Mentre la Presidente della Giunta Regionale, Catiuscia Marini, esprime l’intenzione di ridurre la “filiazione” degli enti, riconducendo tutte le attività pubbliche a quelli previsti dalla Costituzione e dalle leggi nazionali, in Umbra acque si pensa di creare una società sussidiaria a cui corrisponderebbe automaticamente: un nuovo consiglio di amministrazione, direttori e revisori dei conti il cui costo poi ricadrebbe sugli utenti del servizio idrico.
Se questa operazione di “ingegneria” potrebbe essere orientata a trasferire ad una “bad company” le attività che non rendono economicamente, anche se forniscono un servizio all’autenza, e poi abbandonarla al suo destino, la stranezza principale appare essere il silenzio dei Sindaci che per alcuni starebbero vedendo la gestione idrica come un mezzo per far cassa e magari per creare qualche poltrona in più.
La notizia si ricava dall’intervento del capogruppo dell’Idv nel Consiglio Regionale dell’Umbria, Oliviero Dottorini, il quale è intervenuto in merito ad “alcune voci” che darebbero come imminente lo sdoppiamento di Umbra Acque e nel definire tutto ciò “un’operazione ad altissimo rischio di ricadute negative sugli utenti, sui lavoratori e sulla gestione di un bene comune come l’acqua”, auspica che venga bloccata ogni decisione “almeno fino all’insediamento del nuovo Cda”.
Dottorini giudica anche “inaccettabili nuovi aumenti delle bollette quando i bilanci registrano utili costanti”.
La fretta dei vertici di sancire lo sdoppiamento – spiega l’esponente dell’Idv – è quanto meno sospetta e a noi fa pensare che a rimetterci saranno ancora una volta gli interessi della collettività”.
”Già ora Perugia – continua Dottorini – secondo i dati dell’Osservatorio ‘Prezzi e Mercati’ di Indis relativi al 2009, si posiziona ai vertici nazionali quanto alle tariffe sull’acqua. Adesso, con la decisione di sdoppiare la società trasferendo alla nuova azienda le sedi, il parco macchine e la gestione di servizi come il laboratorio analisi, l’ufficio progetti e il call center, si avrebbe l’effetto di aggravare i costi del servizio idrico che sarebbero riversati ancora una volta sulle bollette dei cittadini. Inoltre – va avanti l’esponente dell’Idv – sembra che i bilanci di Umbra Acque continuino ad essere in attivo: nel 2009 il bilancio ha registrato un utile di circa 1 milione e 800mila euro, mentre pare che il bilancio 2010 chiuda addirittura a più 2 milioni di euro. Non si capisce quindi la necessità di continui aumenti delle bollette. I cittadini – rimarca – dovrebbero pagare per la fornitura di un servizio e non per garantire profitti così elevati a soggetti privati che dovrebbero invece preoccuparsi di rendere più efficiente la rete idrica e meno frequenti le esternalizzazioni dei servizi”.
Per questo – conclude – chiediamo che i Comuni che fanno parte della società facciano sentire la propria voce, visto che detengono la quota di maggioranza dell’azienda. Occorre bloccare questa operazione e rimandare ogni eventuale decisione a quando sarà in carica il nuovo consiglio d’amministrazione”.