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1 giugno 2011

30 maggio 2011
Il depuratore e la villa romana di Porchiano

Da tempo il Comitato per la salvaguardia dell’ambiente denunciava come un grave errore l’individuazione, da parte dell’amministrazione comunale di Todi, del sito di Porchiano per la realizzazione del grande depuratore necessario alla città. Cementificare e destinare alla depurazione delle acque un luogo di elevato valore ambientale e naturalistico, immerso in un paesaggio di straordinaria bellezza, con tracce di resti di carattere archeologico, sembrava agli occhi di tutti una scelta dannosa, perdente, antieconomica. Sarebbe stato molto meglio, proponeva il comitato,  ripartire dalle scelte deliberate dal consiglio comunale nel 2006  che indicava di risistemare  a norma  alcune di quelle 8 aree già presenti nel territorio, ormai compromesse, invece che  violentare con 17 km di condutture tutto il territorio e“sacrificare” un’ulteriore area di pregio.
Il Comune di Todi ed Umbria Acque hanno invece perseverato nella decisione ormai presa, senza voler attivare alcun confronto. Il risultato? Un disastro archeologico, se si persevera nella costruzione. I sondaggi attualmente in corso a cura della Soprintendenza Archeologica dell’Umbria hanno messo in evidenza la presenza di una vasta area di strutture antiche, la cui importanza è innegabile. Ci chiediamo a questo punto, mentre proseguono gli scavi, se l’amministrazione comunale di Todi non farebbe meglio ad ammettere il proprio errore, a bloccare i lavori e ad individuare un altro sito. Ci stupisce ancora di più il disinteresse del Comune per i beni archeologici presenti nel suo territorio se pensiamo che assessore alla cultura è proprio una professoressa di archeologia dell’Università di Perugia, Margherita Bergamini. Riteniamo che l’assessore Bergamini e la giunta tutta dovrebbero mostrare un po’ di sensibilità per la difesa dei beni archeologici e la storia di Todi. Riteniamo che sia giunto finalmente il momento di vedere il territorio come una risorsa da tutelare e valorizzare e non da sprecare in questo modo.
Chiediamo, dunque,  di individuare un nuovo sito per la realizzazione del depuratore nell’ottica di non deturpare il nostro bellissimo territorio ulteriormente.
Invitiamo tutti i cittadini  gli amministratori e il consiglio comunale in primis a visitare il sito di Porchiano in modo da rendersi conto del valore archeologico del ritrovamento; si tratta infatti, probabilmente, di una villa romana che, per ora, si estende su una superficie di 2/300 metri e che continuando con gli scavi non si sa quanto potrebbe essere estesa. 
Sel Todi
 

28 maggio 2011
Todifiorita, rotonde cementate, fiori strappate e maledizioni

In questi giorni Todi ospita la manifestazione “Todifiorita”. Le piazze, le vie, i giardini della città si riempiono di piante e fiori. Ben vengano manifestazioni di questo genere, sebbene sia inevitabile pensare al loro carattere effimero, al fatto che la Città, smontati gli stand e gli addobbi floreali, torni per il resto dell’anno quella che è, trasandata, sporca, con l’erba alta nelle aiuole, lungo le strade, negli spazi pubblici. Per non parlare di iniziative chiaramente in contrasto con questa cultura del verde, mi riferisco ad esempio alla cementificazione operata negli ultimi mesi dal Comune di Todi di molte isole spartitraffico presenti in corrispondenza di incroci: se in Comuni anche vicini (vedi Marsciano) queste sono ben tenute, con il prato rasato e qualche fiore, spesso arricchite da sculture, a Todi, nell’incapacità di curare il taglio periodico dell’erba, si è preferito rimuoverne la terra e al suo posto farci una soletta di calcestruzzo.
C’è però un altro fatto che vorrei segnalare, anch’esso in contrasto con lo spirito della manifestazione “Todifiorita”. E’ un altro brutto segnale che in questi giorni manda la Città, sebbene in questo caso non ci siano responsabilità pubbliche ma quelle personali di un privato. Il fatto è questo. Nel rione dove abito, il proprietario di uno dei giardini privati che saranno aperti al pubblico durante le visite guidate promosse dagli organizzatori, in seguito al furto di una piantina collocata in un vaso posto sopra una panca davanti alla propria abitazione, ha ritenuto di esporre questo cartello: “AUGURO UNO SCHIFOSO CANCRO AL LURIDO LADRO DELLA PIANTA CHE ERA QUI INTERRATA”. Ho sempre pensato che chi ami il verde, i fiori, i profumi che emanano, ami la natura e più in generale la vita. Ed invece registro che in nome di una piantina di pochi euro di valore si possa arrivare a tanto odio, ad usare simili aggettivi, ad augurare un cancro perfino. Io la penso diversamente, se la piantina fosse stata rubata a me, agli autori del furto avrei rivolto una parolaccia e niente più. Sulla salute non si scherza, al proprio maggior nemico non si augura neppure un’influenza.
Massimo Rocchi Bilancini

28 maggio 2011
Orsini torna sulla viabilità massetana

Ho ricevuto risposta alla nota 28/4/2011 e ringrazio per la sollecitudine ma vorrei precisare le motivazioni della mia comunicazione alla Provincia di Perugia, riferita sia alla sua competenza funzionale che alle sue attribuzioni istituzionali di ente territoriale sovracomunale.
Il tratto del Diverticolo Antico della Via Flaminia da Ponte Fonnaia alla Pace è parallelo alla Strada dei Monti Martani e la interseca in località Macellaccio, nei pressi del complesso di Santa Maria in Pantano, ed è pertanto necessario che gli interventi di miglioramento della viabilità, della tutela ambientale e della qualità architettonico-paesaggistica siano inserite in uno specifico piano sia a livello tecnico e scientifico che economico ed amministrativo, piano coordinato ed interdipendente mediante conferenze di servizio.
In particolare, si ribadisce la necessità di attuare la variante già progettata per la messa in sicurezza della zona antistante alla Chiesa di Santa Maria in Pantano e la piena valorizzazione del sito archeologico dell’antico Vicus Martis, variante che deve tener conto dei rapporti di correlazione con la strada comunale Flaminia Vecchia che costeggia il sito ed interseca la strada provinciale in corrispondenza con la strada comunale per Montignano.
Questa necessità d’intervento coordinato si pone sotto il profilo idrogeologico per la presenza nell’area di falde idriche superficiali e di un sistema di regimazione delle acque superficiali.
Propongo pertanto la convocazione entro la prossima estate di una conferenza di servizi con la partecipazione di rappresentanti delle Frazioni e delle istanze civili interessati per il rilancio delle iniziative e l’avvio effettivo della loro realizzazione.
Renato Domenico Orsini

27 maggio 2011
Solidarietà e pieno appoggio a Rometti
 

Esprimo solidarietà e pieno appoggio all’azione dell’Assessore regionale all’Ambiente Silvano Rometti. Le critiche rivolte all’Assessore da parte del capogruppo Idv in Consiglio regionale sulla centrale Enel di Gualdo Cattaneo rappresentano uscite estemporanee che rendono sempre più difficili i livelli di mediazione sulle tematiche cruciali come quelle dello sviluppo e della difesa dell’ambiente e dell’occupazione. Le culture estremiste ed i particolarismi non aiutano il centro sinistra a costruire un’azione di governo affidabile nell’interesse della collettività.
La green economy non ha alternative, è una strada obbligata per l’Umbria. È necessario che il centro sinistra ribadisca con forza e decisione il suo "no" al nucleare e rilanci con determinazione la sua azione di governo per sostenere la produzione di energia da fonti rinnovabili in modo da raggiungere l’obiettivo indicato dalla strategia Ue "20-20-20" che prevede entro il 2020 il taglio delle emissioni di gas serra del 20%, la riduzione del consumo di energia del 20% ed il 20% del consumo energetico totale europeo generato da fonti rinnovabili. È un obiettivo ambizioso, difficile da raggiungere per tutti, soprattutto se il centro sinistra, che ha fatto una scelta netta contro il nucleare, non si schiera a votare compatto "si" al referendum del 12 e 13 giugno. Invece di aiutare la comunità locale e nazionale a raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione Europea, con la presa di posizione di oggi si fa un’offesa alla politica.
Pertanto rinnovo la mia fiducia e il pieno sostegno all’Assessore regionale Rometti nella sua azione di governo, dura e indispensabile, condotta dentro una fase di crisi economica e di profondo cambiamento dell’organizzazione del lavoro a livello regionale. L’Assessore vada avanti con determinazione nell’interesse generale dell’Umbria e di quello di tanti giovani lavoratori che si aspettano molto dallo sviluppo della green economy nella nostra regione.
Il Consigliere regionale Gianfranco Chiacchieroni



