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L'agricoltura convenzionale rappresenta una grande fonte di emissioni di gas serra (GHG) e di dispersione di molecole chimiche; l'Onu sollecita un ripensamento  
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Nel presentare l’ennesima scoperta in tema di proprietà curative di semplici alimenti di consumo quotidiano avevamo, su questo sito, sottolineato come tali alimenti per funzionare ai fini di una buona salute dovrebbero essere quanto più naturali possibili e soprattutto non contenere composti chimici che potrebbero vanificare i benefici effetti e procurane di malefici.

A conclusioni analoghe è giunto un recente documento dell’UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo) che chiede un cambiamento rapido e significativo da un’agricoltura industriale, basata su monocolture e ad alto impiego di input esterni verso una molteplicità di sistemi produttivi sostenibili. 
I problemi cruciali legati a cambiamento climatico, fame e povertà, disuguaglianza sociale e di genere, salute e nutrizione, e sostenibilità ambientale sono tra loro collegati e devono essere risolti facendo leva sull’agricoltura multifunzionale.

Nel documento si mette in chiara luce come l’agricoltura convenzionale rappresenti una grande fonte di emissioni di gas serra (GHG) e di dispersione di molecole chimiche che i processi di ulteriore industrializzazione della produzione agricola potrebbero rafforzare, mentre una trasformazione orientata alla sostenibilità ambientale potrebbe contribuire a mitigare i cambiamenti climatici in quanto molte delle pratiche si rivelano neutrali per il clima o determinano lo stoccaggio di CO2 nel suolo contribuendo alla mitigazione.

La trasformazione richiesta in agricoltura è però molto più profonda di una semplice messa a punto degli attuali sistemi industriali agricoli. Una sfida fondamentale è quella di alzare notevolmente la produttività degli agricoltori di piccola scala, investendo in questa direzione e generando un effetto moltiplicatore che accompagna gli investimenti diretti e una maggiore quota di spesa totale verso l’acquisto di fattori di produzione di origine locale (quali fertilizzanti organici, biopesticidi, energie rinnovabili).
Anche una seria riforma del commercio internazionale e le politiche di investimento devono accompagnare il processo di conversione ecologica dell’agricoltura, rivedendo anche i sussidi a favore dell’impiego insostenibile di energia fossile, di input chimici e dei trasporti su lunghe distanze.

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