesso, a prescindere dalla natura festiva del prossimo 17 marzo, intendo proporre una forma di festeggiamento suggestiva, personale e sobria, al di fuori di ogni retorica : sarebbe molto bello andare a mettere dei fiori sulle tombe di questi Grandi Italiani, tombe tutte spoglie e abbandonate. Il contrasto tra il
presente e il passato è notevole: " a egregie cose il forte animo accendono l’urne dei forti….".
Questi patrioti sono tutti sepolti a Todi.
Così, non per divertimento, ma per rispetto e stima nei confronti di chi si è battuto per l’Italia suggerisco una visita con fiori:
– a Giuseppe Cocchi, navata di destra di San Fortunato, quarta cappella,una lapide ci ricorda che lì sono i suoi resti ;
– a Luigi Morandi, presso il Cimitero Vecchio, appena entrati a sinistra pochi metri, tomba priva di fiori da sempre, a fianco giace tale Alcini che si proclama Garibaldino con foto in divisa;
– Eletuerio Branzani sempre al Cimitero Vecchio, appena entrati a destra, salire le scale fino al muro di cinta, tomba bellissima, sovrastata da un Cristo a braccia aperte di notevole fattura, un epitaffio che indica la genialità del soggetto: vedere per credere; la tomba è notevolmente trascurata;
– Girolamo Dominici, primo sindaco di Todi, figura ineccepibile, sepolto mi si dice, in una chiesetta sulla strada provinciale che porta a Pantalla , bivio Battifolle.
Ma su tutti, chiaro e forte, Antonio Valentini( 1785-1858) tuderte, ufficiale della Guardia Imperiale di Napoleone, figura mitica,originale e eccezionale,sodale di Napoleone fin dall’inizio, combatte’ ovunque in tutta Europa, ad Austerliz e nella Campagna di Russia,nel 1816 tornò a Todi, fu nominato capo della Guardia Civile, ricevette Garibaldi, lo consigliò e lo accompagnò lungo la strada per Orvieto, fu sepolto, unico tra tutti i patrioti, direttamente in una chiesa: la chiesa parrocchiale di Canonica. Chi vuole può andare a vedere la lapide nascosta dietro un angolo. Traspare tutto l’affetto dei suoi concittadini, il rispetto e la stima per questa persona fuori dell’ordinario.
Carlo Pirrami
25 febbraio 2011
L’Inps in guerra contro la cooperativa sociale "lavorare insieme" di Pantalla
Per l’Inps i profughi che sbarcano a Lampedusa non sono persone svantaggiate da aiutare ad inserirsi al lavoro tramite le cooperative sociali di tipo b.
E’ questa l’ultima barzelletta dell’ente publico, che pertanto è stato citato in causa dalla Cooperativa sociale lavorare insieme di Pantalla, per la mancata concessione del codice 5v per sgravi contributivi per persone svantaggiate, come per legge 381/91.
Non solo L’inps non ha dato nessuna risposta in merito alle spiegazioni richieste, liquidando la pratica con un non comment, ma non ha concesso lo sgravio neanche per i diversamente abili con invalidità certificata.
Facciamo presente che la nostra cooperativa sociale da circa tre anni e’ impegnata ad inserire nel mondo del lavoro persone svantaggiatte di ogni tipo compreso i nostri connazionali .
Le persone svantaggiate vanno dall’internato affidato ai servizi sociali, al rifugiato, al diversamente abile, al disoccupato di lunga durata, all’ ex tossicodipendente, ecc ecc .
A seguito di tale controversia, e’ in corso da circa12 mesi un ispezione minuziosa da parte dell’Inps nei confronti della cooperativa sociale, fatto senza precedenti nella attività di vigilanza, bloccando di fatto l’attività lavorativa .
Attualmente sono 30 i soci lavoratori impegnati con la cooperativa sociale e da lunedi 01-03-2011 quasi tutti riceveranno la lettera di licenziamento, non per mancanza di commesse ma per impossibilita ad operare. GRAZIE STATO ITALIANO. Naturalmente continueremo la nostra battaglia nelle aule dei tribunali, investendo del problema direttamente il ministero del lavoro e il Presidente della Republica tramite il Prefetto già avvisato.
La direzione cooperativa lavorare insieme di Pantalla di Todi
23 febbraio 2011
Auguri alla Consulta dei Giovani di Todi
Sabato scorso il Consiglio comunale ha dato il via definitivo, con la nomina delle ragazze e dei ragazzi che ne faranno parte, alla Consulta comunale dei giovani.
Vogliamo fare a tutti i membri un in bocca al lupo ed un augurio di buon lavoro, sperando che questo strumento diventi un vero e proprio laboratorio, dove i giovani possano fare concretamente politica confrontandosi, discutendo e avanzando proposte per la città di Todi.
Ringraziamo il consigliere del Pdl, delegato alle Politiche giovanili, Michele Martorelli per l’atteggiamento e lo spirito con cui ha portato avanti insieme all’opposizione questa iniziativa. Si è trattato infatti di un percorso condiviso, che ha visto l’elaborazione e l’approvazione del Regolamento della Consulta, la modifica della Statuto comunale che ora prevede tra i suoi articoli anche l’istituzione di questo organo e, infine, la nomina dei membri.
Per favorire quanto più possibile la partecipazione, il Consiglio comunale ha deciso di considerare le ragazze e i ragazzi che sono stati esclusi membri permanenti della Consulta, anche se senza diritto di voto, in uno spirito di grande apertura e massimo coinvolgimento.
Ci auguriamo che questo sia solo l’inizio di un percorso positivo, in cui i giovani possano portare una ventata d’aria fresca tra le istituzioni della nostra città. Mai come in questo momento storico, infatti, c’è bisogno di incentivare l’attivismo puro e disinteressato delle giovani generazioni.
Siamo sicuri che le ragazze e i ragazzi che parteciperanno ai lavori della Consulta lo faranno in maniera attiva, cercando di creare qualcosa tutti insieme, con spirito altamente propositivo.
Carlo Rossini,Coordinatore comunale del Partito Democratico,Simone Mattia Berrettoni,Segretario dei Giovani Democratici, Romina Perni,Capogruppo del Partito Democratico
23 febbraio 2011
Interessa o no il turismo a Todi?
sono Eva Pierro sono un tecnico di ristorazione, food and beverage manager e hotel manager, categoria molto rara in Italia, e pressochè inesistente in Umbria figuriamoci a Todi….
ho frequentato la scuola alberghiera di Spoleto e dei master specialistici a Milano per qualificarmi, ora lavoro con una società che ha sede a Milano: la Sciaky Europe, società di consulenza specializzata nel campo alberghiero e ristorativo, la mia società inoltre organizza corsi dedicati al medesimo settore, premetto che è una società che opera da 20 anni in Italia e all’ estero, vantiamo inoltre la certificazione di Qualità ISO 9000 per l’erogazione dei nostri servizi,
io sono la corrispondente Umbra di questa società Milanese che a Todi non sarebbe mai approdata, se non mi fossi offerta di organizzare un corso ristorativo finanziato dalla regione e in collaborazione con il comune di Todi, progetti che noi come società organizziamo quotidianamente, abbiamo tutto il know how necessario per gestirli;
di comune accordo con l’Assessore Bergamini e la mia società è stato creato un progetto che da 1 anno è in ballo per come dire poichè stiamo pazientemente aspettando il finanziamento che non arriva mai…
Tutto questo attendere ci fa dubitare che il progetto sia in via di risoluzione, dopo 8 mesi che l’Assessore non risponde ai nostri solleciti telefonici e scritti, ho chiesto appuntamento con il Sindaco spiegando chi fossi e che beneficio la mia società può portare alla cittadina di Todi, che il turismo lo ha dimenticato, insomma dopo vari solleciti sono riuscita a prendere un’ appuntamento, sapientemente rimandato il giorno stesso un’ ora prima dell’ incontro…
Insomma non è che il turismo a Todi non c’è, è che non vogliamo farlo arrivare!! Il turismo è vita per un borgo medievale caratteristico ed antico come Todi che ha tutto per essere una meta ambita da turisti di tutto il mondo, quello che manca è un’ aggiornamento e una preparazione più approfondita per gli albergatori in zona, fornendogliela attraverso corsi potremmo dare agli stessi, strumenti di marketing per pubblicizzarsi e pubblicizzare la zona, dando vita al via vai turistico che anima l’economia locale.
Vi scrivo perchè io sto cercando di migliorare la nostra città, ma i diretti interessati ne ostacolano la riuscita
un cordiale saluto
Eva Pierro
23 febbraio 2011
Nessuno pensi di costruire nuovi inceneritori nel territorio tuderte
Rifondazione Comunista di Todi dichiara la ferma contrarietà a qualsiasi ipotesi di costruzione di nuovi inceneritori sul nostro territorio.
Non vorremmo che la strenua difesa della termovalorizzazione da parte di alcuni autorevoli esponenti politici regionali apra la strada ad ipotesi di insediamento nella Media Valle del Tevere o nel tuderte di nuovi impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti.
Riteniamo importante, al contrario, le determinazioni della maggioranza regionale, su istanza dei Consiglieri di Rifondazione Comunista e dell’Italia dei Valori, che legano la eventualità di nuovi inceneritori innanzitutto al raggiungimento del 50% di raccolta differenziata.