26 maggio 2011
Ancora sulla piscina comunale e sugli scavi a Santa Maria in Pantano di Massa Martana

Il Popolo della Libertà Massa Martana replica alle ultime affermazioni, del PD massetano, fatte sulla piscina comunale ribadendo che:
Mantenere una piscina  senza alcun tipo di manutenzione durante il periodo invernale, contravvenendo cosi alle più elementari norme di salvaguardia del bene e definire la vicenda un chiaro successo, significa prendere in giro se stessi!
Chi pagherà i danni subiti dall’impianto? La risposta è semplice…purtroppo, ad un mancato controllo dell’Amministrazione, saranno i cittadini a pagarne le spese!
La minaccia di revoca del contratto con la ditta che gestiva l’impianto, intrapreso dall’Amministrazione con forte ritardo (aprile 2010), era logico che fosse finalizzata quantomeno ad un minimo accordo tra le parti! Se fosse stato rescisso con maggio ormai alle porte la piscina in estate non avrebbe mai aperto! Questo evidenzia il solito ritardo da parte di chi ci amministra nello affrontare i problemi!
 I documenti citati nel comunicato potevano essere resi pubblici già nel mese di gennaio quando si è sollevato il problema  della piscina, perché non è stato fatto? Agire nell’ombra, con una concezione “carbonara” dell’amministrazione “per non disturbare il manovratore”, informando invece i cittadini soltanto su frivolezze come l’invasione dei ragnetti rossi (vedi informativa alla cittadinanza sul sito del Comune) ci sembra un modo di operare molto bizzarro!
L’assenza di un’azione generale di controllo da parte dell’Amministrazione Bruscolotti è ormai evidente, oltre al caso piscina comunale possiamo fare anche un altro esempio.
Gli scavi archeologici di Santa Maria in Pantano, definiti dal Sindaco in più occasioni tra i più importanti in Umbria e una delle peculiarità turistiche del nostro territorio,  sono stati lasciati dall’estate scorsa in uno stato di completo abbandono diventando un vergognoso “serpaio”!!!
In sostanza, come maggior forza politica del territorio, intendiamo precisare che a noi non interessa prendere meriti, ma salvaguardare i beni pubblici comunali, nel rispetto dei concittadini che ne possono usufruire e che soprattutto li pagano con le tasse!
I Coordinatori Comunali PdL Massa Martana

24 maggio 2010
Grazie Sindaco Todini

I genitori dei bambini che frequentano l’asilo nido Gianni Rodari di Via
Orvietana ringraziano il sindaco per la disponibilità dimostrata nel
sostituire, seppur a tempo parziale e determinato, l’educatrice dell’asilo nido
riconosciuta non idonea al servizio.
Siamo inoltre lieti di aver appreso "l’intenzione dell’amministrazione…di
mantenere l’alta qualità e professionalità del nido". La nostra scelta di
mandare i nostri bambini in questo asilo non è stata solo logistica, anzi, è
dovuta alla consapevolezza e tranquillità di poter inserire i nostri figli in
una "struttura al servizio dei bambini". Il Comune ha per anni investito, con
risorse umane e finanziarie, in una struttura che è ora diventata un fiore all’
occhiello dell’intera Regione, che si è vista promotrice di incontri genitori-
educatrici sul tema dell’educazione emotiva dei bambini e è stata il cardine di
un volume di approfondimento sulle tecniche e i risultati di apprendimento
ottenuti dalle educatrici sui bambini nel corso degli anni.
Quindi, pur consapevoli delle difficoltà finanziarie comunali, ci auguriamo
fortemente che l’amministrazione (così come ha fatto fino ad ora) voglia
impegnarsi nel proseguire a sostenere una gestione unicamente pubblica dell’
asilo Gianni Rodari, per così continuare a garantire agli utenti l’alto livello
educativo di cui è portatrice.
Una risposta indiretta, peraltro, la troviamo già nella pubblicazione del
bando per le iscrizioni al prossimo anno scolastico, in cui non si fa menzione
di alcuna modifica. Ci congraturiamo per la scelta lungimirante dell’
amministrazione: investire nei nostri figli per credere, anche nelle
difficoltà, in un futuro migliore.
I genitori

21 maggio 2011
L’ex sindaco Ottavio Nulli Pero sulla "questione ospedaliera"

In questi giorni ho seguito discussioni, elogi e polemiche sul nuovo ospedale di Pantalla.  Francamente mi pare che la discussione si sia concentrata troppo sulle polemiche e troppo poco sui veri problemi. Anche se so che sarebbe bene tacere, almeno per ora, per poi scrivere usando il senno del poi; preferisco “ osare prima” piuttosto che recriminare poi.
Tralascio ogni polemica per pormi  qualche domanda su aspetti che mi hanno colpito perché riverberano i loro effetti sui servizi offerti al cittadino.
Premetto che non sono tra quelli che danno un grandissimo valore al contenitore, perché preferisco  privilegiare il contenuto.
Ed allora mi sorprende il fatto che fino a qualche giorno fa si parlava ad alta voce dello spostamento dei servizi territoriali dalla sede attuale a quella dell’Ospedale che si sta  dismettendo, ma in questa direzione non si vede muovere nulla. Anzi sembrerebbe di capire il contrario.
In sintesi sul riutilizzo della ormai ex struttura ospedaliera non mi pare che i fatti seguano le parole.
Le dichiarazioni, di diniego, rilasciate dal dott. Legato in risposta ad una aspettativa dell’AVIS in merito ad un punto di prelievo del sangue da lasciare a Todi ed a Marsciano, non incoraggiano certamente “i donatori”ai quali dovrebbe andare comunque un forte ringraziamento.
Da quando ho potuto apprendere, ”in merito alla riorganizzazione del “servizio di Guardia medica” e dalla nuova e diversa definizione territoriale di competenza  mi pare si possa concludere che il servizio non sarà certamente  migliore.
E su questo vale sicuramente la pena di impuntarsi.  Quanto il servizio sia util (pur tra qualche carenza registrata) lo sa  solo chi sfortunatamente ne ha avuto bisogno. Spero che i medici (tutti) abbiano uno scatto di orgoglio, assumendo anche tutte le  iniziative che riterranno opportune perché venga garantito un servizio puntuale efficace ed apprezzato.  Avrebbero sicuramente il  sostegno della popolazione.
Pare che per il “punto nascita” ci siano difficoltà sin dall’avvio (per le limitazioni che pone la legislazione nazionale).
Dire che ci saranno cinque sale operatorie senza specificare  con quali professionalità e per quali interventi verranno impiegate mi pare troppo poco.
Dire che sia il più grosso investimento del secolo  solo rapportandolo alla spesa, non rappresenta in se, la giustezza della scelta.
Alienare l’immobile dell’ex Ospedale, che  rappresenta un pezzo di “storia della città” ed il simbolo del  baricentro dei bisogni sanitari anche rispetto ai Comuni limitrofi  non può essere motivo di soddisfazione. Se lo si deve subire occorre riconoscere che è sicuramente una “pillola” amara.
Mi pare poi difficile spiegare all’Università perché non dovrebbe alienare "l’edificio in via Ciuffelli” anziché cercare di valorizzarlo come una reale risorse culturale della città.  Insomma pur volendo apprezzare la realizzazione del nuovo Ospedale, mi pare che il quadro complessivo, debba far ragionare sui problemi che rimangono aperti prima che alcune scelte diventino "irreversibili”.
Quanto rappresentato vuole essere solo un contributo alla discussione sui servizi sanitari che sicuramente non finirà con l’inaugurazione. Anzi sono certo che i favorevoli, gli scettici ed i contrari per principio,  dopo si potranno contare meglio.
Ottavio Nulli Pero

