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La terza Commissione regionale convocherà a breve il presidente regionale Inps per cercare di trovare una risposta positiva alle denunce emerse nel corso di una audizione
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La questione dei riconoscimenti delle invalidità sta per diventare in Umbria, se non una vera e propria guerra, almeno uno scontro che potrebbe lasciare sul terreno qualche “ferito”, visto che c’è stata una polemica sui dati statistici errati diffusi dall’Inps che ha lasciato il segno e si ripercuote ancora sull’immagine degli umbri nel resto d’Italia.
E forse le due cose sono collegate con una burocrazia che non ammette gli errori e cerca di validare a posteriori le proprie posizioni.
I primi segnali erano venuti da alcune associazioni di volontariato, tra cui la Comunità di vita solidale di Pantalla ed in effetti la situazione nel territorio di competenza della Usl 2 di Perugia sembra quella più problematica

Dalla audizione fatta a Palazzo Cesaroni dalla terza Commissione consiliare con sindacati Cgil, Cisl,, Uil e Ugl e Forum del Terzo settore, è emerso un quadro allarmante sulle modalità seguite dall’Inps che non riconoscerebbe più gli esisti delle commissioni operanti nelle Asl, chiamando al controllo presso la propria sede regionale anche gli invalidi più evidenti.
L’Inps, inoltre, non darebbe risposte agli interessati inviando i fascicoli alla sede di Roma e sospendendo la erogazione degli assegni
.

Al termine dell’incontro il presidente della Commissione Massimo Buconi ha detto che dopo questo incontro che ha dato un giudizio negativo praticamente unanime sulle procedure Inps, la Commissione convocherà a breve il presidente regionale Inps per cercare di trovare una risposta positiva alle denunce emerse.

 “Non è accettabile che l’Inps dell’Umbria per ridurre il peso delle pensioni di invalidità e degli assegni di accompagnamento tenti di fare cassa sulla loro pelle, richiamando a visite
di controllo perfino i paraplegici e le persone affette da sindrome di down.
Che rifiuti il responso delle commissioni Asl, inviando alla sede centrale di Roma anche accertamenti fatti in compresenza con un medico dell’Istituto, tenendo all’oscuro, per quasi un anno, pazienti preoccupatissimi per il loro destino e da qualche mese rimasti senza assegno”.

I sindacati umbri Cgil, Cisl, Uil, Ugl e diverse associazioni che fanno capo al Forum del terzo settore, convocati a Palazzo Cesaroni dalla terza Commissione consiliare, hanno fatto un quadro allarmante della situazione relativa alle modalità di accertamento e di verifiche sulle pensioni di invalidità. Hanno denunciato “il tentativo politico di dipingere la regione come la patria dell’assistenzialismo degenerato; ricorrendo ad un vero e proprio “attacco culturale all’Umbria, portata sulle pagine dei giornali nazionali, con l’immagine eversiva di invalidità false, concesse troppo facilmente come una sorta di rapina allo Stato”.

L’incontro, al quale sono intervenuti nove rappresentanti sindacali, tredici del terzo settore, compresi alcuni testimoni diretti – con un solo parziale distinguo del rappresentante Ugl Tognellini che ha imputato una parte delle lungaggini alla necessità Inps di dover caricare documentazioni cartacee sul proprio sistema informatico – ha unanimemente suggerito l’intervento urgente della Regione Umbria, per mettere intorno allo stesso tavolo tutti i soggetti
interessati, sia per fare chiarezza sui ruoli di Inps regionale e nazionale, Asl umbre e commissioni di accertamento, sia per accertare responsabilità e ruoli, “evitando una sorta di scaricabarile non più tollerabile da cittadini deboli alle prese con gravissimi problemi sociali ed assistenziali”.

Al termine dell’audizione, il presidente della terza Massimo Buconi, ha parlato di “quadro quasi drammatico riferibile a procedure Inps descritte come dilatorie, con la percezione di essere più finalizzate a non erogare pensioni che ad una legittima e doverosa attività di controllo”.
Per Buconi che si è riservato di approfondire anche gli aspetti di una presunta illegittimità relativa ad alcune procedure di accertamento seguite dall’Inps – sollevate nel corso dalla audizione dal consigliere Paolo Brutti Idv – ha detto: “Con oggi è chiaramente terminata la fase di ascolto dei vari soggetti sul problema accertamenti delle pensioni di invalidità.
La Commissione fisserà a breve un nuovo incontro con i dirigenti regionali dell’Inps (dottor Palermo) per rappresentare a quel livello le problematiche emerse, nella speranza di poter contribuire a risolvere da subito le tante incongruenze ed inopportunità denunciate stamattina”.

Gli interventi più significativi testimoniano del clima e delle prospettive:
Massoli (Cigil): “Il Governo non può far cassa sugli invalidi umbri, anche se è giusto accertarne i titoli. E’ evidente il tentativo di dipingere l’Umbria come la patria dell’assistenzialismo degenerato. Ma è anche giusto sottolineare che l’irrigidimento dell’Inps è cominciato in concomitanza con il varo di provvedimenti nazionali di natura finanziaria. Sintomatico è il fatto che anche i medici dell’istituto di previdenza abbiano protestato nei confronti dei metodi introdotti dall’Inps. Nel caso delle nuove domande di pensione i tempi sono accettabili nella Usl di Terni ed in parte nella Usl 1, ma ci sono ritardi e problemi evidenti nella Usl 2”.
Menghini (Cisl)
“Fino a tre mesi fa le verifiche funzionavano abbastanza bene. Le Asl umbre chiamavano al controllo in anticipo sulla scadenza per evitare sospensione degli assegni; avevamo sottoscritto un accordo, poi tutto è precipitato. Le pratiche vengono mandate a Roma, e in alcuni casi non si hanno risposte agli esiti nemmeno dopo 11-12 mesi”.
Tortoioli (Uil) “Non c’è più un rapporto di fiducia fra Inps e Commissioni delle Asl. La Regione può fare molto, ma deve fare alla svelta perché ci sono invalidi che non percepiscono più gli assegni. In Umbria il peso degli assistiti è alto, ma sul numero finale pesano gli assegni di
accompagnamento che vengono dati ai malati oncologici”.
Goretti (Forum terzo settore) “Abbiamo manifestato a Roma e davanti alla sede Inps regionale. E’ in essere un attacco ai diritti delle persone inabili ed alle loro famiglie e un secondo attacco culturale, finito sui quotidiani nazionali, all’Umbria considerata eversiva in tema di pensioni di invalidità. Siamo considerati ladri perché avremmo falsi invalidi
indipendentemente da accertamenti medici oggettivi. L’Umbria paga l’emendamento alla legge finanziaria bocciato nel 2010. Da allora quell’emendamento lo ha fatto proprio l’Inps che ha allungato i tempi ed ha iniziato controlli ed accertamenti anche sulle invalidità gravi ed evidenti, compresi i paraplegici, gettando molte famiglie nella disperazione”.

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