Siamo convinti della praticabilità di un’impostazione innovativa sulla gestione del ciclo dei rifiuti che escluda il ricorso a tecnologie ormai obsolete e ambientalmente dannose come i termovalorizzatori, mantenendo fermo l’impegno volto ad abbracciare l’orizzonte della cosiddetta “green economy”, cardine dell’azione di governo della governatrice Marini e del centro – sinistra umbro, attraverso la costruzione di una filiera industriale, capace di affrontare il tema dei rifiuti in un’ottica europea di sostenibilità ambientale e non a vantaggio di chi, attraverso la termovalorizzazione, con i rifiuti intende solo speculare.
Andrea Caprini – consigliere comunale Todi
21 febbraio 2011
Crisi economica: le considerazioni del Pd di Todi
Di fronte al terremoto internazionale che ha investito l’economia occidentale, a causa soprattutto di speculazioni finanziarie, con forti segnali di crisi economica ed occupazionale anche in Italia, ci si attendeva una ripresa già a partire dalla seconda metà dell’anno passato.
Purtroppo così non è stato ed una delle caratteristiche peggiori che la crisi economica va assumendo è proprio quella del protrarsi degli effetti e della scarsa prevedibilità di tempi e dimensioni della ripresa.
In questo momento, peraltro, il nostro Paese sembra accusare il colpo più di altri, come spesso è accaduto in periodi di congiuntura economica sfavorevole, anche a causa dell’ingente debito pubblico accumulato a partire dagli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso. Non possiamo nasconderci, poi, che, in questo ultimo caso di crisi, si siano aggiunti gravi errori di sottovalutazione del problema da parte del governo nazionale e si siano rinviati per troppo tempo interventi a contrasto della congiuntura sfavorevole.
Negli ultimi mesi, nell’attesa di segnali concreti di ripresa, la situazione si è ulteriormente aggravata. Precarietà, licenziamenti, cassa integrazione, disoccupazione, famiglie ed imprese in difficoltà costituiscono ormai esperienza quotidiana per milioni di italiani e le riserve alle quali famiglie ed imprese hanno attinto finora sono drammaticamente in via di esaurimento.
Nessuna realtà, ovviamente, è rimata indenne dagli effetti di questa crisi, nemmeno il nostro territorio. E gli effetti sono sotto gli occhi di tutti.
Il centro storico di Todi, nonostante gli apprezzabili sforzi di chi ha avviato nuove attività, si sta svuotando. Sempre più negozi chiudono o si trasferiscono. Importanti realtà imprenditoriali tuderti hanno accusato colpi gravissimi, arrivando, nei casi più gravi, a vere e proprie chiusure. Il ricorso alla cassa integrazione in deroga nel 2010 ha riguardato 28 aziende medio-piccole e 136 lavoratori. Sono cresciuti del 10% gli iscritti ai centri per l’impiego.
Di fronte a questo peggioramento della situazione economica, occupazionale e sociale il Comune non può restare a guardare!
Siamo tutti consapevoli delle difficoltà e della limitatezza dei mezzi di intervento, anche e soprattutto a causa dei tagli imposti dal governo nazionale, ma ciò non esime il Comune dall’assumersi le responsabilità che gli spettano.
Nel tempo, come Partito Democratico, abbiamo avanzato molte proposte: l’istituzione di un fondo per imprese e lavoratori; sgravi per nuove imprese; incentivi per attività aperte da giovani e donne; una ricognizione degli immobili nel centro storico da destinare ad attività economiche; una trasparente azione di calmieraggio degli affitti, soprattutto nel centro-storico; la costituzione di un tavolo permanente con associazioni e sindacati.
Le risposte sono state a volte scarse, altre totalmente assenti. Ed, anzi, abbiamo assistito spesso ad elementi di aggravio della situazione: aumenti di tasse, tariffe e sanzioni da parte del Comune; dispersione in mille rivoli delle poche risorse a disposizione, senza progetti e senza priorità; inaugurazioni, bollettini propagandistici e finanziamento di attività evitabili, con dispendio di migliaia di euro. Dannose iniziative di animazione del centro storico, ai limiti del ridicolo, come in occasione dello scorso Natale.
A chiudere la serie, le parole di pochi giorni fa dell’assessore al bilancio, Mario Ciani, il quale ha dichiarato che quest’anno il Comune potrebbe non rifinanziare le misure di incentivo alle imprese, lo scorso anno sostenute con 30.000 euro.
Di fronte a tutto ciò, riproponiamo ancora una volta con vigore le nostre proposte già avanzate e chiediamo con chiarezza agli amministratori di Todi che, in questo tempo di crisi perdurante, le politiche di sostegno ad imprese a famiglie, così come le politiche sociali a favore delle fasce più deboli della comunità tuderte abbiano precedenza e priorità assoluta rispetto a tutto il resto.
Le risorse si reperiscano altrove, iniziando con il taglio delle opere di pura propaganda e delle spese inutili sostenute qua e là, in particolare da qualche assessore che, piuttosto che far cultura, alimenta iniziative costose e poco utili, se non dannose. È giunto il tempo di azioni concrete e non di sole chiacchiere.
Carlo Rossini – Segretario Partito Democratico Todi
20 febbraio 2011
Ospedale di Todi Centro, solo attività pubbliche
Egregio Presidente del Consiglio Comunale di Todi.
le Sue considerazioni in ordine a dibattito che sino ad oggi ha interessato il riutilizzo della struttura ospedaliera sono sicuramente condivisibili. Egualmente condivisibili sono le sue proposte in ordine al metodo che occorre seguire per venirne a capo.
Purtroppo,sperando di sbagliare, sono però convinto che difficilmente il percorso da Lei tracciato porterà alla conclusione sperata.
Per non sembrare il " bastian contrario" le scrivo come lo feci in occasione degli incontri con i vertici aziendali di "ARIA- D.S.L. , spegnendo gli ottimismi sbagliati che si erano accesi. Sbagliati per l’apprezzamento delle risposte ricevute dai vertici aziendali, non certamente perché non fosse giusto incontrarli. Allora le dissi che le motivazioni che l’azienda portava andavano rispedite subito al mittente. A lmeno per non essere presi in giro. Il tempo purtroppo mi ha dato ragione, anche se non avrei voluto mai averla.
Oggi sull’argomento in questione (ex struttura ospedale) la penso allo stesso modo a meno che prima non si verifichino i necessari presupposti. Sinceramente non credo che ci sia un problema di incomprensioni e perciò di rimpallo di responsabilità.
Questa è la giustificazione, ma non il motivo ostativo per la ricerca della soluzione.
Al Comune si addebita la responsabilità per la mancanza di proposte;alla Regione e all’A.S.L. la responsabilità della mancanza di risposte.
Sembra solo un "giochino di rimpallo"per un mera speculazione politica ed anche di bassa lega. Ma mi creda io non penso che sia così. Penso che la partita sia un pochino più complicata. Lei fa bene a proporre anche questo tentativo, ma l’esito non mi pare scontato. Per non avere altre sorprese penso che andrebbe sgombrato il terreno da alcune questioni che non sono sicuramente secondarie. La prima è quella riguardante la proprietà della struttura ,che non è assolutamente cosa secondaria.
La seconda è quella definire che cosa non vogliamo che accada, in modo che sia chiaro prima di sedersi al tavolo quali sono i risultati che vogliamo portare a casa nell’interesse della nostra città . Non mi pare un "caso" che sino ad oggi un progetto compiuto stenti a decollare. Eppure che sarebbe rimasto vuoto lo si sapeva da quando è iniziata la costruzione del nuovo ospedale. O no?. C he questa prospettiva avrebbe generato un danno a quella zona ugualmente. E cco allora che leggere i fatti e gli avvenimenti serve sicuramente a dare degli indirizzi alla discussione di oggi. Serve soprattutto per ancorarsi a dei principi dai quali non derogare per nessun motivo.
1- L’ospedale è di Todi e tale deve rimanere, senza alcuna cessione.
2- In quella struttura devono trovare ospitalità solo attività pubbliche o servizi pubblici di interesse per la città .
Fermi questi due principi che debbono trovare il massimo della condivisione, il confronto con tutti ed aperto a tutti può iniziare.
Il Presidente del Consiglio saprà sicuramente ancorare il confronto su alcuni capisaldi diversamente sarà difficile se non impossibile trovare soluzioni condivise, dalla città. So benissimo che il mio ragionamento contiene vincoli che potrebbero essere non accolti dagli altri interlocutori, ma so altrettanto bene che gli altri non possono imporci sicuramente strategie che non collimano con gli interessi della nostra città. Ecco perché il confronto potrebbe non dare gli esiti che sembrerebbero scontati. In ogni caso ho sempre la speranza di sbagliarmi . Un cordiale saluto .
Ottavio Nulli Pero.
19 febbraio 2011
Castrini: "è tempo di pensare al vecchio ospedale"
Desidero intervenire in merito alla questione del riutilizzo e della riqualificazione della struttura ospedaliera di Todi. Non posso che esprimere soddisfazione da cittadino ed ex amministratore per l’apertura del nuovo Ospedale di Pantalla. A tal proposito ritengo sia giunto il tempo di informare la cittadinanza su quali servizi e professionalità verranno inserite all’interno della nuova struttura, nella speranza che l’unione di due ospedali ( Todi e Marsciano) oltre alla razionalizzazione delle risorse, incrementi anche la quantità e la qualità dell’offerta dei servizi.
