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Il presidente nazionale dell'Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica (AIAB) respinge al mittente le dichiarazioni di Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di scienze farmacologiche Mario Negri, ma si seguita a parlare solo di un aspetto importante ma secondario del problema 
batterio-del-cetriolo
E’ avvenuto giovedì 30 giugno, nella trasmissione RAI Uno Mattina Il faccia a faccia tra Andrea Ferrante, presidente nazionale dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB), e Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di scienze farmacologiche Mario Negri e abituè delle campagne umbre, in quel di Cecanibbi frazione di Todi.
Si è parlato delle dichiarazioni rilasciate al settimanale Oggi dal  direttore dell’Istituto a proposito delle cause dell’E.coli e che sembravano addossare ai produttori del biologico le responsabilità dell’infezione
Garattini aveva dichiarato al settimanale Oggi  che nel biologico sono ‘i produttori coloro che garantiscono la purezza dei prodotti e quindi la salute’. E ancora Garattini ha dichiarato ‘Ci si può chiedere se l’infezione sarebbe avvenuta se invece di usare il letame si fossero utilizzati concimi chimici’.

La risposta dell’AIAB
ha messo in evidenza che il problema non sono le sementi, ma che, secondo le ultime evidenze raccolte dalle autorità sanitarie, sta emergendo un problema legato alla contaminazione delle fonti idriche e quindi dell’acqua utilizzata.
I germogli incriminati, oltretutto, vengono solo imbibiti nell’acqua senza essere sottoposti ad alcun trattamento di concimazione.

L’associazione ha ricordato che il biologico è il settore agroalimentare più regolamentato e controllato non solo a livello italiano, ma europeo.
Solo in Italia, nell’ultimo anno, sono state effettuate sessantamila visite ispettive e analizzati oltre seimila campioni dagli enti di certificazione, sui circa cinquantamila operatori del settore. Numeri superiori al numero totale delle ispezioni dei NAS e dell’ICQRF del MIPAAF su tutto l’agroalimentare italiano effettuate nello stesso periodo.
Che il bio sia più sicuro è confermato anche dagli 800 comuni italiani che lo hanno scelto per le mense delle scuole elementari, come il comune di Roma, e che con l’arrivo del biologico nel piatto hanno visto azzerarsi i casi di salmonella.
In vero, il problema a cui sembra si continui a girare solo intorno non è tanto la presenza del normale batterio che può essere più o meno intensa a seconda delle cautele di quanti operano nella lunghissima filiera alimentare, quanto il fatto che esso sia divenuto e non si sa ancora perché, resistente agli antibiotici e molto aggessivo.
Non affrontare seriamente questo problema è come guardare al dito che indica la Luna e non alla Luna stessa
 

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