Il dato che più preoccupa, come ha sottolineato Gianluca Rossi, Assessore allo Sviluppo economico della Regione Umbria, per il futuro dell’economia umbra è che il 60% dei titolari delle PMI sono “stanchi” ed assolutamente non aperti all’innovazione.
Vivono di “rendita” sulla base delle conoscenze ed abitudini acquisite, ma sembrano ritenere che il mondo si sia fermato o sia ristretto nelle mura che circondano le loro imprese.
Questo risulta da una indagine della CNA provinciale di Perugia.
Nell’analisi sono state coinvolte 600 imprese operanti nei diversi settori produttivi (meccanica, tessile, agroalimentare, artigianato artistico, autotrasporto, edilizia, impiantisti, grafica, acconciatori ed estetica, pizzeria e forni e fotografi) e localizzate in 8 ambiti territoriali (Perugia/Bastia Umbra, Spoleto/Foligno, Città di Castello/Umbertide, Lago Trasimeno, Todi/Marsciano/Deruta, Gubbio/Gualdo Tadino, Terni, Orvieto).
Nell’individuazione del campione si è tenuto conto anche della dimensione aziendale in base agli addetti (da 0 a 9, da 10 a 20, da 21 a 49 e oltre 50 addetti) e i dati che emergono sono abbastanza interessanti: solo l’8% delle aziende è stato costretto a licenziare, mentre l’11% prevede di dover licenziare in mancanza di una ripresa economica.
Dai dati, inoltre, emerge che il 70% delle imprese non assumerà, mentre del restante 30% circa la metà delle aziende sicuramente assumerà, l’altra metà probabilmente assumerà. Infine, tra le imprese del campione, fino ad oggi, solo il 24 % ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali.
I settori produttivi in cui si prevedono le maggiori assunzioni sono la meccanica, il tessile, le costruzioni e l’agroalimentare.
In riferimento al settore delle costruzioni, i dati peggiorano se scorporiamo le assunzioni degli operai stagionali, d’altra parte vi è una certa vitalità nel settore degli impianti ricollegabile allo sviluppo dell’utilizzo delle energie rinnovabili (fotovoltaico, solare, ecc.).
I territori in cui sono attese le maggiori assunzioni sono Foligno/Spoleto, Perugia/Bastia Umbra, Città di Castello/Umbertide.
Le principale figure professionali richieste sono operai generici e specializzati, periti industriali e meccanici, addetti marketing e al commerciale, maglieriste e cucitrici, grafici e tipografi, falegnami e parrucchieri. In riferimento ai fabbisogni formativi delle aziende emerge la necessità di organizzare corsi di formazione specifici per i diversi settori produttivi, ma alcune esigenze sono comuni a tutte le imprese e consistono nella necessità di acquisire competenze in riferimento al controllo di gestione, marketing e comunicazione e costruzione di reti commerciali. Figure professionali che, appunto, sottolineano la necessità per le aziende e le istituzioni di investire sulla formazione professionale.
“Bisogna lavorare per migliorare le sinergie tra imprese e mondo del lavoro”, ha puntualizzato Donatella Porzi, Assessore alla Pubblica istruzione della Provincia di Perugia, titolare da una settimana delle deleghe all’istruzione.
“Bisogna potenziare i percorsi formativi, a scuola e fuori – ha proseguito – e lavorare al fianco delle famiglie e dei più giovani per aiutarli a scegliere consapevolmente il proprio percorso di studi, tenendo conto delle esigenze e delle potenzialità occupazionali dei territori nei quali vivono”.
Pertanto, ha concluso Roberto Giannangeli, Direttore Provinciale della Cna di Perugia, “uno degli obiettivi su cui lavorare è rappresentato dal rafforzamento e dalla ridefinizione del ruolo svolto dagli istituti tecnici nella nostra regione.
Dall’indagine che abbiamo condotto emerge con chiarezza che il manifatturiero continua a rappresentare il settore trainante per l’economia umbra e che le principali figure professionali richieste da questo settore sono quelle che hanno competenze tecniche.
Il dato meno positivo è che il 3% degli occupati nelle PMI è in possesso di una laurea, da qui l’esigenza di ridefinire il rapporto tra il mondo universitario e il mondo del lavoro e, d’altra parte, il bisogno di individuare percorsi innovativi per facilitare l’inserimento di competenze elevate all’interno delle imprese umbre”.