21 maggio 2011
A scuola di bugie

La scuola pubblica cambia. Deve cambiare. Ce lo continuano a ripetere in molti. Forse in troppi. Dobbiamo adeguarci a standards internazionali, dicono. Come far le nozze con i fichi secchi. E stando ben attenti a non penalizzare la scuola privata e confessionale, che continua a proliferare anche grazie ai soldi pubblici. Soldi che però non ci sono più da tempo per la scuola statale.
Tagliare e misurare. Sembra uno slogan da sarta,  eppure è diventato il mantra ministeriale.
Ed eccoci allora al ruolo dell’ INVALSI, organismo che avrebbe proprio il compito di monitorare e valutare il sistema scolastico attraverso prove standardizzate. Prove che dovrebbero essere ufficialmente anonime.
Ma il condizionale è d’obbligo.
Nei giorni scorsi si sono infatti tenute le prove di valutazione 2010/11. Come temuto da molti studenti, che  hanno messo in atto in qualche caso veri e propri boicottaggi, la prova è stata tutt’altro che anonima grazie ad un codice univoco e riconducibile all’identità dell’alunno presente sul modulo del test somministrato.
Creando così un vero e proprio caso di violazione della privacy attraverso domande tese ad accertare origini, condizioni di vita e situazioni familiari degli studenti interessati.
Qualcuno ha allora provato a difendersi mentendo e inventando origini cinesi e lingue ostrogote parlate abitualmente. Legittima difesa direi.
Ma quei soldi, così mal spesi, non avremmo potuto integrarli più proficuamente nei magri bilanci dei nostri sempre più fatiscenti istituti scolastici?
Roberto Celani – scritture di confine

21 maggio 2011
Patente a punti: sentenza della Cassazione

Importante ordinanza della Cassazione in tema di patente a punti ed omessa comunicazione dei dati del conducente, quella emessa il 20 maggio 2011.
Secondo la  seconda sezione civile della Suprema Corte, infatti, se la notifica del verbale per la contestazione principale avviene oltre il termine massimo previsto dalla data della infrazione, che come è noto è stato ridotto a 90 giorni, l’amministrazione procedente non può poi pretendere che il pagamento della sanzione successiva in caso di omessa comunicazione dei dati del conducente del veicolo individuato nella prima rilevazione. Questo anche se l’infrazione relativa all’omessa comunicazione è sempre oggetto di verbale diverso da quello riguardante la violazione principale.
Come è noto, infatti, il Codice della Strada prevede un termine perentorio per la contestazione delle violazioni del codice della strada che è individuato dall’articolo 201 Cds e stabilito in novanta giorni e quindi la notifica tardiva del verbale rende tardiva la contestazione. Peraltro, per alcune sanzioni specifiche è previsto l’obbligo per il proprietario del veicolo di comunicare entro sessanta giorni dalla notifica, il soggetto che si trovava materialmente alla guida. In caso di omessa comunicazione è stabilita un’altra multa.
Gli ermellini, hanno però sottolineato che la pretesa dell’ente accertatore, non può estendersi indeterminatamente: nel caso in cui la notifica della violazione principale sia avvenuta fuori oltre il termine indicato, il verbale per la mancata indicazione dei dati del trasgressore deve essere dichiarata illegittima.
In virtù di un principio logico, oltreché giuridico, infatti, non si può pretendere che il proprietario del veicolo a distanza di molto tempo dall’infrazione contestata conservi il ricordo preciso di chi fosse alla guida dell’auto multata.
Ma la Suprema Corte si spinge oltre è stabilisce che non è necessario che il primo verbale, pure notificato tardivamente, non sia stato poi opposto. Può, quindi, essere impugnato autonomamente il verbale della sanzione successiva di cui all’articolo 126 Cds bis.
Secondo i giudici di piazza Cavour, infatti, le due violazioni sono vincolate l’una all’altra e la notifica in ritardo del primo verbale rende illegittima la seconda sanzione.
Giovanni D’Agata -“Sportello dei Diritti”

21 maggio 2011
Le biomasse da bruciare nella centrale di Bastardo

Negli ultimi mesi hanno iniziato a circolare notizie alquanto preoccupanti circa il futuro della centrale a carbone di Ponte di Ferro.
Da un lato il gestore ha annunciato la chiusura del carbonile di Ancona, per cui finalmente la prospettiva di una riconversione dell’impianto verso le energie rinnovabili ed ecosostenibili è diventata reale.
Da un altro, però, politici, sindacati confederali ed autotrasportatori si oppongono a tutto ciò in quanto vedono minacciati gli interessi di alcune consorterie affaristiche che da 40 anni hanno ancorato questo territorio al passato, ad una sorta di medioevo industriale senza futuro (basta guardare lo sviluppo dei Comuni limitrofi per rendersi conto delle opportunità che questo territorio continua a perdere grazie alla persistenza dell’unico impianto a carbone in Italia situato nell’entroterra).
La tanto declamata "autosufficienza energetica" non è che una BALLA strumentale, in quanto sappiamo bene che l’energia prodotta a Gualdo Cattaneo non è mai stata consumata sul territorio, ne’ tantomeno gli abitanti del comprensorio hanno mai avuto alcun beneficio pratico (sconti in bolletta, investimenti sul territorio, etc.) derivante dalla presenza dell’impianto.
Ora qualcuno sta tornando alla carica con le " biomasse", e tanto più si dimostra con autorevoli dati alla mano che le biomase sono soltanto un bluff, una cosa senza prospettiva, un pretesto per bruciare qualcos’altro (grazie ad una legge fatta da Bersani nel 2003, la n. 387 ), tanto più questi insistono nel tentativo di voler far inghiottire la pillola amara alla cittadinanza con il solito spauracchio del ricatto occupazionale.
L’assessore socialista all’Ambiente, Silvano Rometti dice "..non possiamo far morire il polo energetico…".
Allora facciamo morire il territorio, continuando ad inquinarlo con le emissioni dell’ unica centrale d’Italia situata in fondo ad una valle( ricordiamo che il carbone contiene 67 sostanze inquinanti di cui ben 23 riconosciute come cancerogene).
Facciamo morire il prodotto tipico agroalimentare del luogo:non basteranno le messe in scena presso la "centrale aperta" per far credere alla gente che agricoltura di pregio e carbone o altre schifezze possano convivere. Tantopiù che, questa volta, la "biomassa" si vorrebbe ricavare da un’erba notoriamente infestante come la volgarmente detta " canna di fosso". Ma CHI VOGLIONO PRENDERE IN GIRO?
Questa gente se la deve piantare di ripetere le stesse BALLE con cui da 40 anni giustifica uno stato di cose che arreca danno al territorio e ai suoi abitanti.
NON PERMETTERMO L’ENNESIMO SCEMPIO DELLA NOSTRA TERRA.
SIAMO PRONTI ALLA MOBILITAZIONE.
 Cittadini Uniti per il Territorio – Comitato per l’ambiente – Galdo Cattaneo


20 maggio 2011
Tutto il centrosinistra di Todi festeggia il nuovo ospedale di Pantalla

