Farà tappa domani a Perugia la campagna itinerante "Cu.p.i.do. – Cura previeni il dolore", nata con l’obiettivo di informare e sensibilizzare la popolazione sul tema della sofferenza inutile, ponendo in contatto diretto i cittadini con i clinici che operano sul territorio.
Promosso dall’associazione pazienti "Vivere senza dolore", con il patrocinio del ministero della Salute e un grant incondizionato di Mundipharma, il tour toccherà le principali piazze di 13 città italiane, fino al 31 maggio: 13 giornate che prevedono anche momenti di incontro e dibattito tra istituzioni, comunità medica, media e associazioni di cittadini, chiamati a confrontarsi sul dolore cronico, alla luce dei punti di forza e delle problematiche delle diverse realtà regionali.
Prima tappa è stata nel Lazio, dove i pazienti con dolore cronico sono 1,5 milioni, ma il consumo pro-capite di farmaci oppioidi non supera la spesa di 0,44 centesimi di euro.
Il dolore cronico, quella sofferenza che perdura nel tempo fino a minare il benessere psico-fisico della persona, rappresenta un problema con implicazioni non solo cliniche ma anche culturali, etiche e sociali.
"Alcuni mesi fa, in collaborazione con la Commissione ministeriale terapia del dolore e cure palliative, abbiamo condotto un’indagine su oltre 1.600 pazienti di tutta Italia – ha detto Marta Gentili, presidente dell’associazione Vivere senza dolore -. Ne é emerso un notevole divario tra Nord, Centro, Sud e Isole, per quanto riguarda la presenza di centri specialistici e per il livello di sensibilizzazione dei clinici e dei malati.
Il 26% dei pazienti ha atteso oltre 3 mesi dalla comparsa del dolore, prima di recarsi dal medico; spesso, inoltre, chi soffriva era disorientato e non sapeva a quali strutture rivolgersi, specie se viveva al meridione o nelle isole.
Da qui la decisione di promuovere una campagna informativa itinerante: vogliamo far capire ai cittadini che il dolore cronico é una vera malattia, che esistono centri specializzati in grado di curarla e che oggi, grazie alla Legge 38, ogni paziente ha diritto a un’assistenza di qualità, ovunque viva in Italia.
Nessuno deve più rassegnarsi a convivere con la propria sofferenza".
Nonostante la nuova legge ne abbia semplificato l’accesso, l’impiego di analgesici oppioidi in Italia é ancora limitato e diffuso a macchia di leopardo, per il permanere di evidenti pregiudizi mentre presso ospedali europei, c’è un’attenzione prioritaria al dolore, mettendo in atto tutti i presidi a disposizione, incluso il ricorso a terapie serie a base di farmaci oppioidi, per far vivere meglio i pazienti