Relativamente, invece, alla situazione tuderte, credo che non si possa perdere tempo, rispetto a scelte di fondamentale importanza per la città. Chiudere l’Ospedale di Porta Romana e non aver individuato una strategia che colmi nel più breve tempo possibile quella struttura, rischia di innescare una crisi di sistema che i commercianti, ma non solo, pagherebbero a caro prezzo. L’Amministrazione Comunale in questi giorni sta incontrando le categorie interessate per raccogliere idee e proposte. Le forze politiche hanno lanciato già da tempo le loro proposte.
Oggi è tempo che questi soggetti si siedano al tavolo insieme ai proprietari della struttura, la Asl, e alla Regione, per individuare tempi e modi della riqualificazione. Bene ha fatto il Presidente Pizzichini a proporre un tavolo permanente, che, a mio parere deve definire in tempi relativamente brevi un protocollo di intesa sulla questione. Da ciò dipenderà il futuro di un’importante zona di Todi, e per certi versi di gran parte della città.
Giancarlo Castrini
18 febbraio 2011
Il Quartiere Europa-Cappuccini non è di serie B
I cittadini del Quartiere Europa e Cappuccini devono sapere che questa amministrazione non li considera di serie B, come erroneamente si potrebbe ritenere in base ad alcune notizie apparse sui quotidiani regionali nei giorni scorsi. Allo stesso tempo, però, non possono avanzare la pretesa di un trattamento privilegiato rispetto agli altri quartieri e alle altre frazioni del territorio. E’ evidente che si tratta di un’area che è rimasta abbandonata per troppo tempo e cinque anni sono forse pochi per risolvere tutti i problemi, ma queste difficoltà le abbiamo sperimentate anche per il centro storico, per altri quartieri e soprattutto per le frazioni. I lavori del PUC 2 riguardanti l’area verde di Cappuccini sono quasi terminati e a breve inizieranno quelli della “Finestra su Todi”, la sistemazione del parco della Veralli-Cortesi e soprattutto la costruzione delle rotonde e l’ampliamento dell’asilo. Che non saranno però gli unici interventi che verranno portati a termine entro la fine di questo anno. Di tempo infatti questa amministrazione ne avrà e tanto perché la fiducia che è stata capace di conquistare e che conquisterà nei prossimi mesi permetterà di governare questa città per diversi anni. Un periodo lungo, in cui si potranno fare tantissime cose, molte delle quali anche più importanti di quelle già realizzate. Chiedo dunque ai cittadini di avere fiducia in questa amministrazione e quanto alle polemiche, Todi non merita classifiche e noi non ne faremo.
Franco Ranieri, consigliere comunale pdl Todi
16 febbraio 2011
Perugia: ne abbiamo i polmoni pieni
Domenica 13 Febbraio, nonostante la pioggia, Perugia ha nuovamente superato il livello di PM10 consentito dall’Europa (Direttiva Europea 2008/50/CE e D.Lgs. 155/2010). Il capoluogo ha superato il livello per ben 22 giorni dall’inizio dell’anno. Considerando che il massimo consentito sono 35 giorni, fra pochi giorni il comune rischia di pagare delle sanzioni molto alte. L’amministrazione ha pensato bene di adottare le targhe alterne per ben 6 giorni nelle ultime settimane, ma i dati riportati dall’Arpa (http://www.arpa.umbria.it/monitoraggi/aria/pm10.aspx) dimostrano la completa inutilità di tali provvedimenti.
<http://www.arpa.umbria.it/monitoraggi/aria/pm10.aspx%29dimostrano>
Venerdì scorso, nonostante il divieto alle targhe dispari, per altro applicato solo in alcune zone e non sull’intero territorio, Ponte San Giovanni ha fatto registrare il picco di 117 PM10, contro un limite massimo consentito di (36-50 é considerato accettabile ma l’ideale é ≤ 35 di PM10, dati Arpa).
L’amministrazione ha recentemente rincarato i biglietti dei mezzi pubblici e tagliato molte linee obbligando i Perugini ad adoperare l’automobile.
La situazione è allarmante perché nessuna vera politica di mobilità è stata adottata dal comune di Perugia, ad eccezione di un piano annunciato il 12 di questo mese, relativo a lavori che richiedono molto tempo e denaro.
Oggi il sindaco annuncia un blocco totale del traffico per i prossimi due fine settimana, ma leggendo le deroghe e vedendo le aree di blocco del traffico ci domandiamo se davvero cambierà la situazione. Inoltre nessuna misura di aggiunte di mezzi pubblici in aree poco servite sono state pensate per venire incontro alle esigenze dei cittadini.
Il MoVimento 5 Stelle Perugia chiede che il Comune somministri ai Cittadini la necessaria informazione sulla qualità dell’aria e soprattutto adotti delle misure drastiche in tutto il comune e non solo nell’area del centro per dare ai Perugini un po’ di respiro.
Non possiamo attendere piogge o la tramontana per poter respirare!
MoVimento 5 Stelle Perugia
15 febbario 2011
Acqua e referendum, come risparmiare
Cittadinanzattiva appoggia la proposta del Comitato Referendario “2 Sì per l’Acqua Bene Comune” per chiedere a Governo, forze politiche e istituzionali l’accorpamento della data dei due referendum sull’acqua con quello delle prossime elezioni amministrative, e invita i cittadini a firmare la petizione on line.
“Milioni di cittadini hanno chiesto questo referendum e riteniamo sacrosanto rispettare questa volontà organizzando al meglio questa tornata elettorale” dichiara Antonio Gaudioso, vicesegretario generale di Cittadinanzattiva.
“I cittadini chiedono responsabilità riguardo l’uso e la gestione delle risorse idriche e degli altri beni e risorse comuni. Per questo riteniamo opportuno l’accorpamento delle elezioni amministrative con il referendum sull’acqua nella prossima primavera. Segnali di credibilità di una classe dirigente vanno dati anche a partire da decisioni come quella di chiamare al voto, mobilitando ingenti risorse economiche, i cittadini nel rispetto dell’organizzazione del lavoro, del tempo e del danaro pubblico”.
Cittadinanzattiva rinnova inoltre l’appello ad individuare, come accade in altri Paesi, modalità per non paralizzare in occasione del voto il lavoro e la programmazione della scuola pubblica ingiustamente sacrificati.
Cittadinanzattiva
15 febbraio 2011
L’ospedale di Pantalla è pronto, ma l’Amministrazione di Todi è distratta
Le recenti dichiarazioni del direttore della Asl2, Legato, hanno portato novità davvero importanti per Todi.
La prima: il nuovo ospedale di Pantalla è pronto. Dalla posa della prima pietra il 10 marzo 2007, sono bastati appena quattro anni a Regione ed Asl per completare una struttura da 17.000 metri quadrati. Vengono, così, spazzate via con i fatti le continue litanie di chi sosteneva l’ospedale non sarebbe mai nato.
La seconda novità: il nuovo ospedale avrà un ruolo di primo piano nella politica sanitaria regionale. È lo stesso direttore Legato a confermarlo: struttura a metà strada tra Perugia e Terni lungo la E45 (superstrada ad intenso traffico, in odore di essere trasformata in autostrada), non sarà ne’ un grande ambulatorio, ne’ una scatola vuota, ma un importante ospedale con tutti i reparti di base, 128 posti letto e 5 sale operatorie. Presenti anche assolute novità ed eccellenze: dal centro per la riabilitazione motoria all’equipe h24 per epidurale nel punto nascita, specializzata nella terapia antidolore.
Terza questione: la rete dell’emergenza sarà potenziata. Ci saranno tre punti 118 a Pantalla, Marsciano e Todi con mezzi nuovi ed ulteriore personale specializzato in aggiunta a quello già presente. Una grande novità, che pone fine anche alle annose discussioni sulla permanenza nelle vecchie strutture di Todi e Marsciano di postazioni di Pronto Soccorso.
Quarta: nei due vecchi ospedali in via di dismissione verranno portati gli altri servizi sanitari territoriali oggi dislocati sul territorio.
A breve il nuovo assetto sanitario della Media Valle del Tevere sarà a regime con una vera e propria rivoluzione, insomma.
Come Partito Democratico di Todi esprimiamo grande soddisfazione ed apprezzamento per quanto compiuto da Regione, Asl ed altri soggetti competenti. Con un unico rammarico: l’assoluta inadeguatezza dell’amministrazione Ruggiano di fronte a questi cambiamenti.
Fin dal 2007, in piena campagna elettorale, erano in molti nel centrodestra a gridare che l’ospedale di Pantalla non sarebbe mai nato, avrebbe avuto tempi di realizzazione lunghissimi e, una volta terminato, avrebbe addirittura corso il rischio di nascere morto.
Lo stesso sindaco Ruggiano, piuttosto che occuparsi dei grandi cambiamenti in atto, aveva preferito occuparsi di manifestazioni di protesta (poco partecipate, per la verità!) davanti al vecchio ospedale di Porta Romana.
Intanto cadevano nel vuoto i nostri richiami ed appelli affinché il Comune si fosse occupato della conversione della struttura di Porta Romana, della strada e delle altre opere infrastrutturali a servizio del nuovo ospedale di Pantalla.
Oggi registriamo i fatti.
Le nostre preoccupazioni di allora sono divenute realtà: Porta Romana è senza un progetto; l’ospedale di Pantalla è pronto, ma la strada d’accesso non c’è! Ruggiano ed il centrodestra tuderte, distratti forse da altalene e panchine o dalle altre piccole opere con abbondanti inaugurazioni, hanno ignorato un passaggio epocale per Todi, con relative opere di portata storica per la nostra città: la realizzazione del nuovo ospedale e la conversione del vecchio. Ora la Regione, almeno per la strada a Pantalla, provvederà, mentre Ruggiano continua con la distratta politica del rossetto e con la sua amministrazione del fare… finta.