Alla vigilia dell’inaugurazione del nuovo Ospedale comprensoriale della Media Valle del Tevere, le segreterie tuderti di: Partito Democratico, Partito Socialista Italiano, Movimento Repubblicani Europei, Sinistra Ecologia e Libertà, Italia dei Valori, Partito della Rifondazione Comunista intendono esprimere grande soddisfazione per il completamento dei lavori e l’apertura della nuova struttura ospedaliera di Pantalla.
Intendono ringraziare tutte le istituzioni coinvolte, ad iniziare dalla Regione Umbria, per il lodevole lavoro compiuto e per aver portato a compimento in appena quattro anni un’opera dai grandi numeri e dalle grandi potenzialità: 22.000 metri quadri di superficie, 130 posti letto, 310 operatori sanitari, 5 sale operatorie, tecnologie di ultima generazione.
La realizzazione della nuova struttura ospedaliera di Pantalla segna una svolta epocale per la sanità dell’intero comprensorio e rende merito alla lungimiranza politica di chi ha creduto e voluto questa opera fin dal primo momento. I cittadini della Media Valle del Tevere possono oggi contare su una sanità efficiente e rinnovata, grazie alle scelte di chi ha saputo guardare lontano e lavorare per il bene ed il progresso della collettività.
Nel nuovo Ospedale verranno infatti attivati, oltre quelli già presenti nei due nosocomi di Todi e Marsciano, nuovi servizi per la tutela della salute dei cittadini, potendo contare anche su nuove professionalità.
Le segreterie tuderti dei partiti del centrosinistra invitano tutti i cittadini a visitare nel prossimo fine settimana la nuova struttura di Pantalla per poter cogliere pienamente l’importanza del lavoro realizzato.
Le segreterie tuderti di Pd, Psi, Mre, Sel, Idv, Prc

20 maggio 2011
Giancarlo Castrini  tra vecchio e nuovo ospedale

Apprendo dalla stampa del prossimo consiglio comunale di venerdì 20 maggio, il dibattito  si incentrerà sul futuro dell’ex ospedale di Todi.  Mi congratulo con il Presidente Pizzichini e con i capigruppo per aver voluto con forza il suo svolgimento e anche la presenza del Dott. Legato. Gioia mista a soddisfazione per veder realizzato un sogno, l’inaugurazione del nuovo ospedale a Pantalla sabato 21 maggio. Ringrazio tutti quelli che si sono adoperati per il raggiungimento dello stesso. Però da ex consigliere comunale e oramai da cittadino credo che dal consiglio comunale di venerdi’ emergano delle risposte chiare e concrete, cioè quello che le innumerevoli persone aspettano di sapere, se alcuni servizi saranno mantenuti all’ex ospedale. Punto primo: il pronto soccorso rimane? Se rimane con quale potenziale di operatori? Secondo: sapere se il punto analisi rimane. Tale servizio, infatti, è di fondamentale importanza soprattutto per i tanti cittadini che soffrendo di particolari malattie hanno la necessità di usufruirne spesso, con attenzione alle fasce più anziane. Questi sono quesiti che le persone incontrandole tutti i giorni si domandano, spero con immenso piacere che dal consiglio escano risposte certe. Inoltre l’apertura del nuovo ospedale determinerà lo svuotamento dell’attuale struttura. Bene ha fatto il Presidente Prosperi a sottolineare la difficoltà in cui verseranno i commercianti della zona e non solo. A tal proposito l’impegno siglato dalla Presidente Marini, dal Direttore Legato e dal Sindaco Ruggiano, garantisce la possibilità di recuperare quegli spazi a nuovi servizi socio sanitari. Tale accordo certamente positivo deve però attivarsi al più presto possibile. Il Consiglio Comunale sarà certamente l’occasione per capire i tempi e i modi con cui rassicurare gli operatori economici e i cittadini tutti. Concludo, ricordando,  che per ottenere l’urgenza ed emergenza, nel lontano 1990, Antonio Pinotti è stato una settimana all’interno del consiglio regionale in segno di protesta con il consigliere Regionale Mantovani. Tale fatto ci deve spronare a combattere, per affermare i nostri diritti soprattutto se riferiti al bene più grande   “La Salute”.   
Giancarlo Castrini

20 maggio 2011
Uno su tre vuole un re

La Segreteria politica del Partito della Alternativa Monarchica comunica di ritenere altamente significativo il recente sondaggio effettuato da Sky da cui si apprende che “il 31% degli italiani vuole la restaurazione monarchica in Italia”. Il dato statistico conferma che il desiderio di Monarchia e di cambiamento in Italia è forte; la statistica indica che quasi una persona su tre, a distanza di 65 dal referendum truffa, ritiene che la monarchia sarebbe meglio delle repubblica. Il  Partito della Alternativa Monarchica ritiene che una delle soluzioni migliori per risollevarci dalla situazione di disastro perenne in cui ci ha trascinati la “casta” della repubblica italiana, sia quella di consentire all’Italia una svolta radicale e democratica, tramite un referendum istituzionale Monarchia – Repubblica, che sia però questa volta esente da brogli, manipolazioni e soprattutto da colpi di Stato!
La segreteria politica del P.d.A.M.

18 maggio 2011

Equitalia: difficoltà delle famiglie a fare fronte al debito con lo Stato

Crescono le cifre della riscossione da parte di Equitalia che segnano un + 15 % nel 2010, così come impressionante è l’importo recuperato nella lotta all’evasione fiscale che solo l’anno scorso è salita sino a ben 9 miliardi di euro recuperati dall’agente per la riscossione. E queste sarebbero le note positive per uno Stato in cui l’evasione fiscale arriva a livelli impressionanti ed è pari a 120 miliardi di euro secondo stime prudenziali. Una bazzecola, quindi, l’importo recuperato a fronte di un fenomeno che non accenna a diminuire e sembra aumentare proporzionalmente al pari dell’incremento della pressione fiscale perché è sempre più difficile per gli italiani fare fronte a qualsiasi tipo di debito.
Al contempo aumentano i disagi per i cittadini a causa della rigidità degli strumenti affidati dal legislatore all’ente per il recupero coatto dei debiti nei confronti della pubblica amministrazione e delle crescenti difficoltà a “interloquire” con l‘ente.
Ormai milioni di cittadini, infatti, sono costretti a barcamenarsi tra cartelle esattoriali, avvisi, ingiunzioni e poi ipoteche, fermi amministrativi dei veicoli e pignoramenti a vario titolo spesso per imposte, tasse e debiti di cui non sempre è semplice comprenderne l’origine se non a seguito di interminabili code agli sportelli, non sempre chiarificatrici. Ed a volte, non rare volte, gli importi richiesti non sono dovuti o si riferiscono a debiti prescritti.
La soluzione per molti contribuenti esasperati che non intraprendono le lungaggini dei ricorsi e che decidono di pagare ormai è quasi obbligatoria: l’istanza di rateizzazione degli importi a debito. La prova di questa scelta arriva direttamente dall’esorbitante cifra delle rateizzazioni: sono ben oggi 1,145 milioni per 15 miliardi di euro i piani di rientro autorizzati da Equitalia. 
Sarà che l’agente per la riscossione continua a lamentare danni all’immagine per gli attacchi che si sono tramutati in veri e propri atti fisici per esempio, di recente, contro le sedi di Torino e Milano, o alle proteste davanti alla sede sarda delle partite iva, ma evidentemente è necessaria una vera e propria operazione trasparenza da parte di Equitalia affinché possano essere evitate conseguenze di tal tipo su scala più ampia e per garantire ai cittadini un miglioramento urgente dei servizi informativi e quindi degli sportelli aperti al pubblico.
Giovanni D’Agata – “Sportello dei Diritti”

