C’è anche chi ricorda la storia dell’eternit, salutato all’inizio come materiale eccezionale che poi, come tutti sanno ha dato e continua a dare tanti problemi.
Il dubbio sorge dal fatto che questi pannelli sono stati messi a punto grazie alle nanotecnologie.
I pannelli, sono composti di nanocristalli del diametro di pochi milionesimi di millimetro e utilizzano appena l’1% dei materiali necessari per i pannelli convenzionali.
Perciò permetterà di evitare ingombranti strutture da installare sugli edifici e sui terreni e questo è sicuramente un vantaggio.
Ma la tecnologia brevettata e’ basata su inchiostri contenenti i nanocristalli
I nanocristalli sono particelle semiconduttrici di un materiale detto cadmio telluride, che ha forti capacita’ di assorbimento della luce.
Grazie alle loro dimensioni microscopiche, le particelle rimangono sospese nella soluzione e possono essere cosi’ applicate su una varieta’ di materiali.
Asciugandosi, gli strati di nanoparticelle formano una pellicola. Il problema sta propria in questa pellicola di vernice che col tempo potrebbe rilasciare, deteriorandosi, nano particelle che farebbero presto a giungere agli organi respiratori.
La tecnologia, tuttavia, non si limita alle celle solari: puo’ essere usata per creare versioni stampabili di altri congegni elettronici, come diodi emittenti di luce, laser o transistor e forse se adeguatamente protetta potrà risultare meno problematica.