Partito Democratico Todi
14 febbraio 2011
Il Dap dell’Umbria ed i socialisti
Il Partito Socialista apprezza l’impegno presente nel DAP per le Riforme che appartengono all’intesa raggiunta per la formazione del Governo regionale. La scelta che abbiamo compiuto è di evitare la presentazione di emendamenti proponendo stimoli per una discussione complessiva sula DAP.
A questo proposito si sottolinea la necessità di avviare un’attenta riflessione sul ruolo delle Province. La scelta operata dal DAP di promuovere agenzie che in definitiva sono tecno-Strutture rischia di essere letta come un tentativo neo-centralista effettuato dalla Regione. Sarebbe opportuna una scelta che nel limite del possibile favorisca il conferimento delle funzioni agli enti elettivi di primo grado.
Federalismo fiscale
Il PSI anche in vista del federalismo fiscale ritiene che si debba promuovere ogni forma di collaborazione con le Regioni limitrofe dando concretezza all’idea di regione Aperta . Ovviamente questa scelta non può essere riservata solo al campo della ricerca scientifica ma va estesa anche ad altri campi ed attività regionali. Riguardo alle ATI si ritiene che l’obiettivo finale possa essere quello di pervenire ad un’unica struttura regionale ma questo obiettivo deve tener conto delle attività in atto evitando che i processi in corso possano fermarsi.
Sanità
Riguardo al capitolo sanità il PSI ritiene che si debbano affermare i seguenti principi:
1. uniformare le quote capitarie attribuite alle singole ASL ( ovvero: stabilire criteri omogenei di trasferimento dei fondi)
2. si condivide la scelta di un’azienda unica integrata ospedaliera ( Silvestrini-S.Maria Terni–Università),
3. ridurre il numero della ASL
4. potenziare la Medicina del territorio e l’assistenza intermedia (riabilitazione-non autosufficienti)
Urbanistica
Per quanto attiene l’urbanistica il Psi ritiene che si debba imprimere un’accellerazione alla semplificazione delle normative regionali; inoltre si ritiene indispensabile l’elaborazione di un testo unico delle norme
Ambiente-rifiuti
Riguardo all’Ambiente-Rifiuti il PSI condivide quanto il DAP prevede per la politica energetica oltre a considerare la politica energetica come elemento di innovazione industriale ritiene che oltre alla produzione di energie rinnovabili occorra lavorare sul versante del risparmio energetico
Agenzie e macchina regionale
Riguardo all’Agenzia Multifunzionale si condivide l’accorpamento tra Sviluppumbria e Umbria Innovazione.
Si esprime invece grande perplessità riguardo all’accorpamento dell’APT che a nostro avviso dovrebbe rimanere struttura autonoma sotto il coordinamento dell’Assessorato Regionale opportunamente strutturato.
Riguardo all’Internazionalizzazione delle imprese il DAP ritiene sufficiente la creazione del Centro Estero.
A questo proposito il PSI pone due problemi: il primo riguarda l’utilità di lavorare per la costituzione di una struttura interregionale che poggi su una massa critica di imprese in grado di favorire al meglio i processi di internazionalizzazione.
Qualora questa scelta non fosse praticabile si ritiene che il Centro Estero dovrebbe essere accorpato nell’Agenzia Multifunzionale assieme a Sviluppumbria ed Umbria Innovazione in modo che possano essere meglio gestititi processi di sviluppo industriale
In ogni caso occorre compiere una valutazione sullo stato in cui è oggi il Centro Estero e in particolare la struttura regionale che in base alle modifiche introdotte dal Titolo V della Costituzione dovrebbe poter esercitare il ruolo di indirizzo e verifica dei risultati conseguiti in materia.
Massimo Buconi Presidente Gruppo "Socialisti e Riformisti per l’Umbria
14 febbraio 2011
Dove sono i senzatetto a Todi
In merito all’articolo publicato in data odierna ci piace fare alcune precisazioni in merito ai senza tetto- come viene descritto dall’articolo se vogliamo prendirci in giro che formalmente non esistono i senza tetto allora vogliamo dire quanto segue: da tre anni ad oggi la nostra comunita’ di vita solidale ha concesso; abitazioni in comodato d’uso gratuito e vitto e assistenza morale e legale a persone senza una casa e di conseguenza emarginati, a circa ottanta fratelli.
Persone provenienti da tutti i comuni dell’Umbria ora anche da fuori regione, a 15 rifugiati politici in principio accolti presso l’istituto Crispolti poi, terminata la convenzione economica tra istituto e stato italiano abbandonati ed accolti dalla nostra comunita’, poi vanno ad aggiungersi i separati, le ragazze madri e le donne maltrattate .
Per noi queste sono persone senza una casa e di conseguenza senza fissa dimora.
Diacono Franco Emili- comunità di Pantalla vivere e lavorare insieme
12 febbraio 2011
Vecchio ospedale di Todi: il Comune deve rispondere alla Regione e non viceversa
Negli ultimi giorni, il riutilizzo della struttura ospedaliera di Porta Romana è diventato oggetto, con grande ritardo, delle attenzioni del centrodestra tuderte. Prima le dichiarazioni del consigliere Pdl Ranieri, poi quelle, a coppia, del capogruppo Boschi e del vicesindaco Primieri.
Ranieri dice la sua e propone che a Porta Romana vadano Poste e vigili urbani: una proposta tra le tante, che fa emergere, però, con grande evidenza, lo stato delle cose nel centrodestra tuderte.
Per Porta Romana doveva già essere tempo di soluzioni ed invece siamo ancora, purtroppo, alle proposte. Ruggiano e la sua maggioranza stanno ancora pensando a cosa ci si potrebbe fare, mentre il trasferimento dell’ospedale è ormai imminente.
Ranieri, insomma, scopre il fianco del centrodestra e Boschi e Primieri, evidentemente consapevoli del ritardo e dell’inconcludenza dell’azione amministrativa, cercano di nascondere le nudità, con una dichiarazione quasi comica.
Se ne escono, infatti, con un comunicato in cui chiedono alla Regione di fare ciò che compete al Comune e che loro non sono stati in grado di fare.
Non solo, ma di fronte alla confusione che regna sovrana al loro interno, con opinioni divergenti e inconciliabili, tentano di eludere le responsabilità chiamando in causa maldestramente altri soggetti istituzionali, primo fra tutti la Asl.
Cerchiamo, allora, ancora una volta, di fare chiarezza.
Al Comune non spetta decidere per altri, ne’ invitare altri soggetti istituzionali a questa o quella decisione. Al Comune spetta dire se l’amministrazione vuole riservarsi, all’interno dello stabile di Porta Romana, spazi per i suoi servizi (uffici, vigili urbani, scuole…) oppure no. Al Comune spetta l’azione politica ed amministrativa di coordinamento di eventuali altre proposte praticabili, dalle iniziative private a quelle di integrazione di servizi pubblici.
Regione e Asl hanno già deciso che il 40% dell’immobile sarà destinato ai servizi sanitari distrettuali e di base. Per il restante sono disponibili a verificare richieste di altri soggetti pubblici a cominciare dal Comune di Todi per destinarli ad altri servizi pubblici, così come sono disponibili a verificare, insieme al Comune di Todi, altri utilizzi possibili, da parte di privati.
Ad oggi dal Comune nulla è pervenuto, se non la solita dannosa, immotivata, ideologica polemica politica ed istituzionale. È il Comune che deve rispondere alla Regione e non viceversa. E lo deve fare con impegni concreti, proposte definite riguardanti i servizi comunali e non quelli di competenza di altri, per i quali non c’è assolutamente bisogno delle sollecitazioni di Primieri e Boschi. Anzi, con le loro strampalate uscite, nate per coprire la crepa aperta da Ranieri, fanno solo danni alla città, minando i rapporti tra istituzioni.
Ai due esponenti del Pdl consigliamo di concentrarsi sulle competenze comunali, sui ritardi della loro azione amministrativa e sulla ricerca di una urgente soluzione, perché la Regione e la Asl stanno rispettando gli impegni presi più volte con la Città. Ruggiano ed il centrodestra tuderte no.
Partito Democratico Todi
12 febbraio 2011
Il "Giro di Todi" e l’illuminazione
Con grande piacere ho notato che si sta provvedendo ad istallare l’illuminazione pubblica nel tratto della circonvallazione che va dalla porta di borgo al parcheggio meccanizzato di porta Orvietana. Erano decenni che se ne sentiva la necessità, soprattutto da quando un gran numero di cittadini hanno iniziato a prendere la buona e sana abitudine di fare delle passeggiate o corsette lungo tutta la perimetrale della cittadina, il cosi detto “giro di Todi”, che avendo lo sviluppo di 4 km è di una lunghezza ottimale per la “razione quotidiana” di movimento che ognuno , giovani e meno giovani, dovrebbe svolgere . Ma ho altresì notato con grande disappunto che i lavori di predisposizione terminano in prossimità dell’impianto di risalita meccanizzato e quindi considerata la presenza dei vecchi lampioni che da lì illuminano il tratto di strada fino a poco prima dell’albergo Bramante, gli ultimi 500mt del “giro” fino alla Consolazione nelle ore notturne ,rimarranno completamente al buio ed impercorribili a piedi senza rischiare un investimento da parte delle auto. Inoltre la presenza dell’albergo su citato, fa si che numerosi suoi ospiti, siano costretti a munirsi di pila per raggiungere la “salvezza” alla Consolazione , e il sottoscritto più di una volta si è trovato nella condizione di evitare un pedone all’ultimo momento, vista anche l’assenza di un marciapiede adeguato. Chiedo quindi all’amministrazione di evitare l’ennesima opera incompiuta all’italiana e fare un piccolo sforzo per completare questa illuminazione in modo da rendere tutta la circonvallazione fruibile senza rischio, anche di notte.