17 maggio 2011
L’Umbria ha voglia di Parafarmacie

A partire dal 2007, anche in Umbria sono sorti, a seguito del decreto Bersani, decine di nuovi esercizi di vicinato, le Parafarmacie.
Il processo di liberalizzazione nel settore distributivo, che quel decreto si prefiggeva, nel caso delle Parafarmacie non è però arrivato a compimento e deve ancora fare i conti, per di più, con pesanti resistenze e ostacoli che ne intralciano il cammino. 
Ne risulta una condizione di incertezza per gli imprenditori – farmacisti titolari di Parafarmacie, che in Umbria è ancora più pesante.
In altre regioni, infatti, sono state sottoscritte convenzioni con Regione e ASL che consentono ai cittadini di avere un servizio più completo e capillare sul territorio, e valorizzare, al contempo, la figura del farmacista all’interno delle Parafarmacie.
Le Parafarmacie aderenti a Confcommercio si rivolgono alla Regione perché intervenga per porre fine a questa situazione discriminatoria, e presentano le loro richieste, condivise dalle associazioni dei consumatori e dalle associazioni di utenti con particolari patologie, nel corso di una conferenza stampa, che avrà luogo giovedì 19 maggio, alle ore 11, presso la Sala Fiume di Palazzo Donini, a Perugia.
Alla conferenza stampa interverranno i rappresentanti delle Parafarmacie associate a Confcommercio Umbria, i vertici dell’associazione e i rappresentanti delle associazioni dei consumatori.
Confcommercio Umbria

17 maggio 2011
No alle strisce blu all’ospedale di Perugia

Ieri Consiglieri Comunali del PdL Prisco, Castori (coordinatore comunale PdL), Varasano, Scarponi, Felicioni e il vice presidente provinciale del PdL Squarta, guidati dal Capogruppo Rocco Valentino, hanno fatto alle 13.30 un volantinaggio presso l’’Ospedale Santa Maria della Misericordia di San Sisto per denunciare la loro forte contrarietà all’introduzione di strisce blu per il parcheggio dell’ospedale.
Replicano anche all’’Assessore Ciccone “che la posizione della Giunta continua ad essere ambigua. Non sarebbe la prima volta che si nega l’’introduzione di un provvedimento per poi vederlo applicato a danno dei cittadini da un giorno all’altro. Basta ambiguità, si dica un no secco alle strisce blu all’’ospedale”.
Pdl Perugia

12 maggio 2011
Il terremoto sotterraneo che scuote Foligno:
i pozzi inquinati

Siamo molto contenti che il Sindaco Mismetti dica di fare una campagna di comunicazione-informativa lo stiamo dicendo da 6 mesi (intanto qualcuno ha mangiato carne e ortaggi inquinati?!?!?), meglio tardi che
mai…ma attenzione per fare cio’ occorre scalabilità ossia si mette in piedi un sistema informativo immediato e veloce poi si cresce gradualmente con l’informazione…
In quanto alla possibilità comunque di impiegare l’acqua dei pozzi per annaffiare il giardino vorremmo che l’Arpa, Ispra o il comune ci spieghino la differenza tra annaffiare un fiore e un’ortaggio , infatti ricordiamo che nell’ecosistema c’è sempre la trasmissibilità infatti il fiore se inquinato tramite le api , poi il miele arriva a noi… . Quindi si faccia chiarezza immediata
…Inoltre in questi sei mesi che c’è stato l’allarme, i cittadini che hanno mangiato ortaggi inquinati cosa rischiano? Forse ancora non si comprende la gravità del problema, ripetiamo i nostri quattro punti
magari qualcuno dei potenti non li ha letti o  hanno sottovalutato le nostre parole…(a noi non occorre visibilità, ma vivere in un ecosistema che non sia dannoso per l’uomo e quindi l’uomo non lo danneggi). Il presidente di Artuà For Nature, dott Partenzi, invita i cittadini che sono compresi nelle zone a rischio a non impiegare
l’acqua neanche per abbeverare animali domestici.
1. informare i proprietari/agricoltori dei pozzi con una circolare
2. attivare uno sportello/numero verde/una pagina web nel sito ufficiale del Comune aggiornata in tempo reale, per chiedere informazioni
3. fare in modo che i cittadini possanoe seguire le analisi dei loro pozzi gratuitamente presso le strutture preposte, ad esempio Arpa o ASL, prima si comincia prima si finisce (a tal proposito ricordiamo che è una crisi, come se ci fosse stato un "terremoto sotterraneo". In caso di Terremoto le tendopoli che ospitano i malcapitati non vengono comperate e pagate da chi è sfollato)
4. fare un’opuscolo che illustri in dettaglio come comportarsi e i pericoli…richiedere l’intervento della protezione civile
Noi siamo a disposizione…
Associazione Artuà For Nature

11 maggio 2011
Nulli Pero per il no al varco elettronico

n merito alla prossima attivazione del “varco elettronico”non credo vi sia da aggiungere molto rispetto a quanto ormai emerge tra le opinioni della gente e la opinione di quanti si sono espressi su questo argomento. Credo che la situazione attuale, vista, sotto tutti i profili, debba sconsigliare questa scelta almeno nell’immediato. Francamente mi riesce difficile comprendere una scelta che la maggioranza dei cittadini percepisce come un’ulteriore restrizione all’accesso al Centro Storico. Paragonare questa decisione ad altre prese da altri Comuni sullo stesso tema mi pare poco conveniente. Purtroppo o fortunatamente, ogni città ha le sue peculiarità ed in conformità a queste ogni amministrazione deve compiere le proprie scelte. Ne questa tesi può esser suffragata dal solo fatto che i turisti preferiscono una città meno frequentata dalle auto.
Affrontando questo problema si deve partire dal fatto che, le scelte devono corrispondere agli interessi della città e dei sui abitanti, cercando di conciliarle con quelle espresse o desiderate dai turisti.
Capovolgere il problema sarebbe un errore. Nei mesi ed anni che ci attendono questa impostazione sarà sempre più necessaria. Ed allora per primo sarà necessario tener conto di quello che pensano gli abitanti del Comune di Todi, quelli che ci vivono tutto l’anno e ci pagano le tasse ed i tributi.
– Occorrerà pur tener conto di coloro che svolgono un’attività all’interno del Centro Storico e di coloro che accedono al centro storico perché in esso sono presenti ancora un buon numero di servizi.
– Occorrerà discutere questa misura insieme ad altre che riguardano i parcheggi, la viabilità e comunque l’accesso al centro storico, anche mediante mezzi alternativi, che soddisfino le esigenze di chi ci si deve recare, per qualsivoglia motivo.
– Occorrerà valutare bene dove tale strumento viene istallato tenendo presente che l’attuale previsione lo vedrebbe istallato su l’unica strada di accesso al centro storico. Insomma sarebbe come se a Perugia il “varco elettronico fosse istallato all’inizio di tutte le vie di accesso” e non all’inizio delle vie di accesso all’acropoli”della città”: Una città peraltro, con molti difetti ma sicuramente ben servita di parcheggi da qualsiasi direzione si provenga. Occorrerà però riflettere anche sul fatto che proprio Perugia, pur essendo ben servita dai parcheggi si è svuotata di abitanti e di attività; ed il processo continua. Occorrerà pur riflettere su che cosa accade a Perugia di sera o meglio ancora di notte. Basta leggere la cronaca di tutti i giorni per rilevare che il centro storico di Perugia ormai sta diventando il luogo più insicuro della città,in mano a spacciatori di droga e ad altri fenomeni di degrado a cui gli amministratori stanno cercando di far fronte.
Occorre prendere atto che i parcheggi e la limitazione all’accesso non hanno risolto alcun problema, sotto taluni profili che alla fine diventano i più importanti.(vivibilità, economia delle attività ecc..)
Io credo che una nuova riflessione, sia dovuta, proprio per affrontare una globalità di temi che investono la nostra città come tutti i centri storici dell’Umbria. A prescindere da altri paragoni non sempre riproducibili.
Occorre capire bene se vi è un nesso stretto tra la chiusura della città e la sua vivibilità sotto ogni profilo.
Un studio su ciò che è accaduto a Perugia immagino che potrebbe portare anche ad altre conclusioni.
Uno studio, sui dati monitorati in questo periodo di sperimentazione del traffico sulla base dei rilevamenti effettuati proprio dal varco elettronico,fatto da persone altamente specializzate in tali analisi potrebbe aiutare nell’assunzione di decisioni suffragate non dalle sensazioni o dalle propensioni ma da dati
molto più convincenti. A tale studio potrebbero partecipare anche esperti interdisciplinari per capirne i possibili effetti sotto tutti i profili. So soltanto che l’ascolto che gli esperti potrebbero fare sia sui cittadini sia con le organizzazioni, correlati con i dati raccolti e da raccogliere sarebbero una buona base di partenza per assumere decisioni che talvolta hanno rilievi anche di altra natura(perfino psicologica) che non sempre è facile cogliere da un semplice approfondimento “ad occhio o per sensazioni individuali”.
Anche da queste riflessioni unite ad altre, credo possa emergere un quadro assai complesso che esige risposte che siano accolte con altro spirito da parte di tutti . Il modo peggiore per affrontare il problema sarebbe solo quello di farne un problema politico (destra o sinistra) come se la città non appartenesse a tutti i cittadini. Questi erano gli spunti per una riflessione che mi sentivo di dare nell’interesse della città, ancor prima che la discussione diventi argomento di scontro politico –ideologico. La politica delle scelte di amministrare c’entra e come, quella ideologica serve solo a disperdere la discussione in meandri che spesso non coincidono con il vero interesse dei cittadini. Anzi li allontanerebbe dalla discussione, perché i cittadini non ritengono di farsi etichettare solo per pensare con la propria testa. Proprio qui si sperimenterebbe, peraltro chi rappresenta al meglio gli interessi della città.
Ottavio Nulli Pero

