Tra i dati emersi dal sesto Censimento generale dell’agricoltura 2010 ce n’è uno che nella illustrazione di Fernanda Cecchini, assessore regionale alle politiche agricole, Lucio Caporizzi, direttore regionale alla programmazione e competitività dell’Umbria, Sabrina Angiona, Istat – Umbria, e Marta Scettri del Servizio statistica ufficio censimento Regione Umbria non ha avuto una particolare rilevanza, ma che dovrebbe far riflettere, anche se il confronto con i dati del 2000 va fatto con cautela per le differenze nelle definizioni dell’universo di riferimento.
In Umbria, nei dieci anni trascorsi tra un censimento e l’altro, ci siamo mangiati quasi il 15% del terreno agricolo che c’era.
Il confronto con la situazione del precedente censimento 2000 evidenzia una riduzione della superficie agricola totale (SAT) regionale pari al -14,4%, con una maggiore incidenza nella provincia di Terni (-29,3%) rispetto a quella di Perugia (-9,0%).
Terreno evidentemente destinato ad edilizia ed infrastrutture con una voracità che nel ternano ha dell’incredibile: di questa passo in trentenni ed anche meno anni non ci sarà più un campo disponibile.
Con queste premesse, tutti i dati relativi all’agricoltura sono in calo.
A partire, ovviamente, da quella parte di territorio disponibile che viene effettivamente coltivato.
Nella regione, la superficie agricola utilizzata (SAU) diminuisce del 10,5% (-7,7% a Perugia e -19,8% a Terni).
Poi le aziende agricole diminuiscono di quasi un terzo, soprattutto nella provincia di Terni, allo stesso modo decresce drasticamente il numero degli allevamenti, mentre aumenta la superficie media delle imprese e il numero di capi allevati per azienda.
A ottobre 2010 – ha detto Scettri – in Umbria sono presenti 36.201 aziende agricole e zootecniche di cui il 72,6% nella provincia di Perugia ed il 27,4% in quella di Terni. Rispetto al Censimento 2000, si registra una diminuzione di 15.834 aziende, pari a meno 30,4%, con una riduzione del 41,6% nella provincia di Terni e del 25,0% nella provincia di Perugia.
Quanto al panorama ambientale che si offre alla vista, Rispetto ai quattro gruppi di coltivazione considerati, i seminativi coprono il 64,4% della SAU, le coltivazioni legnose agrarie (vite, olivo, piante da frutto, ecc.) il 14,1%, i prati permanenti e i pascoli il 21,2% e gli orti familiari il restante 0,3%.
La quota di SAU destinata alle coltivazioni legnose risulta maggiore nella provincia di Terni (20,7%) rispetto a quella di Perugia (12,4%); l’opposto avviene per quanto riguarda i prati permanenti e i pascoli che raggiungono il 22,8% della SAU nella provincia di Perugia, contro il 15,2% nella provincia di Terni.
La coltura della vite è praticata nel 30,8% delle aziende, con una concentrazione maggiore nella provincia di Terni (40,9%) rispetto a Perugia (26,9%). La superficie media delle coltivazioni viticole è di 1,1 ettari. Rispetto al 2000, le aziende diminuiscono del 53,5%, mentre la superficie a vite, registra una riduzione del 15,2%, soprattutto nella provincia di Terni (-19,1%).
I prati permanenti e i pascoli sono presenti nel 18,0% delle aziende e coprono una superficie media di 10,6 ettari. Rispetto al 2000, le aziende interessate diminuiscono del 52,0% mentre la superficie coperta da questo tipo di utilizzazione si riduce del – 16,3%.
In Umbria, le aziende zootecniche ammontano a 4.903, pari al 13,5% del totale; con un incidenza leggermente superiore a quella media nazionale (12,9%).
Dal 2000 al 2010, il numero di aziende con allevamenti si è ridimensionato dell’80,1% (-78,4% nella provincia di Perugia e -84,2% nella provincia di Terni).
L’allevamento bovino si conferma quello largamente più diffuso: è praticato da 2.684 aziende, pari al 54,7% di quelle zootecniche.
Nel complesso della regione, i capi bovini allevati passano da 62.994 a 60.449 unità, con una riduzione pari al -4,0% (– 1,1% nella provincia di Perugia, -14,3% in quella di Terni), i suini si contraggono da 250.415 a 189.681 unità (-21,5% nella provincia di Perugia, -46,5% in quella di Terni), gli ovini da 149.787 a 107.009 (-30,0% nella provincia di Perugia, -24,1% in quella di Terni).
I capi avicoli si riducono del 10,2% a seguito di una contrazione pari al -65,5% nella provincia di Terni e di un incremento del +57,3% in quella di Perugia.







