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In uscita un libro-inchiesta sull'allontamento dell'ex vescovo e sulle vicende meno note celate dietro la facciata della Diocesi di Orvieto e Todi
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Il libro “Scacco al monsignore. I retroscena e gli intrighi del caso Scanavino”, in uscita nelle prossime settimane e che "TamTam" ha potuto leggere in anteprima – racconta per la prima volta gli aspetti segreti e non solo spirituali della Diocesi Orvieto-Todi. 
Dai problemi dell’istituito per il sostentamento del clero, al prete pedofilo in incognito,  dall’esistenza di un’associazione molto simile a una setta, al duro scontro con la Cei per la gestione del patrimonio immobiliare fino alle posizioni di potere di alcuni preti. Dietro dalla tenace manovra di accerchiamento condotto ai danni dell’ex vescovo finalizzata a farlo cacciare – è la tesi del libro – si cela una realtà inedita e sorprendente in cui Scanavino appariva come un un corpo estraneo.
Una realtà ignota ai più e  che, per molte persone,  sarà una vera sorpresa scoprire in tutta la sua complessità e, spesso, miseria. Dietro alla facciata della Diocesi di Orvieto e Todi si celano episodi poco noti, legati  al clamoroso allontanamento dell’ex vescovo Giovanni Scanavino. In realtà, di questi fatti se ne è avuta solo una percezione lontana, perché tutto il “caso Scanavino” si è consumato dietro a una cappa di segretezza che non ha lasciato trasparire nulla o quasi della vera situazione in cui si trova la Chiesa locale.
Ora il libro inchiesta "Scacco al monsignore. I retroscena e gli intrighi del caso Scanavino” dei giornalisti Stefania Tomba e Claudio Lattanzi accende un riflettore su un mondo che nessuno ha finora  conosciuto per davvero nei suoi risvolti nascosti, con l’unica eccezione di un gruppo di sacerdoti a cui non sono estranee le molteplici vicende di cui si parla nel libro.
Una Chiesa, quella orvietana-tuderte descritta nel libro – alle prese con questioni economico-gestionali e scontri di potere, con la presenza di una lobby caratterizzata da una gestione del proprio patrimonio che ha dato adito ad una contrapposizione frontale con la Conferenza episcopale italiana conclusasi con un bagno di sangue ai danni della Diocesi.
Altri fatti come la presenza di un prete condannato per gravi violenze sessuali ai danni di un minorenne contribuiscono a fornire un quadro d’insieme del libro che si conclude con un’intervista ad un alto prelato romano, il quale sintetizza ed illustra tutte le critiche impietose che il Vaticano ha rivolto a Scanavino.
Il libro compie un viaggio dietro alla visione ufficiale del mondo ecclesiale, ricostruendo tutte le tappe delle dolorose vicende che hanno portato prima al suicidio del giovane diacono Luca Seidita, a cui il Vaticano aveva negato l’ordinazione sacerdotale fino alla clamorosa decisione della Santa Sede di rimuovere il vescovo.
L’inchiesta giornalistica si dipana intorno a questi due avvenimenti principali, ricostruendo il contesto in cui sono maturati ed evidenziandone i collegamenti  con i personaggi e i fatti collaterali del recente passato e della cronaca più recente, mentre l’altro tema affrontato è quello dei  criteri di selezione adottati dalla Santa Sede per scegliere i preti del futuro.
Il cuore della vicenda Scanavino è infatti incentrato su questo argomento di scottante attualità dal momento che l’ex vescovo è stato pesantemente accusato di voler adottare un sistema di scelta (il discernimento vocazionale) eccessivamente blando e tollerante rispetto alle ferree norme introdotte dal Papa per fronteggiare lo scandalo dei preti pedofili.
Su questo terreno si è ufficialmente condotto lo scontro sotterraneo e senza esclusioni di colpo contro il padre agostiniano, la cui indole inconciliabile con gli interessi politici e le beghe di potere, lo avevano reso un corpo estraneo rispetto ad un ambiente le cui caratteristiche erano state forgiate dal predecessore Decio Lucio Grandoni e da una parte del clero, oggi più che mai in sella.

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