11 maggio 2011
Mario Epifani per il si al varco elettronico

Si prenda atto che l’accesso al Centrostorico è possibile ventiquattro ore su
ventiquattro (eccetto i giorni festivi) e che queste regolamentazioni sono
contro tendenza rispetto a tutti gli altri comuni umbri e certamente molto meno
restrittive di quelle poste in essere dalle precedenti amministrazioni. Tutto
questo per una presa di coscienza della difficile situazione economica generale
e, dunque, per non aggravare le difficoltà che gravano sugli operatori
commerciali. Si prenda pure atto che tali regolamentazioni del traffico sono
state concordate con i commercianti. Veniamo dunque al famigerato controllo
elettronico che dovrebbe dissuadere i non autorizzati (quando il traffico è
interdetto) a commettere un illecito rispetto alla regolamentazione della
viabilità cittadina. Per impedire che queste infrazioni avvengano (soltanto
quando l’accesso è negato) si è sempre usato il sistema di una transenna tipo
frontiera alla Consolazione, con due vigili a convincere che non si può
proseguire e spesso quindi con un ingorgo di auto: quelle che devono far
manovra per tornare indietro e quelle che devono passare perché di residenti e
quindi autorizzate. Altra soluzione, tanto deprecata da chi è stato “beccato”,
è quella dell’appostamento di una pattuglia dopo la curva delle Cerquette,
pronta a sanzionare chi è transitato (nonostante le segnalazioni di divieto)
senza avere l’autorizzazione necessaria. A mio avviso, in entrambi i casi, si
fa “spreco” di impiego di risorse umane e, nel secondo poi si dà modo di fare
del vittimismo quando la pattuglia è localizzata nei pressi delle Terrazze
Lupattelli ed emette contravvenzioni. Non capisco, quindi, questa
demonizzazione del controllo elettronico che sarebbe in funzione solamente a
traffico interdetto e colpirebbe soltanto i trasgressori. Non capisco chi cerca
di cavalcare la tigre e, non me ne voglia, non capisco Prosperi, che deve
tutelare sì gli interessi dei suoi commercianti (che nel caso non sarebbero
lesi) ma deve anche volere il rispetto, da parte di tutti i cittadini, delle
regole. Mi pare di aver espresso chiaramente il mio punto di vista in merito,
sia come amministratore che come cittadino, punto di vista che non intendo
imporre all’interno della Maggioranza, lasciando che sia il Sindaco a decidere
come risolvere il problema del traffico al Centrostorico, che spesso è troppo
caotico e non certo decoroso per la Città.

Mario Epifani Fiamma Tuderte

10 maggio 2011
Legambiente Umbria sollecita  le linee Guida Regionali per le rinnovabili

Legambiente Umbria, all’indomani della iniziativa pubblica svoltasi a Spoleto sulla costruzione di tre impianti di cogenerazione ad olio vegetale in località Madonna di Lugo, sollecita la Presidente della Regione Umbria Marini e la Giunta regionale ad approvare definitivamente e al più presto le Linee guida Regionali in materia di politiche energetiche e ambientali, in particolare la "Disciplina per l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili", attualmente solo preadottate.
Purtroppo questa mancanza normativa nella nostra Regione  sta favorendo il proliferare di progetti di ogni tipo, che sotto il nome di impianto a fonte rinnovabile in realtà celano solo forme speculative che con le energie pulite e rinnovabili hanno poco a che fare. E’ fondamentale che vengano forniti al più presto indicazioni e strumenti chiari ai tecnici comunali, provinciali e regionali che devono istruire i progetti.
Ad esempio se le Linee Guida Regionali fossero già obbligo di legge i l progetto dei tre impianti a cogenerazione ad oli vegetali di Spoleto non sarebbe stato ritenuto in linea con i principi cardine del provvedimento e cioè con il principio di conciliare la tutela dell’ambiente, del paesaggio con lo sviluppo dell’energia da fonti rinnovabili. Infatti i tre impianti hanno un bilancio energetico e ambientale negativo in quanto non utilizzano certo biomasse locali, prodotte in un bacino massimo di 30 km, come previsto dal testo in approvazione, ma prevedono invece la combustione di oli vegetali che provengono da luoghi lontani con una previsione di 200 camion annui per il trasporto.
Alessandra Paciotto – presidente di Legambiente Umbria

10 maggio 2011
Pd: la maggioranza di Ruggiano scappa di fronte alla crisi

Nel luglio 2010 il gruppo del Partito Democratico aveva presentato un ordine del giorno in cui si proponevano delle misure per far fronte alla crisi economica, che faceva e fa sentire la sua morsa anche nel nostro territorio.
In particolar modo si voleva impegnare l’Amministrazione comunale in tempi brevissimi per:
– effettuare una ricognizione degli immobili e dei locali nelle disponibilità di soggetti pubblici e privati nel centro storico di Todi, da destinare ad attività commerciali, artigianali e di servizio;
– adottare forme di riduzione delle aliquote ICI  per gli immobili del centro storico destinati a tali attività, attraverso la modifica del Regolamento per l’applicazione dell’imposta comunale sugli immobili;
– immettere nel mercato, a canoni concordati e agevolati, gli immobili ed i locali nelle disponibilità degli enti pubblici, per sviluppo ed insediamento di attività commerciali, artigianali e di servizi, con quote riservate a neoimprese, imprenditoria giovanile e femminile.
Una proposta pulita, ragionevole e ancora oggi attuale.
Siamo riusciti a discutere l’ordine del giorno solo nella seduta del 9 maggio 2011 (dopo quasi dieci mesi) e la risposta della maggioranza di centro-destra è stata una e chiara: scappare.
Dopo quasi due ore di dibattito, in cui il Sindaco si è lanciato nei soliti elenchi propagandistici di cose fatte e il capogruppo del Pdl Boschi ha attribuito colpe per la difficile situazione del centro storico a tutti – in primis i commercianti –, ma non a chi amministra oggi la città, il centrodestra se ne è andato, non partecipando al voto e facendo venir meno il numero legale.
Paura che potesse passare una proposta della minoranza? Paura di prendersi impegni che non vogliono essere portati avanti?
La maggioranza ha comunque guadagnato un ulteriore primato: dopo quello di quasi completa indifferenza nei confronti della crisi economica, ne registra infatti un altro. 
È la prima maggioranza che riesce a farsi ostruzionismo da sola! A quando un po’ di serietà?
Gruppo consiliare del Partito Democratico