Fortunati Massimo
11 febbraio 2011
Ospedale di Todi centro, la Usl assente
Grande soddisfazione per l’incontro tenutosi venerdì 4 febbraio tra l’amministrazione comunale ed i medici di base per presentare il protocollo firmato tra Comune di Todi ed Associazioni Sindacali e di Categoria. Al centro del dibattito il riuso dell’immobile dell’Ospedale di Porta Romana al momento della sua dismissione e la raccolta di proposte e collaborazioni per predisporre un più valido piano di recupero da proporre alla Regione Umbria, proprietaria della struttura e diretta responsabile nell’organizzazione dei servizi socio-sanitari. “Tenuto conto del fatto che nel tardo pomeriggio molti medici si trovano ancora impegnati in ambulatorio o nelle visite, soprattutto in un periodo interessato dai mali di stagione – riferisce una nota dell’amministrazione comunale – la partecipazione è stata ancor più significativa e propositiva, tanto che i presenti hanno manifestato interesse e disponibilità nei confronti di un piano di recupero che preveda oltre tutto l’inserimento di ambulatori privati, anche nella formula associativa della medicina di gruppo. Purtroppo la Asl, per quanto invitata, non ha evidentemente ritenuto opportuno partecipare all’incontro ed è così mancato un supporto più volte ed invano richiesto, ritenuto prezioso in questa fase di progettualità. A questo punto – conclude la nota – riteniamo sia fondamentale il confronto con i residenti della zona di Porta Romana, commercianti ed abitanti, e su questo fronte è in programma un incontro nei prossimi giorni”.
Comune di Todi
10 febbraio 2011
Il recupero e l’utilizzo futuro dell’immobile dell’ospedale degli infermi di Todi è un punto fondamentale per lo sviluppo della città.
Il protocollo d’intesa siglato a Todi a metà dicembre dell’anno scorso tra il Comune, le associazioni di categoria presenti sul territorio e le organizzazioni sindacali permette di ipotizzare soluzioni concrete per un utilizzo ampio, articolato e proficuo a vantaggio dell’intera comunità locale.
E’ stata ipotizzata la presenza di strutture pubbliche di vario genere all’interno dell’immobile, che vanno da numerosi servizi sanitari, fino ad arrivare a quelli comunali e per enti private.
I cittadini conoscono ormai perfettamente il dettagliato ed articolato protocollo d’intesa con il quale si potrà assicurare alla città ed all’intero territorio un significativo polo di molteplici attività.
A questo proposito è stato chiesto un incontro alla Regione Umbria, all’assessorato regionale alla sanità ed al direttore generale proprio per definire il futuro dell’immobile alla luce di queste ipotesi che hanno visto convergere l’opinione di molti soggetti pubblici e privati.
L’amministrazione comunale aveva inserito anche l’immobile dell’Ospedale di Viulpiana nella zona di perimetro interessata dal PUC 2 ma, purtroppo, a differenza di altri Enti la Regione e la ASL, che sono i proprietari della struttura, non hanno manifestato alcun interesse alla partecipazione del piano con un proprio progetto di riqualificazione.
Dobbiamo quindi constatare con rammarico che la Regione tace e non si esprime sulle progettualità elaborate, forse perché distratta da altre realtà territoriali.
Su questo punto si incentrerà comunque un’azione decisa, volta a tutelare l’intera comunità tuderte ed attenta allo sviluppo della città e del territorio.
10 febbraio 2011
Dislessia, questo non è il problema
I nostri figli non sono malati, stupidi, pigri, svogliati. Sono invece ragazzi intelligenti, capaci e creativi che hanno semplicemente modalità di apprendimento diverse da quelle rigidamente standardizzate e che hanno pertanto bisogno di metodologie didattiche flessibili nonché di strumenti consoni alle loro peculiarità.
Essere dislessici non è una vergogna come non lo è essere mancini, daltonici o albini. Ben lungi dall’essere un handicap o, peggio ancora, un’etichetta infamante, la dislessia è semplicemente una caratteristica individuale. Ed infatti il problema nasce solo nel momento in cui questi ragazzi, spigliati ed arguti, vengono a contatto con un sistema scolastico che non ne riconosce la legittimità, che ne mette in dubbio la veridicità, che rifiuta di dare loro ciò di cui hanno bisogno. In sintesi che non rispetta la loro identità personale. In tale contesto ai nostri figli non rimane che soccombere, innanzitutto psicologicamente e tanto più velocemente quanto meno possono contare su una famiglia capace di tutelarne caparbiamente i diritti. Diversamente invece possono sviluppare tutte le loro capacità, acquisire l’autostima necessaria per raggiungere il successo formativo e costruirsi il bagaglio culturale fondamentale per realizzarsi nella vita. Basta poco, in fin dei conti, solo un pizzico di sensibilità e di rispetto.
Conosco personalmente ragazzi dislessici eccezionali, che si sono laureati, che hanno scritto libri, che hanno lanciato attività imprenditoriali che hanno mille stupendi progetti in testa ma purtroppo vedo anche tanti loro compagni più sfortunati, vittime sacrificali di una cultura prevaricante e irrispettosa delle differenze.
E’ vero, oggi finalmente, possiamo contare su una legge che tutela i diritti degli studenti dislessici, approvata alcuni mesi or sono all’unanimità, ma sappiamo anche che si tratta di un cambiamento culturale il cui decorso non sarà così immediato e scontato. Giocano “contro” i pregiudizi e l’abituale resistenza al cambiamento, ben supportati dall’altisonante campagna negazionista che trova spesso breccia sui media proprio per i suoi toni allarmistici (scuole come ospedali, malati anziché somari, scuole in declino ecc.). Mascherati da una patina di buonismo egualitario, questi interventi ricalcano la feroce crociata anti-psichiatrica (e anti ADHD e DSA) sbarcata dagli USA assieme ad una ben nota setta pseudo-religiosa.
Ora il Comitato Tecnico-Scientifico è al lavoro per definire i decreti attuativi della legge sulla dislessia ed ecco, come in ogni momento delicato dell’iter legislativo, far capolino un nuovo attacco, lanciato a spron battuto sui media a mo’ di comunicato stampa, questa volta da una fantomatica “insegnante” in totale anonimato. Non credo certo che gli autorevoli componenti del Comitato si lascino condizionare da argomenti così poco qualificati. In ogni caso, si sappia, noi genitori di ragazzi dislessici, sostenuti dai numerosi insegnanti e tecnici che hanno a cuore il loro futuro, sorridiamo ormai nel leggere le solite accozzaglie di banalità e procediamo instancabili nel portare avanti con determinazione questa battaglia di civiltà.
Per i nostri figli e per quelli che verranno.
Per una cultura della diversità, di cui l’Italia ha così tanto bisogno.
8 febbraio 2011
Chiusura del Polo umbro di Back Office di IntesaSanpaolo ed altro nel mondo bancario
Dopo la richiesta avanzata nei giorni scorsi dalle Segreterie regionali di Dircredito, FABI, Fiba/CISL, Fisac/CGIL, Sinfub e Uil.ca, in data 07 febbraio, con un’ammirabile celerità, la presidente della Giunta Regionale Catiuscia Marini le ha ricevute, unitamente all’assessore Gianluca Rossi, al sindaco di Spoleto Daniele Benedetti e al responsabile delle politiche industriali e per il credito alle imprese Luigi Rossetti.
L’incontro, prendendo spunto dalle preoccupazioni manifestate dai sindacati circa l’annunciata chiusura del Polo umbro di Back Office di IntesaSanpaolo ha permesso di portare all’attenzione dei vertici istituzionali regionali, la situazione del credito in Umbria.
All’insoddisfazione sindacale per la gestione delle politiche occupazionali e creditizie che il Gruppo IntesaSanpaolo sta attuando nella regione, si sono aggiunte le preoccupazioni per la vicenda che sta coinvolgendo la Banca Popolare di Spoleto.
La situazione che si sta determinando ingenera nei sindacati il timore che le criticità che investono il settore bancario, finiscano per penalizzare ulteriormente il tessuto economico e occupazionale della nostra regione, già duramente provato dalla sfavorevole congiuntura economica.
La Presidente Marini, con elevata sensibilità istituzionale, ha raccolto l’appello sindacale per un intervento presso i vertici di IntesaSanpaolo, volto a cercare di orientare l’atteggiamento di tale gruppo nel senso più congruo alle esigenze della nostra regione e al mantenimento del Polo umbro Back Office. La Presidente ha, altresì, auspicato, raccogliendo unanime consenso, che appena le condizioni lo permetteranno sarà opportuno coinvolgere in un tavolo regionale tutte le componenti del sistema creditizio umbro, sindacati inclusi.
Segreterie Regionali DIRCREDITO FABI, FIBA/CISL, FISAC/CGIL SINFUB UIL.CA
8 febbraio 2011
Bollette dell’acqua e della raccolta rifiuti, tante domande dalla Federconsumatori
Prima abbiamo avuto dichiarazioni del Direttore dell’ ATI,Fausto Galilei,che confermava tale ipotesi,come del resto anche oggi sulla stampa,poi un burocratico comunicato stampa firmato assemblea dei Sindaci che smentiva tutto.
