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Un'invenzione australiana che fa fare un passo avanti nello sviluppo delle energie verdi va valutata in modo approfondito sotto l'aspetto sanitario
nano-particelle-cadmio

Una nuova invenzione australiana, su pannelli solari ultraleggeri pitturabili o stampabili, se è incoraggiante sul piano della diffusione delle energie verdi suscita dubbi sul piano della salute.
C’è anche chi ricorda la storia dell’eternit
, salutato all’inizio come materiale eccezionale che poi, come tutti sanno ha dato e continua a dare tanti problemi.

Il dubbio sorge dal fatto che questi pannelli sono stati messi a punto grazie alle nanotecnologie.
I pannelli,  sono composti di nanocristalli del diametro di pochi milionesimi di millimetro e utilizzano appena l’1% dei materiali necessari per i pannelli convenzionali
.
Perciò permetterà di evitare ingombranti strutture da installare sugli edifici e sui terreni e questo è sicuramente un vantaggio.
Ma la tecnologia brevettata e’ basata su inchiostri contenenti i nanocristalli
I nanocristalli sono particelle semiconduttrici di un materiale detto cadmio telluride, che ha forti capacita’ di assorbimento della luce.
Grazie alle loro dimensioni microscopiche, le particelle rimangono sospese nella soluzione e possono essere cosi’ applicate su una varieta’ di materiali.


Asciugandosi, gli strati di nanoparticelle formano una pellicola
. Il problema sta propria in questa pellicola di vernice che col tempo potrebbe rilasciare, deteriorandosi, nano particelle che farebbero presto a giungere agli organi respiratori.
La tecnologia, tuttavia, non si limita alle celle solari: puo’ essere usata per creare versioni stampabili di altri congegni elettronici, come diodi emittenti di luce, laser o transistor e forse se adeguatamente protetta potrà risultare meno problematica.

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