6 maggio 2011
Rinnoviamo la Pro Loco di Monte Castello di Vibio

Vorrei tornare anche attraverso il Vs. giornale a sensibilizzare i cittadini di Monte Castello di Vibio informandoli su quanto sta accadendo nell’associazione Pro Loco. Forse non tutti, infatti, sono a conoscenza che, a seguito delle dimissioni dell’intero consiglio in carica fino al marzo 2011, si è formato, in maniera assolutamente spontanea, un gruppo di volonterosi che, intono ad un preciso progetto, sta tentando di cambiare la storia dell’associazione; e questo non perché coloro che ci hanno preceduti hanno agito in maniera sbagliata – anzi è vero il contrario – ma proprio perché le motivazioni che hanno indotto il vecchio consiglio ad abbandonare ci hanno fatto riflettere. La più grande lamentela è stata la mancanza di partecipazione intorno ai progetti dell’associazione. Ora, secondo noi, questo problema deve essere risolto con un cambiamento di rotta radicale, a partire dall’organizzazione dell’associazione: non più un consiglio di pochi ma un consiglio di molti, di tutti coloro che pensano di avere qualcosa da dare al paese, compatibilmente con i propri impegni, nel rispetto e per il conseguimento delle finalità della Pro Loco. Lo statuto dell’associazione in ordine allo scopo recita così:
a) riunire attorno a sé tutti coloro (enti e privati) che hanno interesse allo sviluppo turistico della località;
b) promuovere l’abbellimento di piazze e giardini, la istallazione di cartelli indicatori, di intesa con le Autorità competenti;
c) difendere, mettere in valore e far conoscere le bellezze naturali, artistiche e monumentali del luogo;
d) promuovere il richiamo turistico, rendendo agli ospiti il soggiorno gradevole;
e) incoraggiare ed appoggiare il miglioramento dei servizi di pubblica utilità e dell’attrezzatura ricettiva;
f) promuovere ed organizzare festeggiamenti, fiere, gare, convegni, mostre, spettacoli, gite, escursioni ed ogni altra manifestazione intesa ad attirare i turisti nella località;
g) segnalare alle competenti autorità esigenze in materia di servizi pubblici, tariffe, ecc., interessanti il turismo;
h) gestire (salve le eventuali autorizzazioni di legge) servizi di informazione turistiche, biglietteria, telefoni pubblici, ecc.
Abbiamo deciso che questo è ciò che vogliamo fare, progettando e programmando tutta una serie di attività finalizzate allo sviluppo del paese e, speriamo, a ritrovare l’unità tra i cittadini delle frazioni e del capoluogo per il raggiungimento degli obiettivi istituzionali. Per far questo abbiamo bisogno delle idee e dell’aiuto di tutti, giovani e meno giovani, abitanti in paese e nelle frazioni che, sottoscrivendo la tessera per l’anno 2011 (si ricorda che il tesseramento è valido per l’anno solare), diventando soci e partecipando alle assemblee indette per il giorno 21 maggio 2011, apportino quella ventata di rinnovamento intorno alla quale noi ci siamo riuniti e che vorremmo iniziasse proprio dalla modifica dello statuto sulla composizione del consiglio. Essere già riusciti a coinvolgere tante persone intorno a questo progetto non è stata una sorpresa, almeno per la sottoscritta, ma la conferma che nel momento in cui si propongono idee concrete di rinnovamento, in molti sono disposti a dedicare impegno perché queste idee si concretizzino; il nostro paese ha estremo bisogno di tornare a vivere e può farlo solamente con l’impegno di tutti. Sono orgogliosa di essere stata nominata presidente pro tempore per traghettare l’associazione, con questo rinnovato spirito costruttivo, verso questa direzione. Mi aspetto che tutti quelli che hanno la nostra stessa fiducia nel futuro si stringano intorno a questo progetto. Vi aspettiamo.
Maria Cristina Tomassi


6 maggio 2011
Chili di veleno nelle campagne di Collazzone


Sono anch’io una cittadina di Collazzone da 5 anni circa. Sono rimasta particolarmente colpita dalla lettera del Signor Angelo Ruggeri, visto che la stessa cosa purtroppo è successo anche a me, e già ben 7 volte in questi 5 anni di permanenza a Collazzone (zona di Santa Liberata per la precisione).
Con i chili di veleno trovato lungo la passeggiata con i miei cani, sono andata all’ASL di Marsciano che naturalmente non poteva fare niente. L’unica cosa che mi sapevano dire di andare dai Carabinieri per fare la denuncia. E quindi con i miei chili di veleno sono partita per fare la denuncia dai Carabinieri di Collazzone(ed esattamente in data 25 marzo 2009). Come vedete non è servito a niente e questa gente malintenzionata continua a spargere il veleno nelle nostre campagne. Circa 3 settimane fa purtroppo la mia cagnetta, tornando dalla passeggiata giornaliera è iniziata a tremare. Inutile le corse dal veterinario. Questa volta, o hanno usato un veleno ancora più potente o una quantità maggiore, fatto sta che non abbiamo fatto in tempo questa volta a salvarla.
Ora, io e mio marito, vogliamo andare fino in fondo a questa faccenda, visto che anche la legge è diventata più severa nei confronti di questi atti così vili.
Occorre fare qualcosa insieme. Si dice che la riunione fa la forza e quindi proviamo!
Lucia de Stuers in Corso

5 maggio 2011
Castrini: "bene l’iniziativa di Caprini per ricordare il grande Antonio Pinotti"

Condivido con gioia e grande soddisfazione l’iniziativa del consigliere Caprini di intitolare la sala giunta del Comune di Todi  ad Antonio Pinotti. Sono pienamente concorde in tutto ciò che ha scritto, parole dettate dal profondo del cuore, Andrea anche se appartiene ad un’altra forza politica era legato da profonda amicizia e stima reciproca, sovente erano soliti parlare della politica nazionale e tuderte. Ad Andrea va tutta la mia stima e apprezzamento per le capacità amministrative dimostrate nel corso degli anni da quando siedevamo nel consiglio comunale. Come ho avuto modo di dire in altre occasioni la scomparsa di Pinotti ha segnato per il sottoscritto un vuoto incolmabile che nessun altro potrà mai più riempire. Ho perso un amico, un fratello maggiore e un padre. Ancora oggi a distanza di cinque mesi faccio fatica a crederci della sua morte. La mente ritorna indietro con il tempo, quanti ricordi. Non potevo che approvare con forza questa iniziativa, chi come me ha condiviso per lunghi anni gioie e dolori, stando sempre nell’ombra di un uomo che con la sua caparbietà e grinta ha dato tanto sia a Todi che all’Umbria. 
Sono convinto che tutte le forze politiche presenti in Consiglio, sia destra che sinistra siano unite e concorde su tale iniziativa.
Giancarlo Castrini

4 maggio 2011
Dubbi sulla gestione associata di Polizia municipale  Todi-Collazzone

Rifondazione Comunista chiede che venga fatta chiarezza sulla Convenzione per la gestione associata della funzione di Polizia Municipale approvata nel mese di febbraio del 2011 dalla maggioranza di centro – destra. Allo stato della normativa vigente ed in assenza di una legge di riforma della polizia locale, infatti, ai comuni è consentito solamente di svolgere in forma associata il servizio di polizia municipale e non di costituire un corpo unico come invece sembra configurare, di fatto, la convenzione stipulata tra i comuni di Todi e Collazzone, né autorizza in alcun modo i Comuni a trasferire o delegare la titolarità delle funzioni loro attribuite per legge. Tale principio è stato ribadito anche dallo stesso Ministero dell’Interno con note inviate alla Prefettura di Perugia nell’agosto del 2010 e nel febbraio 2011.
Pur ritenendo la gestione associata un’ opportunità di miglioramento dei servizi e di razionalizzazione delle risorse, e ferme restando le perplessità delle opposizioni in Consiglio comunale, che hanno chiesto una preliminare fase sperimentale della convenzione, invitiamo il Sindaco e la Giunta a chiarire se quanto fatto dal Comune di Todi sia in linea con la legge e le direttive del Ministero dell’Interno.
La questione sarà anche oggetto di una interrogazione che verrà presentata nei prossimi giorni dal Gruppo consiliare di Rifondazione Comunista.
Il Consigliere comunale di Todi Andrea Caprini