Successivamente l’insediamento del Comitato Consuntivo Utenti dove al primo punto del giorno si prevedeva l’elezione del presidente,ma che veniva sconvolto permettendo al Direttore una lunga comunicazione senza la possibilità di fare domande e controbattere perche la maggioranza decideva di passare alle elezioni del Presidente.
Elezioni che hanno visto un forte dibattito e la riconferma del professor Garofalo (solo sei favorevoli su undici presenti) con la forte opposizione di Federconsumatori – Cittadinanzattiva e Legambiente.
Per quanto riguarda la sospensione del canone di depurazione e scarico nonché la restituzione di quanto pagato negli ultimi cinque anni vorremmo conoscere le modalità e i tempi e con quale atto l’assemblea dell’ATI ha deciso.
Per la TIA (Tariffa Igiene Ambientale) siamo al ridicolo,prima la VUS non voleva sospendere l’applicazione dell’iva nonostante la sentenza della suprema corte,poi a seguito della diffida e azione inibitoria attivata da Federconsumatori ha applicato quanto previsto dalla suddetta sentenza.
Con il nuovo Presidente della VUS viene reintrodotta l’IVA portando a giustificazione una circolare del ministero.
Prima questione:da quando una circolare interpretativa annulla una sentenza della Corte di Cassazione?
Seconda questione:i piani tariffari li decidono e deliberano i Comuni riuniti in assemblea e non i Presidenti delle aziende che hanno l’obbligo di applicare quanto deliberato dagli ATI;
Terza questione:l’assessore del Comune di Terni con delega del Sindaco e componente dell’ATI ha incontrato le associazioni dei consumatori e sottoscritto un impegno che prevede di non aumentare la Tariffa di Igiene Ambientale per il 2011 e soprattutto di non voler e poter reintrodurre l’IVA sulla TIA. Ma quale è la posizione dell’ANCI regionale? Il Comune di Terni come quello di Spoleto fa parte attiva dell’ANCI Regionale Umbria o non più ? Perche i Cittadini di Foligno Spoleto Valnerina devono pagare più dei loro colleghi Ternani?
E’ giunto il momento che gli amministratori dei Comuni dell’area servita dalla VUS smettano di fare inutili proclami e superflua demagogia e aprano un serio confronto sul sistema tariffario di acqua, nettezza urbana e sul prossimo appalto per la gestione della rete Gas. I bilanci delle famiglie e della piccole attività( a proposito che cosa dicono le associazioni di categoria?) non sopportano più questi continui aumenti.
Abbiamo chiesto un incontro al Presidente dell’ATI, speriamo di essere convocati quanto prima.
8 febbraio 2011
Nulli Pero dice la sua sul riutilizzo del vecchio ospedale di Todi
Quanto affermato dal Consigliere Comunale del P.D.L. Franco Ranieri per un certo verso è sicuramente condivisibile. Certamente qualunque utilizzo si faccia dell’attuale struttura dell’Ospedale non sarà comunque qualcosa di aggiuntivo per la città ma semmai solo di una razionalizzazione di alcuni servizi. L’idea quindi di spostare l’attenzione su nuove opportunità che possano attutire la mancanza dell’Ospedale,con tutto quello che intorno ad esso gravita, non è certamente peregrina. Anzi tutt’altro. Nella declinazione della Sue proposte mi pare, però che si possano rilevare dei limiti che non si allontanano molto da quelli già sentiti.
Cercherò per brevità di elencarle alcuni.
1- Spostare una parte dei servizi postali dalla piazza all’interno di quella struttura mi pare una cosa sconsigliabile e difficilmente praticabile. Se i servizi postali possono avere una esigenza semmai questa è rappresentata dalla opportunità di riunificarli. Togliere i servizi postali dalla piazza , ammesso che il Comune ne abbia la competenza,mi sembrerebbe un vero " autogol" sotto tutti i profili, che non sto nemmeno ad elencare.
2- Spostare una parte della sede attuale dei vigili urbani mi pare ugualmente una scelta non del tutto felice. Insomma spezzettare i servizi, dislocandoli in diverse sedi della città significa marciare nel senso opposto della politica di accorpamento per una migliore utilizzazione delle risorse.
Del resto la sede dei vigili urbani mi pare essere posta nel posto giusto . L’unico ufficio che vi potrebbe trovare posto, sarebbe semmai un ufficio di informazioni e servizi al turista. La posizione della sede potrebbe favorire solo questa ipotesi.
3- In ogni caso, mi pare di aver letto che l’assessore Ciani stia discutendo con alcuni soggetti istituzionali proposte ben diverse.
Stando così le cose, mi pare semmai opportuno che il consigliere Comunale Ranieri anche per il ruolo che riveste, dovrebbe sollevare il problema in Consiglio Comunale,in modo tale che la Sua riflessione possa trovare accoglimento, almeno per essere approfondita, proprio in quella sede.
In questa ultima ipotesi probabilmente si troverebbe il modo perché ne discuta il Consiglio Comunale ,le rappresentanze della città ed i cittadini che vorranno misurasi su questo difficile tema.
Lo ringrazio comunque per aver sollevato un problema sicuramente importante e forse decisivo per il futuro di quell’area e di tutte le attività che gli ruotano intorno.- Soprattutto lo ringrazio per la volontà di ricercare una soluzione che porti a colmare" il perduto" e non solo per riempire comunque il contenitore. In sostanza non concordo sulle proposte ma sul principio si.
Non avanzo alcuna proposta perché tante di esse talvolta anche superficiali, spesso non riesconoa costruire una vera soluzione.
Ottavio Nulli Pero
6 febbraio 2011
Per il Pdl di Massa Martana è doveroso replicare al comunicato, emesso dalla Amministrazione Comunale, in risposta alla nostra denuncia dello stato di degrado in cui si trova il complesso natatorio massetano.
Colpisce la “straordinaria competenza” acquisita in materia di piscine dallo scrivente che tenta di spiegare come avviene la loro manutenzione nel periodo invernale “giocando” con un copia-incolla da una pagina tratta dal sito internet “ ebay – la cura delle piscine in inverno”.
http://recensioni.ebay.it/La-cura-delle-piscine-in-inverno_W0QQugidZ10000000001419049
Una volta eseguite queste prime operazioni ci si deve occupare degli altri accessori. La scaletta delle piscine va tolta, così come altri oggetti di plastica che risentirebbero del gelo.”
Si ritiene quindi offensivo nei confronti dei nostri concittadini considerare normale che un complesso natatorio, dopo solo 4 anni, abbia già evidenti danni agli intonaci, non ”dovuti al clima autunnale/invernale” come dice l’esperto “PISCINOLOGO” amministratore, ma a causa della risalita dell’umidità capillare, a detta degli esperti veri.

E più che logico quindi il nostro intervento adesso, perché non ci si può ricordare della piscina solamente a pochi giorni dall’apertura, ma occorre programmare per tempo un intervento serio di manutenzione e ripristino delle strutture, affinché gli utenti ne possano usufruire, nel miglior modo possibile alla prossima apertura estiva.
Al momento risulta che la cooperativa che si è aggiudicata nel 2007 la gara per la gestione, ha ancora valido il contratto per tutto l’anno 2011, quindi, il fatto che l’Amministrazione confermi che si sta predisponendo un nuovo bando di gara per l’ affidamento del servizio di balneazione è la prova del flop delle passate stagioni estive.
Ricordiamo qualche inconveniente accaduto lo scorso anno: infiltrazioni d’acqua per rottura di tubazioni, mancanza di sfalcio periodico dell’erba, infestazione da formiche, chiusura anticipata dell’impianto per presenza di batteri nell’acqua. Sono presenti pericolose rotture di mattonelle a bordo vasca, impianti doccia rotti, lampioni da giardino divelti, suppellettili danneggiate, ecc … ecc …
Ad una risposta superficiale e ridicola, da parte dell’Amministrazione di centro-sinistra Bruscolotti, possiamo solo rispondere: non e’ con l’ironia che l’amministratore salvaguarda un bene pubblico, ma con una fattiva azione di tutela e controllo, perche’ di altri “buchi nell’acqua” non ne abbiamo proprio il bisogno!
Di argomenti ce ne date molti! Ma state tranquilli, ne useremo solo uno alla volta!
4 febbraio 2011
Ex ospedale di Todi centro, la ricetta di Ranieri
E’ da tempo ormai che non si fa altro che parlare della vecchia struttura dell’ Ospedale di Todi, tutti credono di risolvere il problema con la propria soluzione, senza rendersi conto che in qualsiasi lato la si guardi non esiste soluzione che possa ridimensionare nemmeno in parte il danno che la città andrà a subire con lo spostamento del servizio sanitario attuale da Todi a Pantalla.
Tutti e ripeto tutti i cittadini di Todi in varie misure ne trarranno conseguenze a dir poco devastanti.
Comunque la si affronti la città intera verrà depredata di una gran fetta di economia che gira oggi attorno al nosocomio . Inutile portare questo o quel servizio e/o ufficio, che comunque esiste già e dà il suo giro economico, all’ interno dello stabile e lo si toglie a cento metri di distanza , è inutile risparmiare l’affitto dei vari uffici se poi questi stabili rimangono vuoti e quindi infruttuosi .
