I dati relativi al Progetto «Sentieri» (Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento), evidenziano una situazione di rischio anche in Umbria, a Terni.
Se ne saprà di più nel prossimo convegno «Ambiente e Salute» che si terrà a Roma dall’11 al 13 aprile prossimo.
Sarà un’occasione per parlare ancora di questo Progetto, ci saranno, infatti, due interventi in cui verranno presentati gli obiettivi e i metodi dello studio (da Roberta Piratsu, del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie «Charles Darwin» dell’Università La Sapienza di Roma) e i primi risultati (dal Amerigo Zona dell’Iss).
Se ne saprà di più nel prossimo convegno «Ambiente e Salute» che si terrà a Roma dall’11 al 13 aprile prossimo.
Sarà un’occasione per parlare ancora di questo Progetto, ci saranno, infatti, due interventi in cui verranno presentati gli obiettivi e i metodi dello studio (da Roberta Piratsu, del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie «Charles Darwin» dell’Università La Sapienza di Roma) e i primi risultati (dal Amerigo Zona dell’Iss).
Il progetto si propone di illustrare le fonti di inquinamento ambientale nei siti italiani contaminati e che risultano a maggior rischio tumori, e di conseguenza descrivere lo stato di salute delle popolazioni. Allo studio hanno collaborato esperti dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), dell’Iss (Istituto superiore della Sanità) e dell’Università la Sapienza di Roma.
Nell’ambito dello studio, sono stati mappati 44 siti d’interesse nazionale (Sin) nei quali esistono 295 comuni, 5.534.492 abitanti, circa il 10% del totale della popolazione italiana al censimento 2001. Di questi siti 21 al nord, 15 al sud e 8 al centro.
I diversi Sin hanno estensioni diverse, alcuni siti delimitano un solo comune, altri comprendono più comuni.
Tali siti d’interesse nazionale (in quanto sottoposti a messa in sicurezza di emergenza, bonifica, ripristino ambientale e attività di monitoraggio) sono stati classificati in base alla presenza di una o più delle seguenti pressioni antropiche: impianti di produzione e/o uso di sostanze chimiche (C), impianti petrolchimici e/o raffinerie (P/R), centrali termoelettriche (CE), industrie siderurgiche (S), amianto e altre fibre minerali (A), aree portuali (AP), miniere e cave (MC), discariche (D) e inceneritori (I).
Dagli studi che si stanno facendo per i Sin, le statistiche dimostrano che in questi punti si registrano casi di tumore maggiori che in altre zone, con una differenziazione di incidenza dei vari tipi di tumore anche tra uomini e donne.
Nell’ambito dello studio, sono stati mappati 44 siti d’interesse nazionale (Sin) nei quali esistono 295 comuni, 5.534.492 abitanti, circa il 10% del totale della popolazione italiana al censimento 2001. Di questi siti 21 al nord, 15 al sud e 8 al centro.
I diversi Sin hanno estensioni diverse, alcuni siti delimitano un solo comune, altri comprendono più comuni.
Tali siti d’interesse nazionale (in quanto sottoposti a messa in sicurezza di emergenza, bonifica, ripristino ambientale e attività di monitoraggio) sono stati classificati in base alla presenza di una o più delle seguenti pressioni antropiche: impianti di produzione e/o uso di sostanze chimiche (C), impianti petrolchimici e/o raffinerie (P/R), centrali termoelettriche (CE), industrie siderurgiche (S), amianto e altre fibre minerali (A), aree portuali (AP), miniere e cave (MC), discariche (D) e inceneritori (I).
Dagli studi che si stanno facendo per i Sin, le statistiche dimostrano che in questi punti si registrano casi di tumore maggiori che in altre zone, con una differenziazione di incidenza dei vari tipi di tumore anche tra uomini e donne.