4 maggio 2011
Gli interventi del Comune per il decoro urbano di Todi

Installazione di panchine nel centro storico, riqualificazione delle aree verdi e di alcune vie cittadine, miglioramento degli impianti di illuminazione nella città e nelle frazioni. Sono soltanto alcuni dei numerosi interventi realizzati dall’amministrazione comunale che negli ultimi tempi hanno riguardato la sistemazione di strade, monumenti, come quello di Jacopone da Todi, e aree verdi e che fanno parte di un ampio progetto di miglioramento del decoro urbano. Interventi frutto di un impegno sinergico tra il consigliere comunale con delega al decoro urbano, Mario Epifani, e gli assessorati all’Ambiente, all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici. Per quanto riguarda le aree verdi, in quelle di Porta Amerina e di Porta Perugina gli interventi hanno riguardato la sistemazione delle mura, la bonifica delle erbacce e la cura del verde, oltre alla nuova pavimentazione e all’installazione di nuovi impianti di illuminazione, tavoli e panchine. Nell’area verde in via Leoni oltre alla cura del verde e al recupero delle mura è stato rimesso a nuovo anche il portone dal quale si accede all’Archivio; in quella di San Fortunato, invece, è stata rimossa la  platea in cemento, residuo della vecchia edicola, la scalinata è stata ristrutturata, sono state posizionate due nuove panchine e un proiettore per illuminare l’area  ed infine sono stati tolti due posti auto per migliorare l’accesso. Per quanto riguarda invece le vie cittadine, in via San Filippo, in via del Monte, in viale Menecali e in località Montarone sono stati ristrutturati dei muretti pericolanti e sono state collocate delle panchine. Bonificata dalle erbacce via delle Caselle e i vicoli che portano verso Via Giacomo Matteotti e Via Ulpiana, oltre alla zona attorno alla scuola “Cocchi”, in piazzale San Fortunato sono state invece eliminate due aiuole ormai sprovviste di piante e i lavori di pavimentazione hanno consentito di ottenere due posti auto in più. Nuova illuminazione nei giardinetti, nell’area di Porta Romana e nel Vicolo del Silenzio, restyling delle targhe toponomastiche in via dei Magazzini e in via Roma, dove è stato riverniciato l’intonaco del muro del liceo, e ripulitura della cisterna in via Orti Pensi, oltre all’installazione di un pozzetto per la raccolta delle acque che defluivano direttamente sulla pavimentazione gli altri lavori eseguiti. Interventi di manutenzione e recupero hanno riguardato infine anche le frazioni: a Duesanti sono state installate lanterne e proiettori per migliorare l’illuminazione, sono state sostituite panchine e tavoli delle  aree verdi e il Monumento ai Caduti è stato ripulito e illuminato.
L’amministrazione comunale di Todi

3 maggio 2011
Illuminazione Consolazione: chi ha sbagliato paghi il conto!

Dopo aver avuto occasione di leggere gli atti inerenti l’impianto di illuminazione del Tempio di Santa Maria della Consolazione, di proprietà dell’ETAB e le prescrizioni imposte dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici dell’Umbria, abbiamo potuto constatare che le denuncie, che come Comitato abbiamo fatto, erano e restano fondate. Infatti, oltre ad essere confermata la inadeguatezza di tale impianto di illuminazione, così frettolosamente inaugurato l’8 dicembre 2009, senza che nessuno lo avesse collaudato ed avesse redatto il verbale di conformità dell’impianto stesso, ora, viene clamorosamente dimostrato che il rispetto di tutte le norme e la regolarità dei  permessi relativi per tale lavoro,  sempre enunciati dall’Ente e dal Sindaco di Todi,  non solo non erano stati  ottenuti , ma addirittura non risultano ancora essere in possesso dell’ETAB.
L’Ente insomma non ha potuto ancora ottemperare alle disposizioni della Soprintendenza, in quanto l’autorizzazione per la compatibilità paesaggistica obbligatoria, in base all’art. 146 del D. Lgs. 42/04, non è mai stata in suo possesso.
Ciò dimostra, inequivocabilmente che tutta l’opera, al di là della sua discutibile progettazione ed installazione, è avvenuta in maniera  abusiva. Inoltre, la multa comminata dallo stesso Ufficio Urbanistica del Comune di Todi  ed il parere del Ministero della Cultura espresso nella risposta alla interrogazione parlamentare fatta dagli On.li Sereni e Bocci sulla vicenda, rafforzano questa tesi.
L’ostinazione con cui si è voluto procedere ha generato un danno gravissimo al prezioso monumento tuderte ed ora  numerosi fari inutili e dannosi dovranno essere smontati, aggiungendo al danno estetico anche quello conomico.
Non tenere nella giusta considerazione le osservazioni sollevate da semplici cittadini riunitisi in Comitato, ha fatto si che si giungesse ad una situazione insostenibile.
Nessuno ha avuto l’intelligenza di ascoltare quelle fondate osservazioni.
La parole d’ordine è stata: andare avanti sempre e comunque senza ascoltare nessuno.
Ora chiediamo solo che chi non ha saputo ascoltare si assuma, una volta tanto, le proprie responsabilità, paghi per il danno provocato, ripristini, quanto prima, la situazione secondo quanto disposto dalla Soprintendenza.
Come semplici cittadini ci chiediamo, dopo questi fatti, se possiamo ancora avere la fiducia necessaria in chi amministra questa città, dal momento che i fatti hanno dimostrato che sono state dette bugie su atti amministrativi che per dei semplici cittadini comporterebbero sanzioni civili e penali.
Comitato "Difendiamo la Consolazione"

3 maggio 2011
Psicodramma e farsa a Terni

Seconda seduta di Consiglio in cui accade di tutto: il primo appello viene chiamato alle 16,15, tre quarti d’ora dopo la convocazione, il secondo appello ben oltre i limiti regolamentari. Infine dopo le dimissioni del sindaco, viene sospesa la seduta dal presidente senza precisare neanche per quanto tempo. Alla ripresa, si verifica l’ennesima mancanza del numero legale, per l’assenza quasi totale del centro sinistra, che ha impedito ai capigruppo persino di fare le prime valutazioni sulla gravissima crisi in atto. 
La città, oltre ad affogare in una crisi politica senza precedenti, è giunta ad un livello in cui la massima assise cittadina viene gestita con totale discrezionalità da una corrente della maggioranza, senza ritegno e rispetto delle regole.
La verità, al di là di quanto sostiene il sindaco che cerca di mettersi i panni della vittima, è che la maggioranza è implosa su problemi veri, dopo ventuno mesi di galleggiamento, passati nel più assoluto immobilismo, senza affrontare e risolverne uno solo.
Sulle scelte di fondo, il contrasto all’interno della maggioranza è diventato insanabile e Di Girolamo ha preferito posizioni di retroguardia: quelle di difesa di ben determinati settori di interesse legati agli appalti senza gara  (sociale gestito dalla ASL) o con gare non autorizzate dal Consiglio (CAOS).
La crisi sta avvenendo su profili di mantenimento del potere vero e su questo livello sta avvenendo lo scontro durissimo perché il sindaco intende mantenere ai suoi grandi elettori potere e finanziamenti. 
La città non ne può più e dice basta!
Lista Baldassarre – Udc – Terni Oltre

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