Si vestirà un altare ma se ne spoglieranno altri dieci.
Non è così che si fa crescere una città, così la si porta dritta dritta verso il degrado.
Purtroppo non esistono facili soluzioni anzi, si avranno dei grossi svantaggi sia sul piano economico che su quello sanitario perché, se è vero come si dice, che il nuovo ospedale avrà circa 110/120 posti letto e solo pochi reparti assicureranno le cure necessarie al benessere delle persone ,non risolverà le richieste del comprensorio , è costato e costerà ancora tantissimo ed inoltre lascia i cittadini di Todi con uno scatolone da acquistare e ristrutturare senza portare un reddito maggior di quello attuale Sarà una nuova Galibia ma in misura molto più gravosa per tutta la comunità tuderte. Se si vuole attutire il colpo almeno gran parte della superficie utile deve essere venduta a privati e/o Enti ma con l’assoluta garanzia di crearvi all’interno qualcosa di nuovo e che porti lavoro, qualsiasi esso sia purché ovviamente legale.
Non vedo cosa risolverebbe spostare il Commerciale in un contenitore che comunque andrebbe messo in adeguata sicurezza per una scuola , spostare i medici di base e/o la Farmacia Comunale.
Vedrei al limite giusto spostare una parte degli Uffici Postali dalla piazza e adibire quei locali per qualcosa di più caratteristico (vedi un ristorante , una sala per mostre ecc.) spostare parte degli uffici dei Vigili Urbani e liberare un angolo di sicuro interesse per un locale commerciale. Creare un collegamento con il CPT per effettuare corsi di aggiornamento per artigiani e
commercianti, ivi compreso una struttura per la medicina legale che va dall’ effettuazione delle visite mediche dei dipendenti ,agli esami diagnostici obbligatori per la medicina del lavoro.Corsi di primo soccorso e antincendio ,corsi per operatori di varie discipline , aggiornamenti e corsi per extracomunitari.Esosi per l’imprenditore e per lo stesso dipendente anche perché vanno eseguiti in tempi prestabiliti e metodici. Cose quindi nuove per esigenze nuove ma rese obbligatorie dalla Comunità Europea. La qual cosa creerebbe un certo movimento di persone che vengono anche da città limitrofe e creerebbe soddisfazione per i diretti interessati. Non mi sento certo di aver risolto il problema con quattro righe di commento ma voglio sperare che chi di dovere rifletta su cosa si andrà a fare , almeno per non aggravare il già precario stato di salute della nostra bellissima città.
Franco Ranieri Consigliere Comunale PDL Todi
4 febbraio 2011
Stanchi di certi contegni tesi a “snobbare” l’opera degli uomini di Fiamma Tuderte.
Fiamma Tuderte prende in qualche modo le distanze dalla linea politica attuale del PdL tuderte. Dopo l’ennesimo appello di Rossini al dialogo c’è stato il documento del PDL tuderte che risponde respingendo ogni pretesa in merito per avviarsi verso altre avventure. Su questo atto politico Fiamma Tuderte dice la sua. Se dialogo dovrà esserci con l’opposizione questo deve avvenire con i diretti rappresentanti dei partiti di minoranza e con i gruppi consiliari.
Tentare una manovra di aggiramento, usando qualche nome in attrito con la dirigenza del Pd, non sembra a FT una strategia politica attuabile.
Pur con le diversità di opinioni, pur con le contrapposizioni esistenti, noi si riconosce come avversari ed eventuali interlocutori, le forze politiche presenti in Consiglio comunale. Se questo dialogo è stato reso impossibile dai comportamenti sabotatori, aggressivi e spesso offensivi della Sinistra, è un altro discorso.
Se dovesse cambiare questo atteggiamento della Sinistra istituzionale, atteggiamento che per altro non ha portato a risultati positivi ed utili per la Città, noi di Fiamma siamo disponibili a confrontarci con le altre forze politiche su determinati temi che possano riportare la dialettica politica su di un piano di civile rappresentanza delle diverse anime del popolo tuderte.
Certe condotte poste in atto dal PdL, una parte del quale cerca di sminuire il ruolo politico che noi abbiamo assunto in Città, e ciò trapela da svariati segni riguardo ad alcune vicende, non ci piacciono proprio.
Non ci è andata giù come è stata trattata la nostra proposta dell’unificazione degli Enti, tanto per fare un esempio, che ignorata è poi caduta nel vuoto e nel dimenticatoio, sebbene la Maggioranza (senza Fiamma) abbia assunto responsabilità assieme alla Minoranza.
Le aspirazioni dei dirigenti di Fiamma Tuderte sono volte al bene primario della Città ed alla fedeltà assoluta ad un progetto comune con la compagine che sostiene il Sindaco Ruggiano. Su questo non ci sono tentennamenti ma siamo stanchi di certi contegni tesi a “snobbare” l’opera degli uomini di Fiamma Tderte che sono presenti nelle istituzioni.
Al Pd diciamo che c’è la nostra disponibilità al confronto su tematiche riguardanti la Città, anche se nutriamo forti dubbi che sia veramente questo che si vuole. C’è, comunque, la pregiudiziale che cambino i contenuti degli approcci e che ci sia una responsabile e vera volontà costruttiva.
Il Direttivo di Fiamma Tuderte
3 febbraio 2011
Ugl: Crisi e disoccupazione, il sindacato faccia autocritica e si ponga su un fronte “unitario
La situazione attuale di crisi economica e politica, che oggi attraversa ogni settore, ogni territorio, anche quello umbro, è purtroppo sotto gli occhi di tutti. Ma nonostante queste gravi difficoltà, nonostante l’incertezza e la precarietà diffusa in tutti i ceti sociali e specialmente tra i più giovani, chi ha la responsabilità di tutelare e di difendere i lavoratori si ostina a mantenere di fatto una divisione sindacale a fronte di appelli verbali all’unità”.
Assistiamo ad un ricorso sempre più esteso alla precarietà e i giovani, purtroppo, sono i primi a soffrirne. A questo si deve aggiungere la fatica che giorno dopo giorno sostengono per stabilizzare il loro posto di lavoro e così un’intera generazione é tagliata fuori. Tagliata fuori da tutto: non hanno sicurezza, non hanno uno stipendio dignitoso, non hanno la speranza di una continuità nel loro rapporto professionale, non hanno spesso la possibilità di programmarsi una vita, di mettere su famiglia.
Aumentano i giovani senza lavoro. Il tasso di disoccupazione che comprende coloro che hanno un’età tra i 15-24 anni è salito a dicembre al 29% dal 28,9% di novembre, segnando così un nuovo record. Si tratta del livello più alto dal gennaio del 2004. Lo ha comunicato due giorni fa l’Istat in base a dati destagionalizzati e a stime provvisorie.
La cosa che mi indigna di più é l’ideologizzazione e la politicizzazione del problema lavoro da parte della classe sindacale umbra che rivendica sempre tavoli unitari presso le Istituzioni pubbliche locali e poi all’interno della maggior parte delle aziende si divide in un permanente antagonismo e in una immotivata contrapposizione.
Come si fa a proseguire con questo atteggiamento di fronte ad un aggravamento della crisi sul versante dell’occupazione nella nostra regione, mostrato dalla crescita continua della cassa integrazione? si domanda Gaudiosi.
Se la prassi sindacale non cambierà, come pensiamo di contribuire ad arginare la costante perdita di reddito dei lavoratori e delle loro famiglie? I dati sono preoccupanti. Dal rapporto Istat sul reddito disponibile delle famiglie nelle regioni italiane nel periodo 2006-2009 risulta che nel 2009 c’è stato un calo del 2,7% del reddito disponibile, che ha segnato così la prima flessione dal 1995. Un calo che non è distribuito in maniera omogenea sul territorio nazionale e che merita un’analisi a parte per la sua rilevanza.
In Umbria la crisi c’è e si rischia di dover passare ancora 3-4 anni prima di uscire da questo terribile tunnel. Ci sono precise responsabilità che chiamano in causa i nostri amministratori, i partiti politici, i dirigenti aziendali ma anche i sindacati. I sindacati fino ad oggi hanno preferito difendere le loro posizioni ideologiche piuttosto che concentrarsi sui precari, sugli atipici, su chi il lavoro rischia di perderlo o non ce l’ha più.
Basti pensare alla Merloni, dove ancora non si vedono spiragli o vie d’uscita nell’immediato e i prossimi incontri rinviano al 24 febbraio. Il protagonismo sindacale che incide sugli esiti delle vertenze aziendali non può più prevalere. Non si può continuare a strumentalizzare vicende economiche con parole d’ordine pseudo politiche come nel caso dell’accordo Fiat. Si discuta legittimamente sulla proposta Marchionne ma non si propongano soluzioni anacronistiche. Così facendo i sindacati non troveranno mai soluzioni adeguate ai lavoratori che operano nel nuovo contesto economico.
I sindacati devono fare autocritica e l’Ugl dell’Umbria ha la forza per misurarsi con questa dura e scomoda verità. La flessibilità è diventata precarietà e la precarietà si è trasformata in perdita della speranza per molti lavoratori che oggi sono privati di prospettive occupazionali, condannati a guadagnare poco e domani condannati a pensioni da fame.
Se lo scenario è così desolante, è anche colpa dei sindacati bloccati in un atteggiamento autoreferenziale e per questo motivo incapaci di costruire una visione per il futuro condivisibile e promettente. Il FMI prevede per l’Europa e quindi per l’Italia un periodo piuttosto lungo di crescita lenta. Gli analisti per raddrizzare la ripresa consigliano non soltanto un approccio focalizzato sugli standard macroeconomici e finanziari ma anche interventi immediati sulla creazione di lavoro e sulla protezione sociale.
L’auspicio allora e l’appello che lancio è che in occasione del primo tavolo convocato dalla Regione sul D.A.P., per l’anno 2011-2013 che si terrà il 7 febbraio, si cambi decisamente passo e che i primi a farlo siano soprattutto i sindacati umbri”.
Segretario regionale Ugl Umbria, Enzo Gaudiosi
3 febbraio 2011
Cannara, caccia al tesoro?
Avv. Fabrizio Gareggia
3 febbraio 2011
Il poliambulatorio di piazzale Europa della Usl 2 non è un bazar
La chiusura della struttura avrebbe infatti comportato un disagio per i cittadini di gran lunga maggiore di quello arrecato dai lavori in corso, perché i cittadini stessi si sarebbero dovuti recare altrove.
Accettiamo la definizione, se si pensa a un bazar come a un luogo molto frequentato – al Poliambulatorio Europa afferiscono giornalmente circa mille persone, diverse per età, sesso, etnia… che esprimono bisogni diversi, a cui gli operatori offrono diverse risposte.
E in questo periodo anche un po’ in “in disordine”, perché – come dice la locandina di cui sono tappezzati le pareti interne della struttura – i locali sono in ristrutturazione; si sta lavorando cioè per rendere il Poliambulatorio più funzionale e più accogliente.
Al primo piano è già da tempo in funzione la nuova sala prelievi, in cui è stata visibilmente migliorata la zona destinata all’attesa e i cui ambulatori sono stati ristrutturati tenendo presenti le esigenze di tutela della privacy e del comfort.
Anche il servizio di senologia ha trovato qui, da circa un anno, nuova collocazione con grande soddisfazione dell’utenza.
Usl 2
3 febbraio 2011
Mai elemosinato dei soldi all’Amministrazione Comunale
2 febbraio 2011
Illuminazione Consolazione, la posizione di PRC
Si parla di illuminazione ma è innegabile che l’iter burocratico mostra molte ombre. Come Rifondazione Comunista ha già avuto modo di affermare pubblicamente la rapidità con cui si è proceduto a dare il via ai lavori, da parte degli organi preposti alla vigilanza ed al controllo, lascia molto a desiderare, soprattutto quando ci sono voluti oltre 14 mesi per redigere le prescrizioni necessarie che anche Baffoni ha citato. Apprendiamo anzi con soddisfazione che la Sovrintendenza contribuirà finanziariamente alla realizzazione dei lavori.
Chi scrive mai ha messo in dubbio la buona fede degli amministratori dell’Etab. Certo è che interventi indiscutibilmente invasivi come quelli posti in essere su un monumento di così tanto valore, consiglierebbero maggiore attenzione da parte di tutti i soggetti coinvolti ivi compresa l’amministrazione comunale che invece continua ad assumere scelte importanti per la città, vedi la vicenda del depuratore o la questione del parcheggio del Mercataccio, senza il coinvolgimento dei diretti interessati.
Un’ultima nota di colore mi sia però consentita: essendo presente alla contestazione organizzata dal comitato posso assicurare che i fischi sono iniziati dopo il termine della cerimonia, proprio per non disturbare chi assisteva le funzioni religiose.
2 febbraio 2011
Dall’Alpi alle Piramidi, i consigli di Federconsumatori dell’Umbria
Infatti è entrata in vigore, voluta fortemente dal Governo, la nuova normativa di Telemarketing che superando la vecchia normativa in cui si poteva essere contattati attraverso elenchi di cittadini che avevano dato il loro benestare (sistema opt-in) oggi con il nuovo sistema (opt-out),coloro che non vogliono essere contattati devono necessariamente richiedere l’iscrizione nel cosiddetto”registro delle opposizioni” e di cui,ripetiamo,non ne è a conoscenza nessuno.
Tutto ciò senza un adeguato periodo transitorio,fondamentale per l’informativa alle famiglie anche alla luce delle esperienze registrate in altre stati della comunità europea,(solo due casi per la verità:Spagna e Regno Unito),che hanno adottato questo sistema e che ha visto la lista delle opposizioni raggiungere dimensioni adeguate solo dopo svariati anni di vigenza di questo sistema.
Ciò è molto grave e si aggiunge alla gravità della decisione di intraprendere questo nuovo e sgangherato sistema,che comporterà fortissimi disagi alle famiglie italiane soprattutto a quelle più anziane.
Ecco perché chiediamo una deroga all’attuazione di questo sistema di alcuni mesi per permettere una capillare informazione al Paese. Inoltre vorremmo capire,e presenteremo esposti in tal senso,come è stato possibile affidare l’incarico di costituire il “registro delle opposizioni” ad una fondazione senza che vi sia stata ,anche qui,una minima informazione su tale affidamento e di cui chiederemo conto sulla correttezza e sul rispetto delle regole per tale operazione.
Naturalmente, nei prossimi giorni oltre contrastare tutto ciò tramite i nostri uffici e sportelli territoriali attiveremo strumenti comunicativi ed informativi per mettere il più possibile al riparo di queste vere e proprie ”molestie telefoniche” le famiglie italiane.
Viaggi in Egitto:Sono moltissimi i cittadini che avevano programmato viaggi in Egitto e che in questi giorni,si stanno rivolgendo alle nostre sedi per sapere come comportarsi.
Ultima richiesta viene da sette cittadini di Spoleto che avevano prenotato una crociera con cinque scali in Egitto ed altri tre nel mediterraneo e che si sono sentiti dire dalla compagnia che eventuale rinuncia al viaggio avrebbe comportato la penale corrispondente a metà del costo previsto.
Inoltre a precisa richiesta di avere un’alternativa si sono visti respingere la proposta.
Invitiamo pertanto i cittadini che si vedessero negare i propri diritti a segnalarcelo immediatamente.
In ogni caso ricordiamo che,per ottenere la consulenza e le informazioni necessarie,sono disponibili gli sportelli di Federconsumatori,oltre alla sede provinciale al numero 075/5069838
Federconsumatori Provinciale Perugia Alessandro Petruzzi
2 febbraio 2011
Illuminazione Consolazione parte III
Dopo aver letto il comunicato, pur avendo ancora delle riserve riguardo la parte inerente la completa acquisizione dei permessi necessari, ne apprezziamo l’apertura al dialogo ed alla discussione civile.
Questo comunicato dà anche ragione a tutti coloro che hanno compreso lo spirito che dovrebbe aleggiare in ogni situazione come questa.
Lo scontro, quando c’è di mezzo , come in questo caso, un bene comune, non paga e perseverare su quella direzione, malgardo tutto, è semplicemente diabolico se non stupido.
Vogliamo precisare che la tanto "vituperata" scelta di fischiare il nostro dissenso all’accensione dell’illuminazione del Tempio, l’8 dicembre 2009, è stata provocata dal semplice fatto che inutilmente si è cercato di chiedere a tutti di fermarsi e di riflettere prima di fare.
Un intervento così importante, su un monumento così rappresentativo, necessitava di una discussione e di una partecipazione completa da parte dell’intera città.
Sicuramente la proprietà è dell’ETAB, ma come giustamente ricorda Baffoni, è patrimonio e "tesoro" dell’intera città, al di là delle divisioni e dell’appartenenze di ognuno.
Se questa linea fosse stata sposata da subito, senza metterci di mezzo l’appartenenza politica, forse oggi saremmo stati a discutere di ben altro, con altri toni e soprattutto avremmo, forse, risparmiato al Tempio della Consolazione quella miriade di traumi ed alla città l’ennesima divisione, di cui, ne siamo tutti certi e consapevoli, non ne ha di certo bisogno.
Comitato "Difendiamo la Consolazione"
2 febbraio 2011
Illuminazione Consolazione: parte II
antecedentemente alle imposizioni della Soprintendenza, per prendere atto delle differenze sostanziali e non minimali come si vuol far credere.
Se si vuole far passare la sconfitta del CDA dell’Etab, e quindi dell’intera Amministrazione Comunale e del Centrodestra, per una quasi vittoria, vada ma a noi di Fiamma non sta bene e ci sembra puerile voler mistificare la verità che è una soltanto: noi tutti abbiamo, per viltà politica, sottostato alle prepotenze della Sinistra che ha avuto la capacità di condizionare la Soprintendenza.
Siamo molto delusi del comportamento acquiescente del Presidente Severi, il quale, prima mette in atto un progetto di illuminazione vantandosi per l’opera ai quattro venti, poi rinnega se stesso, dimenticandosi dei suoi viaggi a Roma con tutta la documentazione per far valere una ragione che aveva e della quale era convinto.
Ci piaceva quando sulla stampa dichiarava che nessuno avrebbe modificato, se non marginalmente, l’illuminazione e ci piace meno oggi con questo atteggiamento pauroso ed allineato e coperto di fronte ad una situazione imposta dalla Sinistra e da una Soprintendenza ligia agli ordini che vengono impartiti da questa fazione politica. Non si elogi la Soprintendenza per la disponibilità di un contributo. Oggi appare così prodiga perché sa benissimo di aver torto e tacita i supini con un contentino.
Tanto per chiarezza e per smentire il Presidente Severi ed il vice Baffoni, queste sono le imposizioni dettate dai “fischiettatori” e quindi dalla Soprintendenza








